Finanza

Banca Ifis chiude il primo trimestre con un utile netto a 35 milioni di euro

12 Maggio 2022

Banca Ifis chiude il primo trimestre del 2022 con un utile netto pari a 34,9 milioni di euro, in crescita del 73,7 percento rispetto ai 20,1 milioni di euro del primo trimestre 2021, nonostante il significativo calo della PPA a 4 milioni di euro rispetto ai 12 milioni di euro del 31 marzo 2021. Un risultato raggiunto «grazie alle ottime performance di tutti i settori della banca», dichiara Frederik Geertman, amministratore delegato di Banca Ifis.

Il margine di intermediazione è in crescita del 18,6 percento a 163,3 milioni di euro (137,7 milioni di euro al 31 marzo 2021) e beneficia di maggiori ricavi nel settore NPL, pari a 69,8 milioni di euro (+11,5 milioni di euro rispetto al 31 marzo 2021) e nel settore Commercial & Corporate Banking, pari a 73,8 milioni di euro (+8,6 milioni di euro rispetto al 31 marzo 2021). Il Common Equity Tier 1 è in crescita al 15,72 percento (15,44 percento al 31 dicembre 2021) e tra i migliori del mercato.

«I ricavi del Settore Commercial & Corporate Banking – spiega Geertman – riflettono il dinamismo della rete commerciale supportata dal processo di digitalizzazione in corso. I risultati sono evidenti in tutte le principali business unit, che nel primo trimestre 2022 hanno riportato tassi di crescita superiori ai mercati di riferimento: il turnover del Factoring è cresciuto del 19% (rispetto al +14% del mercato), le erogazioni del Leasing auto del +5% (rispetto all’1% del mercato). Inoltre, la piattaforma «Ifis4business», che consente di offrire al cliente un’esperienza digitale e multicanale, copre oggi il 40% dei clienti Factoring ed entro fine giugno sarà estesa a tutto il portafoglio clienti».

Quanto ai crediti in moratoria, sul totale originario al 31 marzo 2022, solo il 3 percento, pari a 20 milioni di euro, presenta tre rate in scaduto, di cui 13 milioni di euro sono per l’80 percento garantiti dallo Stato e 6 milioni di euro sono crediti leasing il cui bene sottostante presenta un valore residuo elevato. La Banca, inoltre, ha mantenuto un approccio conservativo nella valutazione del rischio di credito. Nel primo trimestre gli accantonamenti per rischi su crediti sono stati pari a 17 milioni di euro e includono rettifiche di 8 milioni di euro a fronte di posizioni del portafoglio commerciale con vintage elevata. Le rilevanti riserve accantonate per il Covid nel corso dei precedenti esercizi sono state conservativamente mantenute.

«Per quanto riguarda il contesto geopolitico in Russia, Bielorussia e Ucraina – aggiunge l’amministratore delegato – , la Banca non ha un’esposizione materiale verso i tre mercati e sta attuando un attento monitoraggio degli impatti sulla clientela, sia diretti, derivanti dal calo dell’attività di import/export, sia indiretti, derivanti dall’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime».

«Sulla base di un sondaggio condotto su 560 imprese che operano nei settori più impattati – siderurgia, energia, frumento, lusso, auto, ceramica e cartiere – Banca Ifis ritiene la propria posizione di rischio generalmente gestibile nell’ambito degli ordinari rapporti commerciali. L’esposizione della Banca verso clienti con un elevato impatto diretto è modesta, mentre i clienti che dichiarano impatti indiretti elevati, circa il 40 percento, hanno prevalentemente una buona solidità economica e finanziaria e rappresentano, quindi, un limitato rischio di credito», conclude.

Per l’esercizio 2021, il dividendo di 0,95 euro per azione conferma il payout del 50 percento previsto dal piano industriale 2022-24.

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In foto l’amministratore delegato di Banca Ifis Frederik Geertman e il vice presidente Ernesto Fürstenberg Fassio

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