Finanza
Banca Generali: utile al terzo trimestre a 24,1 milioni, più delle attese
Banca Generali oggi in risalto a Piazza Affari, ancora sulla scia della diffusione dei conti del terzo trimestre avvenuta venerdì, quando i titoli avevano guadagnato il 2,5 percento. Le quotazioni salgono oltre il 3 percento attorno a 32 euro.
Banca Generali ha archiviato il terzo trimestre con un utile di 24,1 milioni di euro contro gli 80,8 milioni del corrispondente periodo dello scorso anno ma oltre le attese di 13 milioni. Su base ricorrente, escludendo dunque le voci variabili, l’utile del periodo è invece cresciuto del 14 percento a 55,6 milioni, e del 2 percento rispetto al trimestre precedente, a conferma della solidità del percorso di sviluppo sostenibile della banca anche in contesti di mercato sfidanti.
I profitti netti hanno risentito poi degli oneri fiscali straordinari per 35,3 milioni relativi al pagamento all’Agenzia dell’Entrate di una maggiore remunerazione per gli anni 2014- 2018 della delega di gestione di BG Sicav che dal 2008 è passata sotto la gestione dell’allora neocostituita BG FML.
Il margine di intermediazione è sceso del 13,9 percento a 155,2 milioni a causa della riduzione delle commissioni variabili, solo in parte compensata dal rialzo del margine d’interesse (+68,9 percento).
I costi operativi si sono attestati a 62 milioni contro i 58,8 milioni del terzo trimestre 2021, includendo 1,1 milioni di poste straordinarie. A livello core i costi sono stati pari a 56,5 milioni (+5,6 percento a/a) compresi 1,1 milioni di costi per lo sviluppo del piano di crescita internazionale. Il risultato operativo ha toccato i 93,2 milioni contro i 121,5 milioni del terzo trimestre 2021 e superiore anche in questo caso al consenso di 81,6 milioni. Il dato ha mostrato un miglioramento su basi ricorrenti attestandosi a 91,2 milioni, in progresso dell’1,5 percento rispetto al corrispondente periodo del 2021. Al 30 settembre 2022, il CET1 ratio della banca si è attestato al 15,7 percento (dal 15,2 percento del 30 giugno 2022) e il Total Capital ratio al 16,8 percento (dal 16,3 percento del 30 giugno 2022), confermandosi ampiamente superiori ai requisiti specifici fissati per il gruppo da Banca d’Italia (CET 1 ratio all’8 percento e Total Capital Ratio al 12,3 percento).
I primi nove mesi del 2022 si sono chiusi con un utile netto consolidato di 155,4 milioni, contro i 270,9 milioni dello stesso periodo dello scorso anno (-42,6 percento), che godeva di condizioni di mercato decisamente più favorevoli. Sul risultato ha infatti influito il ridimensionamento delle componenti variabili più legate alla dinamica dei listini, scese a 17,6 milioni nei primi nove mesi del 2022 dai 196,6 milioni dello stesso periodo dello scorso anno. A pesare anche il citato onere fiscale una tantum da 35,3 milioni. L’utile netto ricorrente, che esclude appunto voci di ricavi variabili e altre poste straordinarie si è attestato a 163,5 milioni, segnando un aumento del +24 percento.
Il margine di intermediazione è stato pari a 469,7 milioni (contro i 612,9 milioni dei nove mesi 2021). In aumento il margine finanziario del 20,9 percento a 108,7 milioni, e sono salite del 5,2 percento a 343,4 milioni le commissioni nette ricorrenti, mentre hanno perso terreno le commissioni variabili (17,6 milioni, -91,1 percento) per lo storno dei mercati. Il margine d’interesse ha mostrato una forte crescita (87,8 milioni, +34,7 percento annuo) sia per l’aumento dei volumi che delle relative marginalità. Le commissioni lorde ricorrenti sono state pari a 708 milioni (+2,8 percento), in scia al progresso delle commissioni lorde di gestione (+4,8 percento a 615,3 milioni) che hanno registrato un miglioramento della redditività sulle masse gestite rispetto al corrispondente periodo dello scorso esercizio (1,42 percento sulle masse gestite nei nove mesi rispetto a 1,39 percento dei nove mesi 2021). Le commissioni bancarie e dingresso sono risultate pari a 92,7 milioni, in lieve calo dai 101,5 milioni dell’anno scorso per le dinamiche dei mercati (minori commissioni d’ingresso sui fondi e maggiore esposizione al trading su obbligazioni), mentre sono salite le commissioni legate alle attività bancarie e di consulenza evoluta.
Le masse totali di Banca Generali a fine settembre hanno raggiunto 80,4 miliardi, segnando un lieve calo del 2,0% rispetto a settembre dello scorso anno e in calo del 6,2% da inizio anno. Sul dato hanno pesato le pressioni sui listini azionari e obbligazionari. La raccolta netta ad ottobre ha raggiunto i 506 milioni (4,6 miliardi da inizio anno), mostrando un’accelerazione in termini di volumi rispetto alla dinamica del trimestre precedente legata alla stagionalità e soprattutto alla volatilità e all’incertezza dei mercati finanziari. Il mix della raccolta del mese si conferma difensivo, confermando la tendenza dei clienti a privilegiare scelte di investimento prudenti in una fase particolarmente incerta. I flussi si sono infatti indirizzati prevalentemente verso i conti amministrati per 433 milioni (2,6 miliardi da inizio anno) e la liquidità dei conti correnti con 225 milioni (per 1,3 miliardi da inizio anno).
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