Finanza
Banca Generali chiude il secondo trimestre in crescita del 15,2%
Banca Generali supera le incertezze e, confermando la politica dei dividendi, chiude il secondo trimestre dell’anno con un utile di 63 milioni di euro, in crescita del 15,2 percento rispetto ai 54,7 milioni dello stesso periodo del 2021.
Il margine di intermediazione è risultato pari a 153,7 milioni scendendo del 20,3 percento. Nel trimestre si è registrata una forte contrazione delle commissioni variabili (1,9 milioni contro i 54 milioni dello scorso anno) parzialmente compensata dal rialzo del margine d’interesse (29,3 milioni, +32,3 percento) e delle commissioni nette ricorrenti (111,4 milioni, +2,9 percento).
I costi operativi si sono attestati a 60,0 milioni contro i 56,3 milioni del secondo trimestre 2021, includendo €1,0 milioni di poste straordinarie. Il risultato operativo ha toccato invece i 93,7 milioni contro i 136,5 milioni del secondo trimestre 2021. Il risultato pre-tasse è stato di 84,1 milioni contro i 45 milioni dello scorso anno dopo aver spesato minori poste per accantonamenti ordinari e straordinari.
Al 30 giugno il Cet1 ratio si è attestato al 15,2% e il Total capital ratio al 16,3%, ben oltre i requisiti minimi richiesti dalle autorità. «Un secondo trimestre ancora una volta caratterizzato da un grande lavoro dei nostri professionisti, con una raccolta complessiva nel primo semestre di 3 miliardi», ha affermato l’amministratore delegato Gian Maria Mossa, sottolineando «la componente ricorrente del conto economico mostra una buona tenuta grazie alla grande flessibilità del nostro modello di business, alla ripresa del margine di interesse ed alla tenuta della redditività della componente gestita».
Banca Generale archivia così il semestre con un utile netto consolidato di 131,3 milioni, che si raffronta con i 190,1 milioni dello scorso anno scendendo del 31 percento. La banca sconta un quadro economico e finanziario nettamente peggiorato. Le gravi tensioni geopolitiche internazionali, le politiche restrittive avviate dalle Banche Centrali per contrastare le tensioni inflattive e i crescenti timori di recessione economica hanno portato infatti ad una forte contrazione dei mercati finanziari.
L’utile netto ricorrente, escludendo voci di ricavi variabili e altre poste straordinarie, si attesta nel semestre a 107,9 milioni, crescendo del trenta percento. Complessivamente, gli utili ricorrenti hanno rappresentato l’82 percento dell’utile del periodo contro il solo 44 percento del totale del corrispondente periodo dello scorso anno.
I ricavi totali sono calati del 27 percento a 314,4 milioni, mentre le commissioni nette ricorrenti sono aumentate del 9 percento a 231,4 milioni. A salire è stato anche il margine d’interesse (51,8 milioni, +18,1 percento) beneficiando del significativo rialzo dei rendimenti obbligazionari degli ultimi mesi.
Le masse totali a fine semestre sono salite dello 0,6 percento rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente attestandosi a 80,9 miliardi.
Il gruppo, a valere sul 2021, ha deliberato la distribuzione di un monte dividendi cash per 228 milioni pari a 1,95 per azione, corrispondenti ad un pay-out del 70,5 percento. Di questo importo unitario, 1,15 euro per azione sono stati staccati lo scorso 23 maggio e 0,80 per azione saranno staccati il 20 febbraio 2023.
«L’attenzione operativa e l’impegno nello sviluppo degli importanti progetti del piano industriale hanno contraddistinto questi mesi in cui abbiamo già fatto buoni passi avanti rispetto ai nostri obiettivi progettuali. Questo, unito alle prospettive sui tassi e alla continua innovazione dei nostri servizi e offerta ci rende fiduciosi di poter continuare a crescere centrando gli ambiziosi obiettivi che ci siamo prefissati», ha concluso Mossa.
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