Borsa
Guardiola alla Juve. Una storia di fantasmi, mitomani e speculatori
C’è voluto quasi un mese alla Juventus per annunciare il nome del successore di Massimiliano Allegri. Alla fine, nella calura di una domenica pomeriggio anche troppo estiva, con un banale tweet è stato ufficializzato il nome che sui giornali girava già da diverso tempo, quello di Maurizio Sarri, già arcinemico, già allenatore del Napoli, poi del Chelsea, fresco vincitore dell’Europa League, per qualcuno sprovvisto del sedicente «stile Juve» perché uso ad andare in giro in tuta, scaccolarsi in pubblico e dire un sacco di parolacce (qualcuno, più maligno, dice che è inadatto perché incensurato e perché, appunto, ultimamente è riuscito a vincere qualcosa in Europa, a differenza dei torinesi. È una battuta, ovviamente).
Tutto normale, in teoria: una grande squadra assume un grande allenatore, qualcuno è contento, tanti altri no (era già successo con Allegri e con Capello, in fondo). Eccetera. Eppure c’è una storia parallela a questo colpo di calciomercato, una storia ai confini della realtà ambientata per lo più su Twitter e contornata di mitomania, sospetti, fantasmi, ben appoggiata sulla volontà delle persone di credere soltanto in quello che si vuole, il desiderio che diventa conclusione (il)logica, ragionamento all’apparenza inoppugnabile e che però non ha alcun collegamento con la realtà. Il discorso si potrebbe estendere ad argomenti più importanti e, in effetti, raccontare le ultime tre settimane su Twitter può essere utile ad aprire uno spaccato sociologico sull’Italia della fine degli anni ’10 del ventunesimo secolo, quella in cui il «volli, sempre volli, fortissimamente volli» è un valido sostituto dei fatti verificabili, in cui l’ottimismo astratto della fede cieca non vuole arrendersi alle asprezze del dato empirico, costi quel che costi. Quella in cui, insomma, dire alla gente quello che vuole sentirsi dire è la moneta più preziosa in circolazione. È più la si spara grossa più aumentano quelli disposti a crederci, fortissimamente polli.
Detto questo, sigla!
I personaggi. Per brevità prenderemo in analisi l’operato di tre utenti di Twitter, quelli che più di ogni altro hanno costruito, diffuso e difeso una narrazione alternativa a quella dei giornali «veri» che davano Sarri alla Juve già da diverse settimane, e ogni giorno riempivano le pagine con le (poche) novità di una trattativa che probabilmente non è stata delle più semplici.
In sostanza, su Twitter è circolata (ed esondata) la voce che il sostituto di Allegri sulla panchina della Juventus sarebbe stato Pep Guardiola. L’ex allenatore di Barcellona, Bayern e attuale tecnico del Manchester City, propugnatore di un gioco spettacolare e totalizzante, inventore del tiki taka, con un ingaggio mostruoso, figo da far paura, uomo immagine perfetto per qualsiasi azienda. Il fatto che sportivamente una volta andato via dalla Catalogna non sia più riuscito a giocarsi nemmeno una finale di Champions non vuol dire niente, il fatto che vinca campionati (anche) perché le sue squadre ogni estate spendano capitali per accaparrarsi i migliori giocatori in circolazioni manco. Pep Guardiola, solo il nome riempie la bocca, fa volare la fantasia, emoziona. Guardiola alla Juve: che storia straordinaria, stralunare, pazzesca. Che storia inventata.
Dicevamo, su Twitter questa storia viaggia soprattutto grazie a tre narratori: un giornalista «insider» della Juve chiamato Luca Momblano, un’altra (sedicente) giornalista che risponde al nome di Alessandra Bacchetta (@aliasvaughn su Twitter) e un profilo anonimo, @zorrobw, che nessuno sa chi è ma che dal nulla è diventato pifferaio magico sparandone di enormi, cioè dicendosi certo dell’arrivo sempre imminente di Guardiola.
Momblano, a onor del vero, è quello che ha tenuto l’atteggiamento più onesto: un anno fa aveva sganciato la bomba Cristiano Ronaldo, prendendoci in pieno (anche se altri l’avevano detto prima di lui che il campione del Real Madrid sarebbe approdato alla Juve) e così ha deciso di investire questo patrimonio di credibilità da Nostradamus del calciomercato scrivendo a destra e a manca come e perché sarebbe arrivato Guardiola. Oltre a citare qualche non meglio precisata fonte finanziaria (come vedremo, il mondo della finanza ha giocato un ruolo importante in questa partita) il suo lavoro è consistito nel fare una serie di speculazioni più o meno logiche sull’ineluttabilità dell’ingaggio di Guardiola. Celebre la sua frase in fondo a un pezzo su un blog di juventini: «E se non può essere Guardiola, il prossimo allenatore della Juventus non può che essere Guardiola». Sintassi a parte, il concetto è chiaro. Ci ha provato, ha sganciato la mina, l’ha sostenuta e poi si è progressivamente eclissato man mano che le voci su Sarri avevano cominciato a prendere corpo.
Più complessa la posizione di Alessandra Bacchetta. Lei sostiene di essere una giornalista, ma non risulta essere iscritta all’Ordine dei giornalisti. In diversi tweet si è vantata di lavorare per il New York Times e per Bloomberg, oltre che di avere tra i suoi seguaci «ex capi dell’Fbi» e «importanti costituzionalisti». Di tutto questo non c’è praticamente traccia nel web. Solo rivoltando Google come un calzino escono fuori dei pezzi (quattro in totale) scritti tra il 2005 e il 2007 per il britannico Daily Telegraph e per Bloomberg. Un vecchio articolo della Gazzetta la dava vicina alla direzione del canale tematico Juventus Tv, ma poi pare non se ne sia fatto niente. Da allora, il buio. La donna conosciuta con il nickname di @aliasvaughn negli ultimi anni ha partorito soltanto qualche strampalata analisi di politica americana su degli oscuri blog di temi paraeconomici.
Terzo nome: @zorrobw. Il personaggio più enigmatico: non si sa chi sia, da dove venga e cosa voglia, però ha scritto centinaia di tweet dando Guardiola per certo e sfottendo chiunque esprimesse dei dubbi. Alla fine ha salutato, ha detto che è stato bello crederci e ha chiuso al pubblico il proprio profilo. Poi ci sarebbero altre voci, in apparenza più autorevoli come l’Agi e il giornalista del Giornale Luigi Guelpa, ma ne parleremo dopo.
Ecco la storia. Ma come è nata la suggestione Guardiola? Mistero. A un certo punto la voce è spuntata e in breve si è fatta gigante. Storie pazzesche: «lo stipendio lo pagherà l’Adidas», «la moglie ha preso una Maserati in leasing», «livelli altissimi», «Pep vuole la Juve ma lo sceicco del Manchester City non lo libera», «il City non potrà giocare le coppe europee, Guardiola vuole andare via», «Sarri è solo il piano B». Prove? Zero zero zero. Indizi, a voler essere buoni. Ma nemmeno, dettagli, particolari, fantasie. L’annuncio di Montero come nuovo allenatore della Sambenedettese e il cartellone Pepsi sullo sfondo. Avete capito? Pepsi, Pep Sì: qualcuno sta dando indizi. Altro che teoria del complotto.
Le voci, si diceva, però non arrivavano quasi mai da ambienti sportivi, ma da quelli finanziari: pare che gli operatori della Borsa di Londra fossero tutti convinti che l’operazione sarebbe andata in porto. L’Agi, a un certo punto, si è spinta a parlare di precontratto già firmato da Guardiola (improbabile, anche perché illegale, ma la logica non conta nulla in questa storia), Luigi Guelpa del Giornale che avrebbe parlato con uno sceicco vicino al proprietario del Manchester City e amico di Cristiano Ronaldo. Questo è il caso più grave: un giornalista mediamente noto che spara una storia clamorosa con fonti quantomeno ambigue. Epperò pure Guelpa ha difeso la storia di Guardiola fino all’ultimo, definendo addirittura «balle spaziali» le notizie su Sarri.
E ogni giorno su Twitter continuava la campagna contro chi aveva notizie (già, quelle) diverse: «perché non annunciano Sarri?», si chiedevano in molti. Chiari indizi in favore di Guardiola. Perché? Come perché? Perché sì. No? Insulti a chiunque provasse a chiedere prove, spiegazioni, lumi su queste misteriose fonti finanziarie che non parlano a giornalisti «veri» ma affidano spifferi e scoop a persone che poi le buttano su Twitter in 280 caratteri o qualcosa in meno.
Due tesi brevi. Ma perché insistere tanto su Guardiola? Può capitare da dare una notizia sbagliata, di riportare una voce infondata, di scrivere cose che poi si è costretti a rettificare. Non è bello, ma fa parte del mestiere. Capita, come capita di prendere un buco. Generalmente si prende una bella strigliata dal proprio capo e poi ci si scusa e si torna a lavorare, riproponendosi di fare più attenzione in futuro.
Le risposte possibili a questa domanda sono due: esponenziale aumento dei follower su Twitter per chi ha sostenuto la bolla Guardiola e strani giochi in borsa.
Partiamo dalla cosa più semplice. Nell’ultimo mese, parlando di Pep Guardiola, @aliasvaughn ha guadagnato circa 6.500 follower, Momblano addirittura 18.000 e @zorrobw è passato da zero a seimila. I dati sono facilmente reperibili consultando il sito socialblade.com. A che serve? Be’, ad accreditarsi: la maggior parte dei nuovi seguaci sono per lo più fanatici che ancora credono all’arrivo di Guardiola (sì, anche dopo l’annuncio di Sarri) e che rimarranno lì a pendere dalle labbra di questa gente per future clamorose notizie. In quest’epoca storica, si sa, la veridicità delle storie che si raccontano non è importante quanto la gente che sceglie di crederci. Diciamo che queste persone si sono create una bella fan base per il futuro.
Sulla borsa, qualcosa ha già spiegato su queste pagine Jacopo Tondelli e pure il Napolista aveva approfondito. Certo è che le oscillazioni borsistiche del titolo della Juve sono state parecchio ambigue nell’ultimo mese, e non ci sono stati eventi sportivi tali da poterle giustificare. Solo un venticello, quello di Guardiola, che ha molto affascinato gli investitori. Il gioco è semplice: prima si buttano un sacco di soldi e si fa salire il valore del titolo, poi si vende tutto e si passa all’incasso. Il meccanismo di speculazione più semplice (e forse più funzionante) di tutti. C’è chi invoca un controllo da parte della Consob, e probabilmente sarebbe opportuno. Ma è già tardi, i falchi sono già volati via. Resta la sfida sportiva, quella forse più emozionante: riuscirà Sarri a conquistare i tifosi della Juve? Il sarrismo avrà futuro sulle sponde del Po? Siamo sicuri che l’uomo con la tuta e le sigarette non si sia messo alla guida di una squadra ormai bollita? Le risposte arriveranno da settembre in poi.
[Foto via]
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