Borsa
I mercati finanziari non si spaventano per il coronavirus
Vorrei mostrare qualche grafico a lungo termine e segnalare qualche esempio per far capire come i mercati finanziari, in questo momento, non vedono nel coronavirus un motivo di panico.
Il primo grafico è quello del Stoxx 600 dal 1987 fino ad oggi.
Si nota che l’indice ha perso il 50% nel periodo 2000-2002 e il 50% nel periodo 2008-2009. E fino ad oggi ha perso il 12% dai massimi di febbraio, una reazione minore rispetto alle crisi del 2011 e del 2015 quando il mercato ha perso il 20% per motivi che non riesco a ricordare in questo momento talmente erano normali.
A voler guardare un altro mercato che non soffre di panico, si può buttare un occhio sullo spread BTP-BUND, che adesso è a 180 punti dai minimi quest’anno (135 punti) con un movimento di 45 punti. Rispetto ai 136 punti di movimento dal 14 maggio al 28 maggio 2018 quando arrivò il governo M5S-Lega che oggettivamente fa tre volte più paura ai mercati finanziari che il coronavirus. Per far ripartire il paese, speriamo che si riuniscono a breve a Codogno.
Il motivo di allarme è che, nel lungo periodo, non produciamo abbastanza aziende ad alta crescita, come sono negli Usa Google o Amazon, o anche in piccolo, in Italia, Reply (v. grafico sotto).
fonte: CapitalIQ
Non si vede neanche la recessione del 2008 in questo grafico ma purtroppo l’andamento delle principali aziende italiane assomiglia di più a quello di Intesa Sanpaolo, la banca italiana n.1, le cui quotazioni sono più vicine ai minimi del 1995 che non ai massimi del 2000 o del 2007.
Andamento di Intesa Sanpaolo, fonte: CapitalIQ
Quindi un po’ di allarme c’è ci ci dovrebbe essere. Un virus da tenere sott’occhio, assolutamente. Ma sono più preoccupato (e investo di conseguenza) perché c’erano 26 gradi ad Aosta la settimana scorsa che non un calo dei mercati del 10-20% per il coronavirus.
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