Bollette
Privatizzazione degli utili e socializzazione dei debiti
Dodici anni per avviare il rigassificatore al largo della costa livornese: un impianto in grado di ricevere le grandi navi che trasportano GNL – gas naturale liquefatto – e riportarlo in condizione gassosa per immetterlo nella rete nazionale.
Il gruppo tedesco E.On vi avrebbe potuto scaricare esclusivamente il proprio gas.
Dodici anni fa si prevedeva un costante aumento della domanda e la fattibilità del progetto era certa, anche perché il tubo, che avrebbe collegato l’impianto alla terraferma, lo avrebbe posato Snam Rete Gas, caricandolo sulle bollette.
Ma il tempo passa e le cose cambiano, arrivano la crisi e il calo della domanda.
La costruzione è in notevole ritardo e l’impianto rischia di restare inattivo per anni, se non per sempre. Così E.On lo mette a disposizione anche di altri operatori, dopo aver negoziato con il Ministero una tariffa che noi utenti pagheremo, anche se l’impianto rimarrà inattivo.
E infatti, nel corso del 2013 e 2014, l’impianto resta fermo ma il conto in bolletta è di 45 milioni di euro.
Ora l’impianto viene dichiarato “infrastruttura strategica “ e, nel 2015, graverà sulle nostre bollette per 85 milioni di euro, che equivale ad alcuni euro a utente, per ogni anno a venire.
Si concede così all’impianto una garanzia pubblica azzerando qualsiasi rischio d’impresa ed è questa la torbida vicenda del terminale OLT di Livorno, controllato da Iren e da E.On.
La seconda ha deciso di lasciare l’Italia, vendendo a pezzi i i suoi assets e le centrali elettriche sono andate in questi giorni ai Ceki, sembra per una cifra incredibilmente bassa.
Non sorprende quindi che l’impianto venga classificato “strategico” proprio quando vengono scaricati i primi 100.ooo metri cubi di GNL; una delle misure di emergenza, decise dal Governo, per garantire la sicurezza del sistema gas.
Trattandosi, come sempre succede, di una misura di emergenza, sarà un gas che pagheremo molto caro in bolletta, oltre a quanto destinato al ri-gassificatore, che pagheremo comunque, che lavori o meno.
Paghiamo sempre noi qualsiasi investimento sbagliato, come per le centrali elettriche inattive.
Così paghiamo la BreBeMi, gli aeroporti, la TAV, le ferrovie, le autostrade e tutti i progetti che nascono sulla base di business plan farlocchi, torbidamente sorretti in itinere dai nostri soldi.
www.edoardobeltrame.com
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