Bollette
La grid parity all’italiana
Il limite massimo annuo, degli incentivi disponibili per gli impianti di energia rinnovabile,sta per essere raggiunto. Ogni anno 5,8 miliardi di euro sono destinati agli impianti non fotovoltaici e 6,7 ai fotovoltaici; 12,5 miliardi di euro che pagheremo con le bollette ogni anno per i prossimi venti .
Più di 4 centesimi di euro per ogni kWh consumato: uno sproposito, visto che l’attuale prezzo di borsa è di 5 cent/kWh e quello al dettaglio di 19.
Da noi il boom dell’energia rinnovabile è coerente con l’italico motto:“chi primo arriva meglio alloggia e frega tutti quelli che arrivano dopo” .
Se,in itinere, ci si accorge finalmente che il monte incentivi sta diventando uno sproposito lo si limita e poi si cerca di dilazionarne l’erogazione.Se, nel frattempo bisogna salvare l’Alcoa, lo si fa con gl’incentivi alle rinnovabili!
I fans delle rinnovabili dicono che però abbiamo raggiunto la grid parity.
La grid parity si raggiunge quando una nuova tecnologia – sole e vento – produce energia elettrica allo stesso costo di quella prodotta dalle tecnologie tradizionali – gas, petrolio carbone – e le due energie sono disponibili in rete (grid).
Con le rinnovabili, lo sanno tutti, non si consuma energia fossile, ne beneficiano il clima e il buco dell’ozono ma quanto ci costa ‘sto buco e poi, chi ci guadagna?
La grid parity va esaminata da due punti di vista: quello di chi produce e vende energia e quello di chi la compra e la paga; e i prezzi al consumatore sono multipli dei costi di produzione.
Le grid parity italiane sono due: quella con gli incentivi, oggi pienamente raggiunta, e quella “virtuale” senza gli incentivi che non esiste perché, se ci fosse, il divario, tra il prezzo di borsa e quello al consumatore, non sarebbe così ampio.
La “grid parity all’italiana” è onirica nel senso che è bello bruciare meno fossile e mantenere l’aria pulita, peccato però che tutto avvenga a carico dei consumatori, che pagano l’energia un terzo in più degli altri utenti europei, con nefasti effetti sulla competitività del sistema produttivo nazionale.
Una magra soddisfazione per i consumatori, che continueranno a pagare l’inefficienza della rete ma a gioire, con verdi e compagnia, per il raggiungimento della grid parity.
Dopo più di dieci anni dal primo conto energia, nessun vantaggio si è visto!
Se avessimo previsto queste distorsioni e, con tutte queste risorse, avessimo “sbottigliato” il sole del sud verso il nord, o solamente il vento della Sicilia verso il continente, potremmo oggi parlare di grid parity; ma non lo abbiamo fatto e ne paghiamo le conseguenze, con clamorose differenze tra i prezzi zonali dell’energia. Dobbiamo poi sopperire, sempre noi consumatori, alla discontinuità delle rinnovabili, sempre in emergenza e con le centrali da fossile dei produttori storici, pagandone la disponibilità, anche se non producono.
“Grid parity all’italiana” significa poi che chi produce da rinnovabile fa una barca di soldi a prescindere dal fatto che l’energia che produce sia utilizzata o meno; per incassare gl’incentivi basta riversarla in rete!
E come possono diminuire così le bollette? Spalmando gli incentivi in più anni, come ha deciso il governo? E a cosa serve se non a spostare in avanti il debito ?
Perlomeno avessimo strutturato e alimentato una filiera industriale con tutti questi soldi ! I pannelli sono cinesi, le pale tedesche, gli inverters cinesi, i quadri di potenza francesi o tedeschi, i contatori nuovamente cinesi.
Nulla si è creato in Italia, salvo aver arricchito maneggioni e politici, per non parlare di altre ben note organizzazioni, che hanno gestito le concessioni con banche e gli enti locali, oltre a semplici elettricisti che hanno collegato gl’impianti.
Felici i fondi verdi, che fanno una barca di soldi senza rischi, sfilandoci i soldi dalle tasche con ogni bolletta e spedendoli esentasse in Lussemburgo. Felici le banche, i fondi, gli istituti di credito e società finanziarie estere che usano i nostri soldi per ripagare, ad alti tassi di interesse, il capitale investito.
Anche in questo settore lasciamo una montagna di debiti alla prossima generazione e assistiamo agli ultimi colpi di coda di quelli che ci vogliono mettere i pannelli in casa, per arrivare allo scoppio della bolla.
www.edoardobeltrame.com
Devi fare login per commentare
Accedi