UE

“Il futuro è ciò che facciamo”: l’Europa di Ursula von der Leyen

17 Settembre 2020

In tempi di crisi, lo sguardo è sempre rivolto all’Europa e alle soluzioni che può prospettare, non poteva che essere così anche in questo 2020, anno complesso e imprevedibile. A maggior ragione ieri, giorno del discorso sullo stato dell’Unione europea.

Ogni anno, a settembre, il Parlamento utilizza questo strumento per esaminare l’attività della Commissione. In particolare, il presidente della Commissione, prima del dibattito con gli europarlamentari, illustra cosa è stato fatto durante l’anno precedente, indica le priorità per quello successivo e spiega come l’istituzione che rappresenta intende realizzare i propri obiettivi.

Il discorso di quest’anno era particolarmente atteso, sia perché era il primo per l’attuale presidente Ursula von der Leyen, sia per la fase delicata che vive il vecchio continente e non solo, a causa delle conseguenze economico-sanitarie della pandemia. Non sorprende quindi che nella prima parte siano stati citati proprio i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari. “Troviamo ispirazione dalla loro empatia, dal loro coraggio e dal loro senso del dovere – e voglio iniziare questo discorso rendendo omaggio a tutti loro”, ha detto von der Leyen. E non sorprende nemmeno che il primo obiettivo per l’Unione europea sia quello di offrire ai propri cittadini protezione contro malattie, disoccupazione e povertà, assicurando allo stesso tempo un contesto economico caratterizzato da innovazione e crescita. I tempi sono maturi per costruire una più forte unione europea della salute, con maggiori fondi, con più poteri all’agenzia europea per i medicinali e ai centri di prevenzione e controllo delle malattie. La presidente ha annunciato anche la creazione di un’agenzia per la biomedicina avanzata, la ricerca e lo sviluppo.

In un passaggio successivo è stato anche ricordato come con la società civile, con il G20, l’OMS e altri soggetti, siano stati riuniti più di 40 Paesi per raccogliere 16 miliardi di euro per finanziare la ricerca su vaccini, test e cure per il mondo intero.

Ursula von der Leyen ha citato molte volte il nostro Paese, la prima per annunciare un summit globale sulla salute proprio in Italia il prossimo anno in occasione della presidenza italiana del G20. La pandemia ha purtroppo avuto effetti negativi anche sul lavoro. L’Europa è corsa ai ripari con il programma contro la disoccupazione Sure ma l’ambizione è anche quella di spingere gli Stati membri ad adottare un salario minimo.

Tra gli auspici di von der Leyen anche il completamento dell’Unione dei mercati dei capitali e dell’Unione bancaria e il ripristino delle quattro libertà del mercato comune (libera circolazione delle persone, dei servizi, delle merci e dei capitali).

L’Europa poi punta ad essere verde e digitale. Verde, con l’ambizioso obiettivo di ridurre entro il 2030 le emissioni almeno del 55% e con altri impegni ben precisi. È stato infatti annunciato che il 30% dei 750 miliardi di euro previsti per il programma NextGenerationEU sarà raccolto attraverso green bond. Inoltre, il 30% di queste ingenti risorse saranno impiegate proprio per il Green Deal europeo.

Non solo verde, dicevamo. L’Europa vuole essere anche digitale, seguendo alcuni punti cardinali: il diritto alla privacy e alla connettività, la libertà di parola, il libero flusso di dati e la sicurezza informatica.

Nell’atteso discorso sullo stato dell’Unione non poteva mancare l’immigrazione, sulla quale la prossima settimana la Commissione presenterà il suo nuovo patto.

Il discorso ha rappresentato anche l’occasione per ribadire alcune prese di posizione. L’Unione europea è dalla parte del popolo della Bielorussia, dei diritti LGBTQI, sui quali la Commissione presenterà presto una strategia in vista del loro rafforzamento ed è contro ogni forma di razzismo.

Solidarietà, visione comune, accoglienza, investimenti nel digitale e nella sostenibilità, cura della persona. L’Unione europea punta su queste priorità.

“Il futuro sarà ciò che facciamo. E l’Europa sarà quello che vogliamo che sia. Quindi smettiamola di parlarne. E mettiamoci al lavoro. Rendiamola forte. E andiamo a costruire il mondo in cui vogliamo vivere”, ha concluso von der Leyen, perché ci sono milioni di europei con aspettative elevate e il desiderio di guardare al futuro con fiducia e speranza.

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