UE
Ursula von der Leyen sarà proposta come Presidente della Commissione
Dopo tre giorni di negoziazioni, il Consiglio Europeo ha trovato una quadra per il prossimo Presidente della Commissione Europea. Il nome scelto è quello di Ursula von der Leyen, attualmente Ministro della Difesa in Germania.
Von der Leyen è della CDU, il maggior partito di centrodestra tedesco (attualmente al governo con larghe intese che coinvolgono i socialdemocratici), e la sua scelta lascia scontenta anche molti suoi connazionali, come è emerso nel corso delle trattative da alcuni esponenti dei Verdi e della SPD. L’esponente dei cristiano-democratici è infatti dell’ala più conservatrice del partito, sostenitrice dell’austerità europea (già durante la crisi del debito greco si distinse per le sue posizioni particolarmente dure).
La proposta di candidare lei come Presidente della Commissione è stata avanzata quando ormai era chiaro che per i Popolari Europei sarebbe stata impossibile continuare a insistere su Manfred Weber, tedesco indicato dai Popolari, prima del voto per le europee, come il candidato da proporre per la guida della Commissione. Ieri per diverso tempo era apparso possibile anche che i leader europei convergessero su Frans Timmermans, il candidato dei socialisti, che però oggi è stato escluso dai giochi.
Attualmente, la rosa di nomi scelta dal Consiglio include anche il liberale Charles Michel, attuale premier belga, alla presidenza del Consiglio europeo, la francese Christine Lagarde alla Bce e il socialista spagnolo Josep Borrell per la carica di Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza.
Adesso, Von der Leyen dovrà ottenere il voto favorevole del Parlamento Europeo: cosa non facile non solo per il suo profilo, ma anche se si considera che attualmente non c’è un accordo tra i partiti europei su chi eleggere come presidente del Parlamento.
In ogni caso, si può parlare di crisi del sistema degli Spitzenkandidaten, cioè i candidati proposti dai partiti prima del voto come presidente della Commissione: basti pensare che nessuno dei nomi avanzati prima del voto è oggi incluso tra quelli su cui il Consiglio ha trovato l’accordo.
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