UE
#SuccedeinEuropa: l’internazionale libera e quella sovranista si organizzano
L’Alde si scioglie, i liberali si uniscono
Nelle scorse settimane erano emerse con forza le fratture in seno ai liberali europei: l’Alde, il loro gruppo di riferimento, rischiava di lasciar fuori La Republique En Marche, il partito di Emmanuel Macron, che aveva espresso le sue criticità verso il gruppo a causa di alcuni finanziamenti da parte di grandi gruppi come Bayer. Giovedì, durante il confronto tra candidati alla Presidenza della Commissione Europea tenutosi a Firenze, Guy Verfhostadt, leader dell’Alde, ha annunciato che il gruppo si scioglierà per poter costituire una nuova alleanza liberale dopo il 26 maggio, che includa anche Emmanuel Macron e che sia “nuovo gruppo, un gruppo globale, un gruppo centrista e pro-europeo”, secondo le parole dello stesso Verfhofstadt. L’Alde esiste del 2004, e il suo scioglimento è una grande svolta per la fisionomia del prossimo Parlamento Europeo.
Salvini-Orban, prove tecniche di alleanza
Anche a destra prosegue il dialogo per creare un nuovo gruppo: sembra infatti ormai certo che ENF, l’Europa delle Nazioni e della Libertà, non esisterà più nelle forme in cui la conosciamo oggi, aprendosi a nuovi partiti della destra europea (tra cui AfD, l’estrema destra tedesca che attualmente siede a Strasburgo nei banchi dell’ECR). Negli scorsi giorni Orban ha incontrato Salvini. Il leader ungherese, attualmente sospeso dal PPE a causa della sua lotta contro Juncker e la Commissione Europea, potrebbe decidere di cercare riparo in un gruppo alternativo, anche se non ha ancora sciolto le riserve. In Francia, intanto, la lista “jaunes et citoyens”, del gilet giallo Jean-François Barnaba, potrebbe stringere un’alleanza con Les Patriotes, lista di estrema destra. Al di là dell’opposizione all’immigrazione, però, non è ancora chiaro cosa potrebbe tenere insieme l’estrema destra europea, che su alcuni temi (come i conti pubblici) presenta fratture profonde tra i partiti dei diversi Paesi. Contro questa coalizione di destra radicale, però, è nata in Austria una singolare iniziativa: quella di Omas gene Rechts (“Nonne contro le destre”), una piattaforma di donne over 60 austriache che organizza manifestazioni ogni settimana per denunciare il pericolo del ritorno di partiti neonazisti in Europa.
C’eravamo tanto amati: è il Consiglio il problema dell’Europa?
In un’intervista allo Handelsblatt, quotidiano tedesco, Juncker ha dichiarato che “gli europei non si amano più” e “l’Europa ha perso la sua libido”. Nel continente si sarebbe infatti perso lo slancio unitario che si viveva in Europa negli anni seguenti al seconda guerra mondiale, e che diede un forte impulso al progetto unitario. Oggi, gli Stati nazionali sarebbero rei di dare la priorità ai loro interessi particolari, proprio in un momento in cui l’UE ha bisogno di unità. In effetti, anche in un nuovo confronto tra Spitzenkandidaten, tenutosi a Firenze, quasi tutti i leader dei partiti europei hanno lamentato come il Consiglio Europeo, luogo dove trovano rappresentanza i governi nazionali, sia spesso un freno all’affermazione di politiche europee ambiziose a causa del freno degli interessi nazionali. Una delle soluzioni potrebbe essere la rimozione della regola dell’unanimità, ancora vigente in molti ambiti.
Il Beluga Spia
Tra le isole Rolvsøya e Ingøya, nel nord della Norvegia, alcuni pescatori hanno incrociato un beluga molto amichevole, ma che con addosso un’imbracatura, che si è poi scoperto fabbricata a San Pietroburgo. Il particolare ha scatenato molte domande: l’animale potrebbe infatti far parte di un progetto di ricerca che mirerebbe ad addestrare alcuni mammiferi marini con l’obiettivo di spiare attività militari in acque straniere. Del resto, durante la guerra fredda furono numerosi i tentativi in tal senso. Proprio l’URSS, tra l’altro, aveva a Sebastopoli, oggi Ucraina, una base cui in venivano addestrati delfini, anche con scopi di spionaggio. Il fatto che la Crimea sia oggi annessa dalla Federazione Russa ha quindi alimentato dubbi e sospetti.
Gli Stati Uniti raddoppiano le esportazione di GNL verso l’Europa
Gli Stati Uniti raddoppieranno le esportazioni di gas naturale liquefatto (GNL) in Unione Europea a partire dal 2020, arrivando quindi a 18 miliardi di metri cubi all’anno. Il segretario americano all’energia Rick Perry ha paragonato questo accordo alla liberazione dell’Europa dai nazisti nel 1945: un’affermazione certo esagerata ma che si inserisce nel contesto dell’opposizione USA alla costruzione del Nord Stream 2, un gasdotto offshore nel Mar Baltico che permetterà di importare ancora più gas naturale dalla Russia. Il progetto, molto supportato dalla Germania, renderebbe l’UE sempre più dipendente dalla Russia dal punto di vista energetico.
Il Labour dovrebbe schierarsi per il Remain?
Con le elezioni europee alle porte, si sono riaccese nelle scorse settimane le polemiche sulla posizione del Labour in merito alla Brexit. Se molti lamentano al partito di Jeremy Corbyn una posizione ambigua sulla Brexit, c’è da dire che un sondaggio di YouGov mostra come in realtà gli elettori non percepiscano il Labour come un partito favorevole alla Brexit. Inoltre, come fa notare Owen Jones dalle colonne del Guardian, caratterizzare tutta la campagna elettorale sulla Brexit potrebbe risultare in un autogol per i partiti che sceglieranno questa strada, anche in virtù del fatto che il Brexit Party di Farage è attualmente in testa nei sondaggi.
Nessuna novità nei sondaggi
Non si verificano grossi cambiamenti nelle intenzioni di voto di questa settimana: a livello europeo il PPE sarebbe ancora primo partito, seguito dai Socialisti, per quanto entrambi i gruppi perdano seggi rispetto alla situazione attuale. L’alleanza della destra radicale supererebbe sia i Verdi che la sinistra radicale della GUE. Anche in Italia i sondaggi sono stabili: la Lega potrebbe essere il primo partito italiano a Strasburgo, con PD e M5S che ingaggiano un testa a testa per il secondo posto. Sempre più elettori, però, sembrano dare importanza ai temi ambientali nell’orientare il loro voto (secondo alcuni sondaggi l’ambiente sarebbe addirittura il primo tema). Sembra, inoltre, che oltre il 60% dei seggi del prossimo Parlamento Europeo sarà occupato da deputati alla loro prima esperienza. Chi nel frattempo volesse confrontare le sue posizioni con quelle dei partiti del suo paese, può farlo www.euandi2019.eu.
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