UE

Il QE – fase 2 colma un vuoto di politica economica

11 Marzo 2016

Ieri Mario Draghi ha sparato ancora, con il suo bazooka continua a sparare cartucce di miliardi di euro, e, proprio ieri, è arrivata la comunicazione ufficiale che il QE arriverà a 80 mld al mese e i tassi d’interesse scenderanno ulteriormente.

A differenze di quello che riportano molti quotidiani italiani, tale notizia era abbastanza attesa visto che nelle scorse settimane si parlava già di un ulteriore aiuto da parte della BCE sull’economia europea, e visto che la banca centrale può intervenire solo mettendo liquidità, era abbastanza scontato un rafforzamento del bazooka.

La sorpresa è stata soltanto sulla decisione che il denaro pubblico potrà essere usato per acquistare anche corporate bond, quindi non soltanto debito pubblico. Pertanto la BCE aiuterà anche le aziende non bancarie, sostenendo il funding e permettendo ai privati, ma soprattutto “all’economia reale”, di avere risorse finanziare a tassi agevolati. Purtroppo nella conferenza di ieri non sono stati comunicati i dettagli di tale intervento, per esempio in termini di rating o settore produttivo (link: Decisioni di politica monetaria), ma si tratta di una mossa più razionale della precedente, oppure può essere letta come una sconfitta della precedente politica interventista, la quale prevedeva aiuti solo alle banche.

Comunque di contropartita Draghi ha ridotto mostruosamente il tasso d’interesse sui depositi presso la BCE, che per normativa sono obbligatori, e dalla settimana prossima iniziano a costare un bel -0,40% con una riduzione di 10 bps, che tradotto in altri termini, tale decisione serve per finanziare il funding pubblico, quindi con parole più semplici, saranno le banche che, pagando alla BCE, finanzieranno le imprese private a tassi agevolati.

Tutto questo interventismo è giustificato per aumentare l’inflazione, perché in Europa siamo in piena deflazione, e le stime riportano valori negativi nonostante un anno di QE.

Il grafico riporta la situazione dell’inflazione nell’area euro degli ultimi anni. In pratica dal 2010 siamo in piena crisi macroeconomica e, in particolar modo, negli ultimi anni siamo con il segno negativo (deflazione).

Inflation EU
Inflazione Euro Area

Per i classici economisti la deflazione è sinonimo di crisi economica, in quanto si tratta di riduzione della domanda di beni e servizi e, pertanto, di carente disponibilità finanziaria tra i consumatori.

L’effetto del QE e del nuovo intervento di Draghi sarà quello di continuare a falsare ulteriormente la situazione economica, generando un’inflazione tecnica, ma nascondendo la carente disponibilità economica delle famiglie e, nonostante il doping dei dati macroeconomici, non ci saranno reali e duraturi effetti economici se i singoli Paesi non si permettono di avere una seria politica economica.

 

 

E’ anche vero che tale aiuto permette ai paesi come l’Italia di avere una boccata di ossigeno in termini finanziari, perché le imprese e le famiglie potranno far ricorso all’indebitamento a tassi d’interesse inferiori a quelli veri di mercato, con conseguenze positive sul mercato occupazionale e del debito pubblico, il quale è necessario per la sopravvivenza del Paese Italia.

Deve essere chiaro che il QE – fase 2, serve per colmare un vuoto di politica economica europea e per sostenere Paesi privi di un credibile piano industriale (e post), e non mi riferisco soltanto all’Italia, ma in generale ai PIIGS.

Un azione di tale portata, dal mio punto di vista, potrà avere effetti positivi a livello macroeconomico solo nel breve periodo, ma con effetti devastanti sulla situazione economico-finanziaria dell’Europa ed effetti speculativi, generando una volatilità sui vari mercati finanziari (vedi i prezzi delle azioni nelle ultime settimane), i quali non saranno facilmente controllabili.

In pratica si tratta di una dose eccessiva di morfina che viene data ad un morto; alla fine, se non avviene un miracolo, il morto è sempre morto.

Commenti

Devi fare login per commentare

Accedi

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi diventare un brain?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.