UE

Primo turno delle Presidenziali in Romania: un risultato contro ogni aspettativa

Le elezioni presidenziali romene del 2024 offrono uno spunto interessante per analizzare non solo la politica interna della Romania, ma anche la crescente influenza della diaspora, in particolare quella romena in Italia

25 Novembre 2024

Le elezioni presidenziali romene del 2024 offrono uno spunto interessante per analizzare non solo la politica interna della Romania, ma anche la crescente influenza della diaspora – in particolare quella romena in Italia – e il ruolo strategico del Paese nell’Europa dell’Est. La competizione elettorale, dominata da Călin Georgescu, candidato indipendente di estrema destra, ed Elena Lasconi, rappresentante dell’USR (Unione Salvate la Romania), riflette sia un cambiamento nelle preferenze politiche dei cittadini romeni sia una certa disattenzione della stampa italiana riguardo al ruolo geopolitico della Romania.

Il panorama elettorale: la destra in ascesa e l’emergere di alternative

Al primo posto nel primo turno delle elezioni si colloca Călin Georgescu, un candidato indipendente che ha raccolto circa il 23% dei consensi, conquistando il sostegno di molti romeni disillusi dai partiti tradizionali. La sua popolarità evidenzia l’attrazione verso figure politiche al di fuori del sistema consolidato, percepite come più autentiche e meno compromesse. Di orientamento di estrema destra, Georgescu rappresenta una corrente che si sta rafforzando non solo in Romania ma in diversi Paesi dell’Europa orientale.

Subito dietro, Elena Lasconi, candidata dell’USR, ottiene un risultato significativo, superando persino il primo ministro Marcel Ciolacu. La sua performance segnala un cambio di paradigma politico, con un elettorato sempre più attratto da forze progressiste che mettono al centro la lotta alla corruzione e le riforme istituzionali.

In terza posizione si trova George Simion, leader dell’Alleanza per l’Unione dei Romeni (AUR), che con circa il 14,1% dei voti conferma la forza della destra nazionalista nel Paese. L’AUR raccoglie consensi tra gli elettori più conservatori, favorevoli a un ritorno a valori tradizionali e critici nei confronti dell’Unione Europea. Anche se meno rilevante rispetto ai primi due candidati, il risultato di Simion evidenzia una crescente frammentazione politica in Romania.

La diaspora romena in Italia: un ruolo cruciale e sottovalutato

Come spesso accade nella politica romena, il voto della diaspora è stato determinante per i risultati di candidati come Georgescu e Lasconi. Tuttavia, la stampa italiana raramente dedica attenzione al comportamento elettorale della comunità romena, ignorandone l’importanza politica e strategica.

Questo disinteresse potrebbe derivare da una percezione superficiale della rilevanza della diaspora, che invece sta emergendo come un attore capace di influenzare gli equilibri elettorali. In Italia, il voto dei romeni meriterebbe maggiore attenzione, non solo per il suo peso numerico, ma anche per la capacità di rafforzare i legami tra i due Paesi.

La Romania nell’arena geopolitica: una sentinella orientale

Oltre a essere un partner economico rilevante per l’Italia, la Romania riveste un ruolo cruciale nella geopolitica dell’Europa orientale. Membro dell’Unione Europea e della NATO, il Paese funge da baluardo contro l’influenza crescente della Russia e di altre potenze emergenti. In un contesto internazionale segnato da tensioni geopolitiche, la posizione strategica della Romania è diventata sempre più centrale.

Le scelte politiche romene, dunque, non riguardano solo i suoi cittadini, ma hanno ripercussioni significative sull’intera regione. L’ascesa di figure come Georgescu, sostenute da un elettorato in cerca di affermazione nazionale e sovranità, riflette un clima di incertezza e polarizzazione che caratterizza anche altri Paesi europei. In questo scenario, l’Italia dovrebbe prestare maggiore attenzione agli sviluppi politici romeni, considerando che anche George Simion, terzo classificato, appartiene al gruppo europeo dei “Conservatori”, lo stesso di Fratelli d’Italia.

Conclusioni: un voto rilevante ma poco considerato

Le elezioni presidenziali romene del 2024 confermano che il Paese sta attraversando una fase di cambiamento, con l’emergere di nuove forze politiche e la crescente influenza della diaspora. In particolare, il voto della comunità romena in Italia ha avuto un impatto significativo, ma resta spesso sottovalutato dalla stampa italiana, che tende a ignorare il ruolo strategico della Romania in Europa.

Per l’Italia, è fondamentale riconoscere l’importanza della comunità romena non solo in termini numerici, ma anche come ponte strategico nelle relazioni bilaterali e nelle dinamiche europee. Solo un maggiore interesse e una comprensione più profonda delle elezioni e della politica romena potranno favorire una cooperazione più solida e vantaggiosa per entrambi i Paesi, in un contesto internazionale in continua evoluzione.

Commenti

Devi fare login per commentare

Accedi

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi diventare un brain?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.