UE
Primo turno delle Presidenziali in Romania: un risultato contro ogni aspettativa
Le elezioni presidenziali romene del 2024 offrono uno spunto interessante per analizzare non solo la politica interna della Romania, ma anche la crescente influenza della diaspora, in particolare quella romena in Italia
Le elezioni presidenziali romene del 2024 offrono uno spunto interessante per analizzare non solo la politica interna della Romania, ma anche la crescente influenza della diaspora, in particolare quella romena in Italia, e la geostrategia del paese nell’Europa dell’Est. Il panorama elettorale, dominato da una competizione tra Călin Georgescu, un candidato indipendente di estrema destra, ed Elena Lasconi, rappresentante dell’USR (Unione Salvata la Romania), non solo evidenzia il cambiamento nelle preferenze politiche dei romeni, ma riflette anche una certa disattenzione della stampa italiana riguardo al ruolo della Romania e alla sua comun
Il quadro elettorale: dominanza della destra e l’emergere di nuove voci
Al primo posto nelle elezioni presidenziali romene, con quasi il 23% dei consensi, si trova Călin Georgescu, un candidato indipendente che ha guadagnato una significativa popolarità tra i romeni, soprattutto tra coloro che sono disiullusi dai partiti tradizionali. Il suo successo nelle urne, al primo turno, sottolinea la crescente attrazione verso figure fuori dal sistema politico tradizionale, spesso premurose come alternative più sincere o meno compromesse. Georgescu, di orientamento di estrema destra, rappresenta una corrente che si sta rafforzando in Romania e che ha trovato spazio anche in altri paesi dell’Europa dell’Est.
Al secondo posto si trova Elena Lasconi, candidata dell’USR, un partito che ha cercato di guadagnarsi il favore di coloro che aspirano a una politica più moderna e progressista, più attenta alla lotta contro la corruzione e alle riforme istituzionali. La sua performance, che supera quella del primo ministro Marcel Ciolacu, rappresenta un segnale che la Romania sta vivendo un cambiamento nelle sue preferenze politiche, con l’emergere di forze politiche che promettono un’alternativa alla tradizione di governo dei partiti
Il terzo posto di George Simion e dell’Alleanza per l’Unione dei Romeni (AUR), con circa il 14,1% dei voti, evidenzia la forza della destra nazionalista in Romania, che continua a raccogliere consensi tra elettori che chiedono un ritorno a valori più tradizionali e un’opposizione all’influenza esterna, in particolare a quella dell’Unione Europea. Questo risultato, seppur meno rilevante rispetto ai primi due candidati, mostra come il panorama politico romeno sta diventando sempre più frammentato
La diaspora romena in Italia: un voto fondamentale e spesso ignorato
In queste elezioni, come avviene ormai spesso nella politica romena, il voto della diaspora è stato cruciale per i risultati ottenuti dai candidati come Georgescu e Lasconi, ma raramente la stampa italiana non dedica la giusta attenzione al comportamento elettorale della comunità romena.
Questo disinteresse potrebbe essere legato a una percezione errata o superficiale riguardo alla rilevanza politica della diaspora, che invece sta emergendo come un attore significativo, capace di influenzare l’esito delle elezioni. In Italia, il voto della comunità romena dovrebbe essere preso più seriamente, non solo per motivi elettorali, ma anche per la sua capacità di rafforzare i legami tra i due paesi.
Il ruolo geopolitico della Romania e l’importanza strategica per l’Italia
La Romania, oltre a rappresentare un partner economico e commerciale per l’Italia, gioca un ruolo cruciale nella geopolitica dell’Europa dell’Est. Membro dell’Unione Europea e della NATO, la Romania si trova in una posizione strategica, fungendo da sentinella orientale contro le crescenti influenze della Russia e altre potenze emergenti. In un contesto internazionale in cui le tensioni geopolitiche sono aumentate, il paese ha acquisito una posizione sempre più centrale .
Le scelte politiche della Romania, quindi, non riguardano solo i suoi cittadini, ma hanno ripercussioni su tutta la regione. La crescente polarizzazione del voto, con un forte sostegno per candidati di estrema destra come Georgescu riflette anche un desiderio di riaffermare l’identità nazionale e di proteggere la sovranità del paese in un contesto internazionale incerto. In questo scenario, l’Italia dovrebbe prestare maggiore attenzione agli sviluppi politici in Romania, poiché le sue scelte politiche avranno un impatto diretto sulle relazioni tra i due paesi e sulle sfide comunitarie. Non possiamo dimenticare che il terzo candidato , espressione del partito AUR , si colloca in Europa tra i “Conservatori” ovvero lo stesso gruppo di Fratelli d’Italia .
Conclusioni: un voto che conta ma che resta in ombra
Le elezioni presidenziali in Romania dimostrano che il paese sta vivendo una fase di cambiamento significativo, con l’emergere di nuove forze politiche e la crescente rilevanza della diaspora. In particolare, il voto della comunità romena in Italia ha avuto un impatto importante, ma spesso sottovalutato dalla stampa italiana, che tende a ignorare il ruolo geopolitico della Romania e la sua crescente influenza a livello europeo.
Per l’Italia, è fondamentale riconoscere l’importanza di questa comunità, non solo sotto il profilo numerico, ma anche come elemento strategico nelle relazioni bilaterali e nelle dinamiche europee. Solo un maggiore interesse e una più profonda comprensione della Romania e delle sue elezioni potranno favorire una cooperazione più solida e vantaggiosa per entrambi i paesi, in un contesto internazionale
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