UE
Nord Irlanda, vandali contro il prete antiBrexit
L’episodio è avvenuto un paio di settimane fa. Ed ha riportato alla memoria scontri del passato, mai sopiti nella memoria non solo dell’Irlanda del Nord, ma di tutto il mondo. Perché una delle preoccupazioni principali oggi tra il Nord Irlanda e la Repubblica è che l’eventuale costruzione di un confine causato dalla Brexit possa riaccendere quegli scontri che rimandano alla memoria i Troubles degli anni ’70, che l’accordo di pace attualmente in vigore non ha mai sopito ancora del tutto.
Padre Joe Mc Veigh ( a sinistra nella foto che lo ritrae con il gesuita Joe Mallin a una commemorazione dell’Easter Rising) al ritorno da due funerali nella sua parrocchia di Lisbellaw, vicino ad Enniskillen, città che si trova nel bel mezzo della contea di Fermanagh, una delle sei dell’isola che sono sotto il governo inglese, si è trovato la casa distrutta dai vandali.
“Non è stato un episodio causale – ha detto Padre Joe all’Irish Catholic – i vandali hanno aspettato che mi allontanassi per ben quattro ore ma perché hanno usato degli strumenti di precisione per distruggere le mie finestre con i doppi vetri . Non erano ragazzini”. E’ risaputo che i paramilitari seppur “silenti” sia sul fronte lealista che su quello repubblicano non si sono mai sciolti. Il sacerdote ha forse voluto alludere a questo?
Mc Veigh è conosciuto per il suo impegno civile e di giustizia sociale. La sua parrocchia si trova in un villaggio di loyalisti, come lui stesso ammette (protestanti fedeli alla Gran Bretagna, ndr) “non mi hanno mai dato problemi – dice – salvo aver apposto qualche bandiera britannica vicino alla mia casa”.
La ragione per cui padre Mc Veigh pensa di essere stato preso di mira con un atto così forte, subito condannato dai vertici del Nord Irlanda, tra cui il vice primo ministro, esponente dello Sinn Fein, Martin Mc Guinness è la sua opposizione alla Brexit, l’impegno per la campagna del Remain che, oltretutto da queste parti ha portato a casa il 60 percento.
E se la corsa all’ottenere il passaporto doppio Nord Irlanda – Repubblica, come prevedono gli accordi di pace del 1998 è già iniziata da mesi – una misura che vale però unilateralmente solo per i cittadini britannici e non per quelli dell’Eire – la vera paura, come dicevamo è la ricomparsa del confine.
Enda Kenny, primo ministro Irlandese, in una recente intervista alla BBC ha parlato della necessità di decidere tra un “soft” ed un “hard” border. Ed è una questione non da poco. Sempre McGuinness ha proposto che la possibilità di un doppio passaporto sia estesa anche ai cittadini della Repubblica, soprattutto quelli che lavorano a Nord.
Intanto padre McVeigh ha lanciato un appello ai suoi aggressori: poterli incontrare. La Chiesa in Irlanda che si prepara alla visita di Papa Francesco nel 2018 sa bene che questo più degli anni passati per le implicazioni interne che l’abbandono dell’Europa da parte della Gran Bretagna rischia di portare con sé può e deve essere un momento di dialogo. Ecumenico.
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