UE

Molti governi negano l’accesso del Parlamento europeo a documenti fiscali chiave

1 Dicembre 2015

Sembra di essere tornati nel Medioevo. Ancora dopo diversi mesi, i membri del comitato TAXE del Parlamento europeo non riescono ad ottenere l’accesso ad alcuni documenti interni della Commissione europea, del Consiglio e degli Stati membri. Inoltre, quando finalmente ottenuto il permesso, secondo le normative applicate, l’accesso sarà concesso solo in una sala di lettura, senza dare ai deputati la possibilità di prendere appunti né di comunicare all’esterno quanto contenuto nei documenti. Se già questo non bastasse a vanificare l’operato del comitato, manca comunque il consenso di metà degli Stati membri.

La Commissione UE soggiace al principio di chiedere il permesso agli stati membri per l’accesso ai documenti, anche quando questo per la maggior parte dei documenti non sembrerebbe necessario, secondo il parere giuridico dei Verdi al Parlamento europeo.

Sven Giegold, portavoce del gruppo Verdi / ALE e responsabile della politica finanziaria ed economica, ha commentato: “E’ chiaro che i principali paradisi fiscali in Europa hanno paura delle indagini del Parlamento europeo. E’ uno scandalo che l’accesso ai documenti sia negato anche nelle condizioni più restrittive. Chiedo ai Paesi di rinunciare alla loro segretezza e concedere l’accesso del Parlamento europeo ai documenti. La mancanza di cooperazione per combattere il dumping fiscale è ai danni di coloro che pagano le tasse correttamente”.

Anche se i Paesi tornassero ad un atteggiamento più democratico, le riduttive condizioni di accesso ai documenti, come abbiamo accennato, restano uno scandalo. Il Parlamento europeo dovrebbe avere in ogni caso il diritto di accedere ai documenti del Consiglio e della Commissione Ue, anche se con le ovvie garanzie di riservatezza. Un forte parlamento come il Parlamento europeo non deve pregare per esercitare i propri diritti, ma semplicemente esercitarli. Oppure dovrebbe intraprendere azioni legali, se l’accesso ai documenti fosse ancora negato.

Questi sono i Paesi che negano l’accesso ai documenti o hanno ignorato la richiesta della Commissione europea (non sono state fornite informazioni più precise):

BELGIO; ESTONIA; FINLANDIA; GRECIA; UNGHERIA; LETTONIA; LUSSEMBURGO; MALTA; PAESI BASSI; ROMANIA; SLOVENIA; SPAGNA; SVEZIA; REGNO UNITO

Questi Paesi hanno consentito un accesso limitato ai documenti (un primo passo positivo è che paradisi fiscali come l’Irlanda, Austria, Cipro sono tra questi Paesi, così come la Germania, l’Italia e la Francia):

AUSTRIA; BULGARIA; CROAZIA; CIPRO; REPUBBLICA CECA; DANIMARCA; GERMANIA; FRANCIA; IRLANDA; ITALIA; LITUANIA; POLONIA; PORTOGALLO; SLOVACCHIA.

 

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