UE
L’Italia della ricerca e innovazione si riunisce a Bruxelles
Che ruolo per la ricerca e l’innovazione nella sfida dell’autonomia strategica europea? La rete delle organizzazioni italiane a Bruxelles rilancia le attività con il proprio evento annuale
In un momento storico in cui l’autonomia dell’Europa è messa alla prova dalla crisi delle forniture energetiche, ricerca e innovazione assumono un ruolo cruciale per garantire non solo gli approvvigionamenti, ma anche la tenuta politica unitaria e in fin dei conti l’indipendenza del continente e dell’Unione. In tale contesto la possibilità di diversificare le fonti come di fare leva sulla tecnologica per rendere efficienti quelle esistenti e trovarne di nuove ha un significato politico stretto, non solo economico. Dalle innovazioni di oggi dipenderà la capacità di ampliare o meno le sfere di influenza europea domani e di orientare la politica economica, ma soprattutto quella estera, della difesa e interna.
Non a caso il il titolo dell’evento annuale del GIURI – la rete di 62 organizzazioni italiane con sede a Bruxelles operanti nel settore della ricerca e dell’innovazione è ‘The EU path to autonomy and resilience – exploring the key role of research and innovation’. L’appuntamento si è tenuto il 4 ottobre, a Bruxelles, presso la delegazione Ue della Regione Emilia-Romagna.
«Il GIURI – ha sottolineato Mattia Ceracchi, responsabile dell’ufficio di Bruxelles di APRE, Agenzia per la promozione della ricerca europea e coordinatore del network – si è dato in questi anni difficili una duplice missione: rafforzare e connettere il sistema italiano a Bruxelles attorno alle tematiche della ricerca e dell’innovazione, e alzare l’attenzione su tali temi a livello nazionale e territoriale, per contribuire a costruire il brand “Horizon” in Italia, una necessità decisiva se si considera l’importanza che il Programma Horizon ha per il nostro Paese, in termini di investimenti e opportunità di collaborazione».
All’iniziativa hanno preso parte, tra gli altri, Vincenzo Colla, assessore allo sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione della Regione Emilia-Romagna, Joanna Drake, Vicedirettrice generale della Direzione Generale Ricerca e Innovazione della Commissione europea, oltre ad altri esponenti istituzionali e rappresentanti della ricerca e dell’industria italiana.
L’evento ha messo in luce la rilevanza delle politiche e degli investimenti europei in materia di ricerca e innovazione per il raggiungimento degli obiettivi di autonomia strategica dell’Unione, importanza sempre più marcata nell’ambito di un contesto internazionale caratterizzato da nuove crisi e sfide. La tavola rotonda ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Michele Bologna, Responsabile Affari europei di Enel e di Lucanos Strambini, ricercatore dell’Istituto di Elettronica e di Ingegneria dell’Informazione e delle Telecomunicazioni del CNR. Il focus principale è stato sulla nuova strategia sull’energia solare e sulla normativa in materia di semiconduttori, due temi cruciali nell’ottica delle politiche sulla doppia transizione verde e digitale portate avanti da Bruxelles.
«Il contributo dell’Unione Europea – ha affermato in apertura Vincenzo Colla – è fondamentale per la ricerca nei territori. In Emilia-Romagna la creazione dell’ecosistema della ricerca e innovazione è stata legata alla capacità dei soggetti pubblici e privati di riconoscersi e di cooperare. La sfida dell’Emilia-Romagna è fare investimenti di sostenibilità che allo stesso tempo creino lavoro di qualità. In questo momento l’UE deve arrivare in tempo per dare una risposta alla crisi energetica sui territori, da parte nostra faremo il possibile per sviluppare energia di continuità, che significa investimenti di prossimità per biogas, biometano, idrogeno e altre fonti rinnovabili».
«L’Unione europea – ha ribadito Joanna Drake nel suo keynote speech – può contribuire all’espansione e al rafforzamento della comunità di ricerca e innovazione italiana, che potrà a sua volta andare a beneficio degli sforzi volti a proteggere e trasformare l’Italia nel suo insieme. Nel mondo post-pandemico, la ricerca e l’innovazione, se ben orientate, hanno il potenziale per allentare le divisioni sociali e territoriali e contribuire a una crescita inclusiva guidata dalle capacità innovative di paesi, regioni e aziende».
L’evento ha fornito l’occasione per rilanciare le attività del GIURI, piattaforma informale che riunisce gli uffici di collegamento e di rappresentanza degli interessi degli stakeholder italiani presso le istituzioni europee, operanti nel settore della ricerca e dell’innovazione (università, centri di ricerca, industrie, associazioni di categoria, intermediari finanziari, regioni ed enti locali
Fin dalla sua istituzione, nel 2011 lo scopo di questa rete è facilitare e migliorare l’interazione, lo scambio d’informazioni e la cooperazione tra i suoi membri, i rispettivi sistemi di riferimento nazionali e le istituzioni europee. La piattaforma pone particolare attenzione alla condivisione di esperienze e know-how nel settore della ricerca e dell’innovazione in ambito europeo, con particolare riguardo al Programma quadro europeo di R&I ed ai dossier politici d’interesse.
Negli ultimi anni, a partire dall’avvio del processo di definizione del nono Programma Quadro europeo di R&I (Horizon Europe), il GIURI ha intensificato la propria attività di rappresentanza degli interessi a livello europeo della comunità italiana di R&I, sia mediante incontri periodici con rappresentanti della Commissione europea e con rappresentanti delle istituzioni italiane impegnate nella definizione di Horizon Europe, sia attraverso la redazione di position paper dedicati e la diffusione di un appello di sostegno agli investimenti in ricerca, innovazione e competitività all’interno del bilancio pluriennale dell’Unione.
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