UE
Le prossime elezioni europee cambieranno la Ue?
Tra il 23 e il 26 maggio prossimi si terranno le elezioni europee. Ogni paese potrà scegliere la data del proprio voto all’interno di quella finestra e così l’Italia, che non ha ancora fissato i propri giorni elettorali.
Ma che cosa dobbiamo aspettarci? I pronostici si susseguono: i sondaggi premiano ora i “populisti” ora i “partiti tradizionali” e sappiamo quanto queste rilevazioni possano prendere cantonate anche grosse.
La domanda che però bisogna davvero porsi non è quale partito vincerà, ma quale idea di Europa prevarrà; in altre parole cosa chiedono gli elettori al parlamento europeo che vanno a rinnovare? Per provare a rispondere a questo interrogativo ci siamo rivolti a Nicholas Leone, cronista parlamentare dell’agenzia di stampa Il Velino con più di 12 anni di esperienza, attento e stimato osservatore delle dinamiche politiche italiane ed europee.
Partiamo dalla situazione attuale: guardando a fenomeni diffusi in tutta Europa come la crisi dei partiti tradizionali, la Brexit, le richieste di indipendenza della Catalogna e via elencando, quanto è grave la crisi dell’Europa?
«Tra tutti questi fenomeni si intravede un filo conduttore: l’incapacità delle istituzioni e delle dinamiche politiche tradizionali di intercettare le pulsioni dei cittadini e di rappresentarne le istanze immediate. Uno scollamento che ha consentito il dilagare dei movimenti sovranisti e antisistema».
Quando è iniziata la Brexit, nel 2016, alcuni osservatori hanno affermato che così l’Europa si sarebbe finalmente potuta riformare, perché il Regno unito era un freno. Questa riforma non c’è stata. Secondo te con queste elezioni arriverà il cambiamento?
«L’idea che l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea bastasse a farla decollare era evidentemente illusoria. A frenare l’Unione sono molti fattori, tra i quali le sue macchinose modalità di funzionamento e, ancor più in generale, la difficoltà che tutti noi proviamo nel pensare in termini europei anziché nazionali. Vista la crescita, non solo in Italia, delle spinte populiste e dei movimenti sovranisti, è difficile immaginare che dopo il voto europeo la macchina dell’Unione possa procedere più speditamente».
Cosa si aspettano gli italiani da queste elezioni europee?
«Per le ragioni appena accennate credo che sarà automatico il riflesso di interpretare il voto europeo in chiave prevalentemente italiana. Mi riferisco innanzitutto al ribaltamento in corso nei rapporti di forza tra Movimento 5 Stelle e Lega. Inoltre, le aspettative degli elettori che si riconoscono nell’attuale governo e di quelli che sostengono le opposizioni, in particolare il Pd, sono molto diverse. In questo senso sarà interessante, seppure un po’ semplificatorio, leggere il responso delle urne come un referendum tra nazionalisti governativi da una parte ed europeisti, più o meno convinti, dall’altra».
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