UE

L’aumento di garanzie per l’ELA alle banche greche è la debolezza della BCE

7 Luglio 2015

Chapeau all’haircut!  Oggi il comitato direttivo della BCE ha annunciato di aver ridotto il valore di garanzia dei titoli greci depositati dalle banche a fronte della fornitura di liquidità di emergenza, l’ELA. In un momento in cui sarebbe stato giusto il silenzio, o un’esortazione a fare in fretta, la BCE ha scelto di intervenire con una bomba carta, giusto per far capire che non è equidistante. Stavolta l’ho capito perfino io, che ho difeso la BCE in tutte le puntate di questa telenovela greca. Talvolta ho scritto che la BCE non è cattiva, l’hanno disegnata così. Ma la decisione di oggi, e soprattutto il comunicato che la accompagna, mostra che anche nella BCE c’è un problema: è un animale con molte teste, e non altrettanti cervelli.

Ricordiamo la decisione di Draghi, dopo aver incontrato Varoufakis per la prima volta in  febbraio, e il ginepraio di polemiche sul fatto che la BCE si fosse schierata contro la Grecia. Ricordiamo le stesse polemiche che si sono levate la settimana scorsa per la decisione di congelare l’ELA al livello di 89 miliardi, che sono state riportate anche su queste colonne in un pezzo di Charles Wyplosz. Tutte decisioni importanti, che avrebbero in qualche modo cambiato la storia, se fossero state prese in maniera diversa. E invece la verità emerge da una decisione stupida, e che non cambierà la storia, ma che ci racconta tutta la debolezza della BCE.

Il comunicato stampa riporta che il consiglio direttivo della BCE ha mantenuto il livello di ELA allo stesso valore del 25 giugno, ma che gli haircut del collateral cono stati rivisti. Poi c’è un terzo punto sul quale per ora teniamo un po’ di suspence. Qual è l’effetto dell’aumento dell’haircut? Vuol dire che per mantenere gli stessi 89 miliardi di fondo di assistenza le banche devono depositare più “collaterale”, cioè più garanzia, se la garanzia è in titoli del debito greco. Equivale a una riduzione dell’ammontare di ELA? Non lo sappiamo, perché non sappiamo se le banche greche abbiano carenza di “collaterale”. La logica suggerisce di no, altrimenti non avrebbe avuto senso per i greci lamentarsi del fatto che l’ELA non fosse stata aumentata, se non avevano il collaterale per ottenerla.

L’effetto sicuro è invece che la BCE avrà più carta greca da escutere in caso di default della Grecia. Ecco il messaggio. La BCE pensa a se stessa e a difendersi dal rischio di credito. E’ un atteggiamento che stride con quello che ha tenuto nel varare il Quantitative Easing, quando Mario Draghi in conferenza stampa si mostrava sorpreso e divertito dalle domande sul rischio di credito. E alla fine il Quantitative Easing è stato fatto creando di fatto una bolla sui mercati dei titoli di stato, comprimendo gli spread al di sotto del livello che sarebbe stato giustificato dal rischio di credito. Cuccagna per tutti, quindi, meno che per la Grecia.

E il messaggio non è solo che la BCE pensa a se stessa. La BCE ritiene aumentata, dopo il No al referendum, la probabilità di default della Grecia. Non una trovata originale. Anche il Fondo Monetario Internazionale ha pubblicato, a due giorni dal referendum (e il Financial Times ci informa che qualcuno ha provato a ritardarne la pubblicazione) uno studio in cui mostra che il debito greco è insostenibile. Insomma, due membri della Troika su tre sono d’accordo con quello che Tsipras e Varoufakis avevano affermato già a febbraio. Ce lo fanno sapere senza vergogna, nonostante di fatto abbiano governato loro dal 2010.

Il messaggio poi viene in un giorno che si era aperto con le dimissioni di Varoufakis, su richiesta di Tsipras, per togliere d’imbarazzo la controparte. E’ come se Menelao avesse cacciato Achille all’assedio di Troia. La risposta a questo segnale di distensione è stata forse l’incoraggiamento al dialogo? No, è stato l’haircut: intanto mi paro il caveau, poi fate voi. Un gesto esemplare e alto come andare a fare “bum” a un condannato a morte di fronte a un plotone di esecuzione.

Se non bastasse la farsa, ecco il finale, che abbiamo lasciato per la suspence.  Al terzo punto, il comunicato ci rende edotti che: “il Consiglio Direttivo monitora da vicino la situazione dei mercati finanziari”. E perché? Per vedere da vicino l’effetto che fa? E la frase finale del comunicato ricorda quasi in parodia quella famosa di Draghi quando dice: “The Governing Council is determined to use all the instruments available within its mandate”. Magari uno strumento avrebbe potuto essere tenersi lo stesso rischio di credito greco di prima, visto l’ammontare di rischio di credito di tutti gli altri che la BCE si è presa con il QE.

In conclusione, la decisione di oggi ci consegna dubbi seri sull’affidabilità della BCE. E’ vero che la decisione può essere stata lasciata passare come un pedaggio di poco costo ai falchi del Consiglio. Ma ci chiediamo cosa succederà quando la BCE dovrà di nuovo essere decisiva, quando dovrà usare l’OMT. Sappiamo che dietro il tentativo dei greci di far passare il debito all’ESM c’è la speranza di poter innescare la difesa della BCE. L’OMT è il napalm. Una volta che la decisione politica è presa la BCE può, anche se non deve, intervenire e spengere ogni speculazione, con la sola minaccia di intervento. Ma oggi questa minaccia è meno forte, per una crisi greca e per le crisi che verranno. Perché il napalm non si usa a maggioranza, lo deve usare un solo uomo e un cervello.

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