Partiti e politici
La Battaglia di Valmy
Tempo addietro, forse troppo anche per i miei gusti, quando ero segretario pro-tempore (aggettivazione da usare più spesso per indicare la precarietà della politica) nella Regione Toscana per un partito, oggi al lumicino, adottai un metodo che funzionò. Volevo parlare e incontrare le singole persone, famiglie senza che la diluizione in folla pregiudicasse l’opportunità di sapere, conoscere e valutare i problemi e contestualmente concordare le opportunità di risposta agli stessi. Una politica “gentile” , a dispetto del mio stesso orrendo carattere bellicoso e talora aggressivo. Parlai con tutti, d’altra parte il partito indistinto (grande errore) me lo consentiva, ex-fascisti ed ex stalinisti. In una stanza della sede del Parlamento Europeo a Roma riuscii a colloquiare con due ex-deputati europei, uno di estrema sinistra e uno di estrema destra. Insomma la politica del sistema e del colloquio.
Nell’ascoltare con fatica e molta riluttanza il futuro prossimo ex-ma-non-si-sa-segretario PD, ho avuto un moto di sconcerto, evocato dai toni di prepotenza e tanto tantissimo ritorno al giurassico di giochini passati ma non trascorsi. Non è bastato che la stessa occupazione militare e sistematica del potere, acquisita come scontata in Umbria e Toscana, sul modello Emilia, non abbia ripagato. Non è bastato che le isole PD si stiano restringendo come lana lavata a 180°, con il risultato dell’infeltrimento che rende inutilizzabile ogni indumento, anche quello politico. Non è bastato che abbia portato tutti, anche i cittadini non iscritti a questo sedicente e non certo seducente partito, allo sfascio economico, non è bastato che ci abbia reso privi di una politica estera colloquiale con altri Stati, non è bastato, no! E così è nata una rivoluzione tumultuosa, dai contorni incerti, un blob indefinito. Ora, nulla è più pericoloso dell’acqua che non ha forma, perché assume ogni limite che altri impongono. Ed è poi tumultuosa, basta leggere alcuni forum di un quotidiano che traduce ormai il loro pensiero.
Né a sinistra, quella che da una vita frequento, non certo quella in cui ho militato e che era casa mia, si osservano barlumi di sensibilità politica. Il silenzio fragoroso arriva dall’elettorato che muto e pacifico demanda un 14 luglio agli “Straccioni di Valmy”, quelli che sconfissero alle porte di Parigi il Generale prussiano Brunswick.
Non si offendano i rappresentati dello tsunami giallo a 5 stelle. Credo sia un complimento con insito l’augurio che possano far meglio del Brumaio. Tuttavia restano incognite, specie quando una generazione, quella degli ultra (50 + fino al limitar della vita) fa fatica a credere agli ultras della politica. Anche se le stime dicono che i primi abbiano iniziato a riversare consensi verso i secondi.
Ok, lasciamoli lavorare anche con la Confindustria. Aveste visto, manovre governative e placet degli Industriali. Più prestito di così! Ma occupare il vuoto creato a sinistra non sarà facile nè tanto meno semplice delinearne i contorni. Non resta altro, visto che nè la natura nè la politica sopportano il vacuo!
Ma c’è un “ma” grande quanto i confini del Vecchio Continente. In un momento in cui l’Europa deve essere ridisegnata anche con il nostro concorso, l’ipotesi di un’Europa a 40 velocità ( http://www.frontiere.eu/europa-40-velocita-unipotesi-rifondare-lunione/) in virtù del Glocal, come ha intuito un saggio Vecchio della politica, Piero Bassetti( http://www.frontiere.eu/europa-la-minaccia-del-localismo ) noi usciamo dalla comune e percorriamo la strada opposta. O meglio potremmo percorrerla, se le vele della protesta fossero gonfie di vento antieuropeista. Un’onda inarrestabile e quella sì pericolosa. In quelle lande europee si vedrà la nobilitade stellare. Cosa diranno ai nostri cugini francesi, belgi etc.?
Ma è molto chiedere una politica gentile? Una politica fatta e proposta per le persone anziché partiti, gruppi etc. Vista la dilagante morte dei comitati elettorali, i buoni propositi grillini devono anche tradursi in due filoni di lavoro: una politica estera definita, non di tipo blob isterico e una politica dai contorni accattivanti, non aggressivi e possibilmente con volti femminei.
Gli esempi muliebri a 5S sono francamente la copia malfatta e peggio riuscita dell’aggressività maschile. Ci sono esempi di donne o Comitati che portano avanti il problema della parità, quella vera, in modo costruttivo e non esasperato. Ci sono modi e modi per fare una politica dal volto umano. Lì ad esempio Veltroni ci riusciva bene, fino ad essere oggi rimpianto dai suoi stessi detrattori. Ci manca Nilde Iotti, la nostra Iron Lady, che indossava dei pantaloni gentili ma con la riga dritta e ben stirata. Insomma, cari Straccioni di Valmy, onore al merito ma adesso dovete parlare a tutte le componenti del Paese, donne, uomini, gruppi, operai, disoccupati in modo costruttivo e, perché no, gentile, istituzionale avendo come vessillo non un blog ma la nostra Costituzione, la Sacra Carta.
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