UE

Green deal, conferenza sul futuro, Brexit: la settimana del parlamento europeo

17 Gennaio 2020

Green deal europeo, biodiversità, conferenza sul futuro dell’Europa, Brexit, stato di diritto in Ungheria e Polonia: sono questi i punti chiave discussi nella prima sessione plenaria del 2020 del Parlamento Europeo che ha chiesto di alzare l’asticella sul clima e di mettere i cittadini al centro del dibattito sulle riforme dell’Unione Europea.

Il futuro del pianeta resta una priorità e mercoledì 15 il Parlamento ha ufficialmente appoggiato il piano dell’Unione Europea per diventare climaticamente neutrale entro il 2050, chiedendo obiettivi di riduzione delle emissioni più alti del 55% per il 2030.

Accelerare la riduzione delle emissioni di gas effetto serra

Il Parlamento ha chiesto una normativa ambiziosa in materia di clima e di portare al 55%, rispetto ai livelli del 1990, l’obiettivo dell’UE per il 2030 in materia di riduzione delle emissioni interne di GES (invece che “tra il 50% e il 55%”, come proposto dalla Commissione). Inoltre, ha esortato la Commissione a presentare quanto prima una proposta in tal senso, per consentire all’Unione di adottare tale obiettivo con largo anticipo rispetto alla COP26 di novembre.

Per prevenire il trasferimento delle emissioni di CO2, inoltre, data la persistenza di diversi gradi di ambizione in campo climatico su scala mondiale, i deputati hanno chiesto alla Commissione di lavorare a un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere compatibile con l’OMC.

I deputati hanno sottolineato che modificheranno qualsiasi proposta legislativa per raggiungere gli obiettivi del Green Deal e hanno chiesto obiettivi più elevati per l’efficienza energetica, l’energia rinnovabile, inclusi, per quest’ultima, obiettivi nazionali vincolanti per ogni Stato membro, e una revisione di altre normative UE nel campo del clima e dell’energia entro giugno 2021.

Transizione verso un’economia sostenibile

I deputati hanno discusso su come finanziare la transizione verso un’economia sostenibile, e sostenere le regioni maggiormente coinvolte. Il Piano di investimenti del Green deal europeo è progettato per attrarre almeno 1000 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati durante i prossimi dieci anni. Trasformare l’UE in un’economia climaticamente neutrale entro il 2050 richiede enormi investimenti nelle tecnologie energetiche pulite. Secondo le stime della Commissione europea, il raggiungimento dell’obiettivo intermedio di riduzione del 40% dei gas serra entro il 2030 richiederà un investimento annuo aggiuntivo di 260 miliardi di euro. Il Meccanismo per una transizione giusta si baserà su tre pilastri: il Fondo per una transizione giusta (sette miliardi e mezzo di euro), il flusso di finanziamenti di InvestEU e i prestiti della Banca europea per gli investimenti sostenuti dal bilancio UE.

Conferenza sul futuro dell’Europa

I deputati vogliono che i cittadini siano al centro delle discussioni su come affrontare le sfide interne ed esterne che non erano state previste al momento dell’adozione del trattato di Lisbona (la più recente riforma dell’UE). Cittadini di ogni estrazione, la società civile organizzata e i portatori di interessi a livello europeo, nazionale, regionale e locale devono essere coinvolti nella definizione delle priorità dell’UE, con un approccio dal basso verso l’alto, inclusivo, partecipativo ed equilibrato. Il Parlamento propone di istituire diverse agorà tematiche dei cittadini (forum tematici dei rappresentanti dei cittadini), e almeno due Agorà dei giovani, ognuna composta da 200-300 persone, con un minimo di tre per Stato membro. I rappresentanti delle agorà tematiche dei cittadini e dei giovani discuteranno le loro conclusioni nella plenaria della Conferenza con gli eurodeputati e i rappresentanti dei parlamenti nazionali, i ministri del Consiglio, i vicepresidenti della Commissione e i rappresentanti di altre istituzioni, organi e parti sociali dell’UE.

Brexit

Sempre il 15 gennaio, il Parlamento ha adottato una risoluzione chiedendo di garantire la protezione dei diritti dei cittadini di UE e Regno Unito in seguito alla Brexit. Nel testo redatto si invita ad avviare o intensificare le campagne di informazione per i cittadini sui loro diritti e si incoraggia l’UE-27 ad adottare misure che garantiscano la certezza del diritto ai cittadini del Regno Unito residenti nel territorio degli Stati membri.

Biodiversità

In vista della Conferenza ONU sulla biodiversità, i deputati hanno chiesto obiettivi vincolanti a livello UE e globale per contrastare la scomparsa della biodiversità. Per i deputi sono necessari obiettivi vincolanti di riduzione dell’uso di pesticidi.

Durante la settimana, il Parlamento ha inoltre discusso anche di misure per combattere il divario retributivo di genere. Le donne lavoratrici nell’UE guadagnano in media 16% in meno all’ora rispetto agli uomini. La percentuale più alta si riscontra in Estonia (25,6%). A seguire: Repubblica Ceca (21,1%), Germania (21%), Regno Unito (20,8%), Austria (19,9%) e Slovacchia (19,8%) – dati del 2017. Le percentuali più basse si ritrovano in Slovenia (8%), Polonia (7,2%), Belgio (6%), Italia e Lussemburgo (entrambi 5%) e Romania (3,5%). La parità retributiva è disciplinata da una direttiva UE, ma il Parlamento europeo ne ha ripetutamente chiesto la revisione e ulteriori misure. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha annunciato che la sua Commissione lavorerà su una nuova strategia europea per l’uguaglianza di genere e su misure vincolanti per la trasparenza retributiva. Si voterà in merito più avanti nel mese di gennaio.

Stato di diritto in Polonia e Ungheria

Il Parlamento ha anche adottato una risoluzione che critica il peggioramento dello stato di diritto in Polonia e Ungheria. Nel settembre 2018, il Parlamento ha chiesto al Consiglio di agire per evitare che le autorità ungheresi violassero i valori fondanti dell’UE. I deputati si sono detti preoccupati soprattutto per i rischi relativi a indipendenza giudiziaria, libertà di espressione, corruzione, diritti delle minoranze e per la situazione dei migranti e dei rifugiati. I ministri UE hanno tenuto due audizioni con il governo ungherese, nel settembre e nel dicembre 2019. I deputati hanno più volte criticato il fatto di non essere stati formalmente inclusi in queste discussioni. Le autorità polacche si sono difese davanti al Consiglio in tre occasioni, nel periodo da giugno a dicembre 2018. Le audizioni in corso con Polonia e Ungheria non hanno portati questi paesi a riallinearsi ai valori fondanti dell’UE.

In seguito ai recenti eventi, inoltre, i deputati hanno discusso la situazione in Iran, mentre il re Abdullah II di Giordania ha sottolineato l’importanza della pace in medio Oriente nel suo discorso in Parlamento.

Infine, il primo ministro croato Andrej Plenković ha presentato le priorità della nuova presidenza croata del Consiglio europeo.

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