Governo
L’evasione dalla moneta
In un mondo globalizzato, unico grande mercato attraversato da pulsioni liberiste, come si può continuare a spingere il cittadino medio a consumare? L’economia mondiale non sta vivendo una condizione di forma brillante a causa di differenti fattori. Inoltre lo strumento principale di qualunque transazione, la moneta, è un bene limitato, ondivago, fluttuante. Irritante: basti leggere il tweet furente di Donald Trump in risposta alle dichiarazioni di Mario Draghi al Forum BCE on Central Banking di Sintra, reo (a suo dire) di aver influenzato i mercati svalutando l’euro nei confronti del dollaro. Non sorprende, quindi, che fiocchino le soluzioni alternative alla cara, vecchia banconota.
Ecco che nelle ultime ventiquattro ore abbiamo assistito ai seguenti eventi. In Italia prosegue la discussione sui minibot. Il ministro dell’Economia Tria ha ripetuto che si tratta di uno strumento non necessario e illegale. Immediata la risposta di Matteo Salvini che ritiene i minibot, come buona parte del think tank economico leghista, la risposta più efficace agli ingenti debiti ancora non onorati da parte della Pubblica Amministrazione. A vantaggio non si sa bene di chi: se del Governo, delle imprese, dei cittadini o delle casse statali. Al dibattito tutto interno alla maggioranza di governo chissà se si è aggiunto un ulteriore elemento di analisi: l’allarme lanciato da Bankitalia circa i cosiddetti “euro scritturali”. Si tratterebbe di promesse di pagamento emesse da “sedicenti organismi monetari” volte a creare una “moneta scritturale” garantita dalla Banca d’Italia. Sono, ovviamente, delle truffe: l’unico organo autorizzato a emettere moneta è la BCE.
Eppure viviamo in un tempo avvezzo alla finanza creativa. Dieci anni fa nacque il Bitcoin, una vera rivoluzione nel mondo dell’economia, la prima valuta svincolata dalle banche centrali. E’ di ieri l’annuncio di Mark Zuckerberg che anche Facebook si doterà della propria moneta virtuale: Libra. L’idea è semplice, seppur non esente da rischi: creare una valuta digitale stabile, non registrata su blockchain, guidata da un consorzio composto dalle principali multinazionali e brand contemporanei (Spotify, Vodafone, Visa, Mastercard, Uber, ecc), ognuno dei quali ha versato la cifra di 10 milioni di dollari. Tutto a vantaggio del business: per Zuckerberg, per le società a lui collegate, per quelle membri del consorzio. Lo scopo di Libra è quello di essere speso, circolare, far lievitare i consumi: ossia tutto ciò che non ha mai prodotto il Bitcoin, strumento di scambio e bolla speculativa.
Perché lì sta la nuova frontiera: spendere e spandere senza limiti. Il debito è così sexy, bellezza!
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