UE

Annunciato accordo: la Grecia resta nell’Euro

12 Luglio 2015

(Ultimo aggiornamento, lunedì 13 ore 9.17). Dopo oltre 30 ore di negoziati, 17 solo per l’Euro Summit,  è stato raggiunto un accordo. La Grecia resta nell’euro. Il Parlamento di Atene ha tre giorni per approvare un impegnativo piano di riforme, in cambio la Grecia otterrà una terza tranche di aiuti, di 82-86 miliardi.

 

Dichiarazione del 13 luglio del Vertice Euro sulla Grecia

 

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Domenica 12 luglio – Oggi è il giorno della verità, e il passare invano del tempo sembra rendere più difficile una soluzione e rafforzare la linea dei falchi. L’annullamento del summit dei capi di governo di tutta l’Unione a 28, in programma per oggi pomeriggio, lascia la palla in mano all’Eurogruppo e all’Eurosummit in programma per il pomeriggio. Dopo ore in cui sembrava prevalere il pessimismo, un lampo arriva poco dopo l’una del pomeriggio dalla Associated Press. Dal tavolo delle negoziazioni, infatti, chi segue la trattativa riferisce che si starebbe lavorando in modo abbastanza convinto per una soluzione che consenta di tenere la Grecia nell’area Euro dando immediata liquidità alle banche greche. Ancora poco per scommettere su una rapida soluzione della crisi, ma certo è qualcosa, dopo le giornate cupe che abbiamo alle spalle. Ma le speranze di vedere davvero una luce, in fondo al tunnel, sono flebili e continua a prevalere il pessimismo.

Ieri, infatti, non sono bastati né il via libera del Parlamento greco, arrivato nella notte fra venerdì e sabato, né quello tecnico delle “istituzioni” (Commissione Ue, Bce, Fmi). Sul piano di riforme proposte governo Tsipras per ottenere un terzo piano di aiuti, si è abbattuto oggi un Nein fermo: quello dei tedeschi, che nel corso dell’Eurogruppo a Bruxelles hanno sollevato forti perplessità sulla credibilità di Atene. Oltre nove ore di discussioni, dalle 15 fino a mezzanotte, e un nulla di fatto. Nessun accordo, e nemmeno una dichiarazione congiunta dei ministri delle Finanze dell’eurozona. Tutto è stato aggiornato alle 11 di domenica 12, cui seguirà la riunione del Consiglio europeo, l’organo formato dai capi di stato (o di governo) di tutti e 28 paesi dell’Unione.

L’Eurogruppo si è paralizzato dunque su un problema di fiducia. I tedeschi – e con loro la Finlandia, i Paesi Bassi, la Lituania e l’Estonia – non si fidano più di Tsipras. Al governo greco vengono chiesti ulteriori sforzi per convincere i partner europei che onorerà i nuovi prestiti richiesti al Meccanismo europeo di stabilità, il fondo salva-Stati. In particolare, prima di dare l’ok al piano e al terzo programma di aiuti, il blocco di paesi guidati da Berlino vuole che il Parlamento greco approvi in tempi brevissimi (una settimana) una serie di riforme ritenute prioritarie (Iva, pensioni, privatizzazioni). Berlino avrebbe inoltre fatto circolare l’ipotesi di creare un fondo di garanzia da 50 miliardi a tutela delle nuove erogazioni. Una sorta di “pegno” sui proventi delle privatizzazioni. «Abbiamo bisogno di garanzie sull’attuazione delle riforme greche», ha puntualizzato Hans Jorg Schelling, ministro delle Finanze dell’Austria.

L’ipotesi di una Grexit a tempo 

Per il ministro tedesco delle Finanze Wolfgang Schaeuble, la soluzione maestra resterebbe comunque, l’uscita della Grecia dall’eurozona: “Grexit per cinque anni, tempo utile affinché Atene ristrutturi il suo debito”, secondo quanto riportato dalla la Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung. Funzionari del governo greco, citati dall’agenzia Reuters, hanno però negato che si sia parlato di Grexit durante la riunione, mentre fonti Ue hanno detto all’Ansa che la proposta «è legalmente infattibile, senza senso economico e non in linea con la realtà politica». Il giornale tedesco ha citato un documento del ministero delle Finanze tedesco, secondo cui «mancano i presupposti per un nuovo programma di aiuti triennale». L’ipotesi della Grexit temporanea, tuttavia, non sembra realistica nè percorribile alla maggioranza dei paesi membri nè alla Commissione Europea.

Riunione cominciata all’insegna della sfiducia

«Non vedo come potremo raggiungere facilmente un accordo: il governo greco ha fatto di tutto per minare la fiducia – aveva detto Schaeuble prima della riunione – Il negoziato è estremamente difficile». Un taglio del debito pubblico «non è possibile secondo i Trattati». Al contrario, stando fuori dall’euro – è la tesi di Schaeuble – Atene potrebbe ristrutturarlo più agevolmente. Secondo il Wall Street Journal, invece, l’Fmi avrebbe proposto che la scadenza dei prestiti greci verso l’eurozona venga allungata dagli attuali 30 anni a 60 anni, ma prima dell’inizio dell’Eurogruppo i tedeschi si sono opposti.

La proposta greca è stata già valutata dai tecnici Bce-Commissione Ue-Fmi, in base all’articolo 13 del trattato sul Meccanismo europeo di stabilità (più noto come fondo salva-Stati), ricevendo un parere positivo. Ma secondo la stampa tedesca necessiterebbero di «misure supplementari». Si prevedono, fra l’altro, misure di ricapitalizzazione delle banche per 25 miliardi di euro.

Dopo la valutazione tecnica, serve il via libera dei ministri delle Finanze dell’eurozona. Il presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem, aveva preannunciato che sarebbe stato un incontro «molto difficile» perché «ci sono criticità nella sostanza, sui contenuti delle proposte, sia dal punto delle riforme che dei conti pubblici, e c’è un importante problema di fiducia».«Stiamo chiaramente facendo progressi, c’è la volontà di raggiungere un accordo, e oggi nel Parlamento c’è stata una svolta perché c’è una maggioranza per andare avanti», ha poi dichiarato il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis, senza nascondere le perplessità di alcuni paesi. Anche Pier Carlo Padoan, ministro italiano delle Finanze, aveva mostrato cautela: «Non siamo qui oggi per concludere un negoziato stasera, ma per verificare se ci sono le condizioni per iniziare un negoziato importante, molto impegnativo. Il cammino non è facilissimo ma ce la metteremo tutta».

Più concilianti invece i toni dei francesi. «Il governo greco ha dato prova di determinazione politica, che è un elemento molto importante della fiducia che bisogna ritrovare fra le Istituzioni (Commissione Ue, Bce, Fmi, ndr), i paesi europei e il governo greco», ha detto il ministro francese delle Finanze, Michel Sapin. Per il commissario Ue Pierre Moscovici: «La Grecia ha fatto un gesto importante a cui si è aggiunto un voto di massa del Parlamento greco». Ma va anche detto che finora la Francia non è riuscita far valere il suo peso politico nelle trattative, e ha subito la linea tedesca.

Nuova maggioranza ad Atene?

Le spaccature che si stanno producendo dentro Syriza, sui vari punti del piano proposto dal governo Tsipras, non lasciano tranquille le controparti e nemmeno lo stesso Tsipras. Quattro ministri vengono dati in uscita dal governo. Già poche ore dopo l’approvazione parlamentare del piano, diversi osservatori greci sottolineavano che l’iter parlamentare dei vari provvedimenti contenuti nel piano non sarà semplice. Tanto qualcuno comincia a ipotizzare un cambio di maggioranza che, tagliando fuori gli estremisti, porti a un nuovo governo Tsipras con la partecipazione del centrodestra e dei socialisti, entrambi attualmente all’opposizione. Una prima prova di convergenza si è avuta, del resto, venerdì notte, quando l’ampia maggioranza di 250 voti (su 300) sul piano del governo è stata raggiunta grazie anche ai voti di Nea Dimokratia (conservatori) e Pasok (socialisti).

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In copertina, il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble

Il piano Tsipras approvato dal Parlamento greco

 

(prima pubblicazione: 11 luglio, aggiornamenti 12 luglio)

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