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ELOGIO DEL MURO..molto controcorrente
Il 13 agosto 1961 Erich Honecker, leader della DDR, faceva erigere l’ultimo pezzo della cortina di ferro. Il 9 novembre 1989, il muro della vergogna che aveva separato le due Germanie cadeva sotto i colpi della perestroika. Il muro era il divisorio di due imperialismi, quello capitalistico e quello del socialismo reale. Cosa è successo dopo la caduta del muro? Nel mondo si impone la globalizzazione, espressione visibile del mercato unico capitalistico, la finanza diffonde in modo virale la speculazione finanziaria e le sue regole. Il mondo della produzione di massa fordista e del boom dei consumi cede il passo alla produzione post-fordista, nei paesi a caratura industriale si riduce progressivamente la produzione industriale e sul mercato domina la strategia economica post-fordista o del terziario avanzato. In pratica si distribuisce il prodotto già stoccato mentre le industrie cominciano a chiudere tendendo però aperti al mercato le scorte prodotte. In Europa la Germania si riunifica e Helmut Khol riesce a farsi finanziare il recupero della DDR e delle sue industrie. In Italia la demonizzazione delle ideologie lacera i partiti di massa, si fanno largo i partiti monoteisti, la politica diventa affare che serve a finanziare i comitati elettorali. Il verbo è “ non più ideologie ma politica del fare” la cui insegna appare prima con Forza Italia e poi con il PD. Guai a chi afferma il contrario. Bandita la parola “comunista” e soprattutto ogni riferimento ai simboli del socialismo.
Il mondo post-ideologico vive di luce riflessa dei grandi profitti delle holding finanziarie, a Mosca domina il partito del “ mondo degli affari”. Ed in questo scontro frontale tra mercati globalizzati, fanno capolino Cina ed India che impongono la politica del basso costo, invadendo il mondo e facendo innalzare il loro PIL.
L’elogio del muro non è espressivo di vetero-comunismo ma una bacchettata ai soloni della non-ideologia e la verifica che l’economia dei redditi e della cittadinanza è stata spazzata, almeno per ora, dai profitti di poche holding, senza confini e senza riferimenti politici.
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