UE

I millennials vogliono più Europa (ma la vogliono tutta diversa)

6 Dicembre 2018

Una ricerca della Feps mette in luce i desiderata dei giovani in 10 paesi europei e i risultati fotografano una generazione che crede a un’Europa presente davvero nelle loro vite, di oggi e soprattutto di domani.

“Il ruolo dell’Europa per l’occupazione è positivo, in particolare per i giovani”. L’Europa assicura pace e buone relazioni tra gli stati membri”. “Quando penso all’Europa mi viene in mente la stabilità. È come una rete di sicurezza”. Sono alcune delle frasi pronunciate da un gruppo di oltre diecimila giovani tra i 18 e i 35 anni protagonisti di una ricerca realizzata nei mesi scorsi dalla Feps. Il lavoro della Fondazione per gli studi progressisti europei apre una finestra su desideri, aspirazioni e valori della generazione dei Millennials. Una fascia considerata particolarmente critica per la difficoltà a trovare punti di contatto da parte di soggetti istituzionali e quindi interpretarne i desideri e per la bassissima affluenza alle ultime elezioni europee, quando appena il 27 per cento dei ragazzi europei tra i 18 e i 24 anni andò alle urne. A sei mesi dalla tornata europea di maggio 2019, i risultati elaborati dalla Feps sono di grande rilievo.

Condotta tra il 27 agosto e il 3 settembre in collaborazione con ThinkYoung – un centro di ricerca specializzato sui giovani – l’indagine ha coinvolto almeno mille giovani in dieci Paesi membri a cui è stato distribuito un questionario di 26 domande suddiviso in quattro aree: democrazia e partecipazione, integrazione, società e rapporti con l’esterno.

Accanto ai valori positivi associati all’Europa, dalla ricerca emergono timori, richieste e critiche che, nell’insieme, danno la misura della distanza tra le istituzioni comunitarie e i cittadini.

Il dato più evidente è la richiesta di protezione sociale e di misure di contrasto alla povertà da adottare a livello europeo. I Millennials vogliono che l’Unione europea faccia molto di più per sostenere le politiche di assistenza sociale come il salario minimo e favoriscono politiche che forniscono una forte rete di sicurezza sociale in tempi incerti. Il sondaggio rivela che il 52 per cento dei ragazzi ritiene che affrontare la povertà e ridurre le disuguaglianze sociali ed economiche dovrebbe essere tra le principali priorità dell’Ue. Uno schiacciante 83 per cento dei Millennials ritiene che l’Ue dovrebbe garantire un salario minimo per tutti i lavoratori, l’81 per cento vuole più aiuti finanziari per i bambini e il 47 per cento crede che ridurre le disparità di genere nei salari e nelle pensioni sia uno dei modi migliori per affrontare le disuguaglianze tra uomo e donna.

Queste priorità mostrano che i Millennials sono disposti a parlare e ad essere coinvolti nel dibattito politico, ma hanno poca fiducia nell’attuale sistema istituzionale. Più della metà, il 53,5 per cento, afferma anche che l’Ue è diretta nella direzione sbagliata, una percentuale ritenuta «preoccupante» dagli stessi autori della ricerca, mentre il 58 per cento degli intervistati afferma di ritenere che un numero maggiore di paesi lascerà l’Ue dopo la Brexit.

Per quanto riguarda l’Ue stessa, tuttavia, l’indagine ha rilevato che i Millennials sono molto più entusiasti del pubblico in generale: il 79,8 per cento afferma di credere nei valori comunitari, sfidando i timori che le crisi negli ultimi anni abbiano intaccato il sostegno per l’Europa progetto. Infatti, più della metà dei Millennials, il 54,7 per cento, sostiene la creazione di un singolo esercito europeo, un problema che spesso viene considerato politicamente sensibile.

«L’entusiasmo che i giovani dimostrano per l’Ue e i suoi valori», sottolinea Maria Freitas, consigliere politico della FEPS, «rappresenta un’opportunità unica per i partiti europeisti e per le istituzioni comunitarie per interagire con una fascia che rappresenta oltre un quarto dell’intera popolazione europea. Questa è anche un’opportunità per contribuire a colmare il divario tra i responsabili politici e i giovani».

Il Millennial Survey è uno dei più vasti sondaggi d’opinione sui giovani mai condotti in Europa: ha raggiunto 10.138 persone in 10 paesi che rappresentano congiuntamente il 78 per cento della popolazione dell’Ue: Francia, Germania, Polonia, Grecia, Spagna, Italia, Ungheria, Svezia, Belgio e Portogallo.

È stato commissionato da FEPS in collaborazione con ThinkYoung e con il supporto di tre partner commerciali, Coca-Cola, BCW (Burson Cohn & Wolfe) e Microsoft.

Questi i punti di spicco nei risultati del sondaggio:

• Il supporto del 79,8 per cento per l’Ue è significativamente più alto del punteggio tra il pubblico generale, che di solito è inferiore al 60 per cento.

• Questo entusiasmo è attenuato dall’incertezza su dove si sta dirigendo l’Ue: il 53,5 per cento dei Millennials afferma che sta andando nella direzione sbagliata. Tuttavia, questo è molto più basso della percentuale del precedente sondaggio, nel 2015, quando il 73 per cento degli intervistati pensava che l’Ue fosse diretta nella direzione sbagliata.

• L’impegno politico è una grande preoccupazione: l’89,5 per cento dei Millennials vuole che i politici facciano un lavoro migliore comunicando ciò che l’Ue sta facendo e il suo impatto sulla vita quotidiana – il che significa che solo uno su dieci ritiene di essere informato a sufficienza sul ruolo, le responsabilità e i benefici dell’Ue.

• Solo il 27 per cento dei giovani tra i 18 e i 24 anni ha votato nelle elezioni del 2014, rispetto alla media complessiva del 42,5 per cento. Questo sondaggio suggerisce che i Millennials sono stati scoraggiati a votare perché ritenevano che l’Ue non parlasse alla loro generazione: l’85 per cento dichiara di volere che l’Ue coinvolga e responsabilizzi più giovani nel processo decisionale.

• Il sostegno del 54,7 per cento dei ragazzi per un esercito comunitario contrasta con la cautela mostrata in molti dibattiti politici su questo problema emergente. Proviene da una generazione a cui è stato risparmiato il servizio militare, ma cionondimeno dà credito all’Unione europea per la pace e la stabilità nel continente.

• Il sostegno dei giovani per l’Ue arriva in un momento decisivo, non solo con le elezioni europee all’orizzonte, ma anche con il Regno Unito che si prepara a lasciare l’Unione. Eppure i Millennials intervistati non pensano che la Brexit rimarrà un caso isolato: il 58 per cento afferma di pensare che più paesi lasceranno l’Ue in futuro.

• Tuttavia, il sondaggio mostra anche che i Millennials non condividono le stesse priorità dei governi nazionali o delle istituzioni dell’Ue. Interrogati sulle questioni più importanti per l’Ue, hanno menzionato povertà e disuguaglianza (52 per cento), sfide ambientali (40 per cento), crisi migratoria (33 per cento) e corruzione (32 per cento). Quando si tratta di politiche specifiche, un schiacciante 83 per cento sostiene le misure dell’UE per fissare un salario minimo.

Nel dettaglio delle quattro aree, mentre i Millennials sono spesso descritti come apatici, la ricerca mostra che hanno una visione precisa rispetto alle principali questioni globali. Vogliono che i leader politici siano più aggressivi su temi ritenuti centrali come i cambiamenti climatici e sviluppino soluzioni migliori per la crisi dei rifugiati. Sostengono di conferire all’Ue maggiori poteri per rappresentare l’Europa sulla scena mondiale.

Ecco in sintesi  i risultati delle quattro aree:

DEMOCRAZIA


Nonostante credano nel progetto europeo, i Millennials concordano sul fatto che le istituzioni dell’Ue non coinvolgano e incoraggino i giovani nel processo decisionale. Sulla politica economica in particolare, vedono fortemente la necessità che i cittadini possano avere maggiore influenza. La stragrande maggioranza ha manifestato il proprio sostegno al conferimento di maggiori poteri alle istituzioni dell’Ue per obbligare gli Stati membri che non si adeguano alle regole comunitarie.

INTEGRAZIONE

La maggioranza dei Millennials ritiene che più paesi potrebbero lasciare l’Unione in futuro. Un numero significativo sostiene una maggiore solidarietà economica tra gli Stati membri. Chiedono un’azione più coerente ed efficace su priorità chiave come la riduzione delle disuguaglianze. Infine solo il 10 per cento pensa che non ci debbano essere nuovi ingressi di Paesi membri.

SOCIETÀ


I Millennials sostengono in modo schiacciante un maggiore coinvolgimento dell’UE sulle questioni di benessere sociale. La grande maggioranza sostiene un salario minimo e sussidi di disoccupazione per tutti i lavoratori dell’Unione. È emerso un chiaro consenso per fornire maggiori aiuti finanziari ai bambini attraverso risorse dell’Ue.

RAPPORTI COL MONDO


L’Ue dovrebbe avere poteri più forti per rappresentare l’Europa sulla scena mondiale con una sola voce, afferma la stragrande maggioranza dei Millennials. In particolare sul cambiamento climatico, i giovani vogliono che l’azione europea sia più forte e incisiva a livello globale. Quasi i due terzi dei Millennials vogliono che l’Europa faccia di più per proteggere i propri confini esterni e c’è un sostegno molto alto alla creazione di forze armate comuni. Emergono invece sensibili differenze territoriali rispetto al tema dei rifugiati. In Polonia e Ungheria solo un ragazzo su dieci sostiene che l’Europa dovrebbe agevolare l’arrivo di rifugiati, contro il 50 per cento in Spagna e Portogallo.

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