Governo

Contro l’Europa per Alitalia, ne vale la pena?

2 Aprile 2021

Il ministro Giorgetti sembra intenzionato a partire lancia in resta contro l’Unione Europea, che vuole mettere qualche paletto alla rinascita della stra-fallita Alitalia, che il due maggio festeggerà quattro anni di Amministrazione Straordinaria e di aiuti di Stato, che Bruxelles aveva concesso in misura limitata e purché fossero restituiti entro sei mesi.

Lo Stato italiano, che prometteva di cercare un compratore, tutte le volte che i soldi finivano ne ha dati altri, sempre ufficialmente come “prestiti” al tasso d’interesse del 9%,  ma poi cancellando gli interessi, poi ancora, mentre dava nuovi soldi, decidendo di far partire una nuova linea aerea “vergine”, ITA, con altri tre miliardi di euro di dote da scialare e senza che la vecchia Alitalia restituisse un solo euro di quelli che aveva avuto in “prestito”.

Il governo italiano pretende che ITA sia considerata da Bruxellles totalmente “nuova” e indipendente da Alitalia e quindi non debba restituire i debiti di quella, però vuole anche che prenda liberamente aerei e dipendenti della vecchia, il nome Alitalia, il programma fedeltà MilleMiglia, i diritti di traffico e gli slot negli aeroporti eccetera eccetera.

Che cosa impedisce allo Stato italiano, dopo aver tenuto in vita per quattro anni la vecchia linea aerea con aiuti di Stato di cui ipocritamente prometteva la restituzione, di fregare per bene la UE facendo partire con ben tre miliardi una linea aerea nuova, ma almeno evitando per pudore di ereditare dalla vecchia quello che fa comodo? Nulla.

Se voi foste un funzionario di Bruxelles non  vi sentireste preso per i fondelli?

Prima del Covid Alitalia portava in Italia l’ 8% (otto per cento) degli stranieri in arrivo, una percentuale irrisoria. Lufthansa porta in decine di aeroporti del mondo i Tedeschi che vanno a fare affari e procurare esportazioni al loro Paese, Air France porta i Francesi, British Airways i Britannici, tutte con la stiva piena di merce e a dire il vero anche con tanti Italiani a bordo. Swiss fa la stessa cosa, pur essendo di proprietà tedesca.

Alitalia non fa niente di tutto questo, dal cuore economico del Paese volava a New York, da Roma faceva soltanto una manciata di voli, quasi tutti in perdita. Il Paese si muove usando aerei e aeroporti altrui, per fortuna, ma che cosa intende Salvini quando reclama il diritto ad avere una “compagnia di bandiera”, che la Spagna, la Svizzera, l’Irlanda, i Paesi Bassi e il Belgio non hanno?

La politica e i sindacati reclamano il diritto a mantenere in vita un carrozzone pressoché inutile, che perde soldi dei contribuenti ininterrottamente da decenni. Alitalia andrebbe invece chiusa, seguendo l’esempio della Svizzera, che nel 2001 chiuse Swissair e ripartì da capo.

Dopo ci si potrebbe chiedere che cosa dovrebbe veramente fare una “compagnia di bandiera” ed eventualmente farla partire anche con capitali pubblici e riutilizzando i piloti e gli assistenti di volo che servono.

Perciò, se si arriverà allo scontro con l’Unione Europea, conviene turarsi il naso e tifare Bruxelles.

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