UE
Con la chiusura dei rubinetti Bce, il gioco di Tsipras rischia di essere fatale
Se il roadshow del Ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis aveva fatto ben sperare i mercati per una soluzione ragionata soprattutto dopo l’incontro con il presidente della Bce Mario Draghi, ieri sera il risveglio con la realtà dei conti del debito greco hanno fatto svanire l’ottimismo.
Il consiglio direttivo della Bce ha infatti messo il governo Tsipras in un angolo, rimuovendo «la deroga sugli strumenti di debito quotati emessi o garantiti dalla Repubblica Ellenica». Deroga introdotta cinque anni fa per consentire alle banche greche di rifinanziarsi utilizzando titoli di Stato ellenici ad alto rischio speculativo. A partire dal prossimo 11 febbraio, dunque, la Bce blocca ogni possibilità per le banche greche di utilizzare i titoli del debito pubblico greco per accedere alle aste di liquidità della Bce. Motivazione: «Non è possibile presumere una conclusione positiva del processo di revisione del programma» di aiuti. Dopo i forti deflussi post elezioni che avevano portato alle corde le banche greche, la doccia fredda arriva con un anticipo notevole rispetto alla scadenza di fine mese.
A questo punto non resta che l’accesso di ultima istanza all’Emergency Liquidity Assistance, il piano emergenziale della Bce, che però non solo è discrezionale ma anche decisamente costoso. Peraltro è già in uso, e quindi i danni effettivi della decisione della Bce sono per ora solo politici e rimettono la palla al centro del tavolo della ricerca di una compromesso, con o senza Troika. «L’unica cosa che chiediamo è di non venir messi sotto pressione con un ultimatum, dateci tempo fino alla fine di maggio o l’inizio dell’estate per poter mettere sul tavolo le nostre proposte di soluzione», ha dichiarato questa mattina Varoufakis in un’intervista alla televisione tedesca Ard in vista dell’appuntamento con il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble. Questo mentre un portavoce del governo Tsipras, fa sapere che «la Grecia non vuole esercitare ricatti nei confronti di nessuno, ma non ha intenzione di essere sottoposta ad alcun ricatto».
È evidente che le dichiarazioni politicamente opportunistiche dei greci erano solo una vittoria di Pirro che ha solo alzato l’asticella del prezzo di una soluzione definitiva. Ciò dimostra mettere all’angolo le istituzioni europee avventatamente possa essere fatale. Per i mercati si tratta un passo indietro che può rappresentare un’ottima occasione di entrata soprattutto sugli altri titoli periferici.
La Grecia si sta isolando ulteriormente e l’Unione europea non può permettersi troppa leggerezza per non alimentare le proteste soprattutto di spagnoli e portoghesi. Alla ricerca di un equilibrio, gli analisti concordano che per ora vi siano solo ottime occasioni di acquisto su azionari europei e petrolio.
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