UE

#CoFoE la piattaforma, le idee, i cittadini. E le regole?

20 Aprile 2021

Da lunedì 19 aprile è online la piattaforma della Conferenza sul Futuro dell’Europa dedicata a raccogliere le idee dei cittadini, in un processo di consultazione “dal basso”, come si usa dire.

Ma come funziona questa consultazione? Che scopi ha? In che modo vengono usate, analizzate, valutate, recepite le idee proposte dai partecipanti? Non si sa.
La consultazione non ha un regolamento. Gli scopi, la durata, le fasi, i ruoli, le reciproche responsabilità – ovvero i parametri che definiscono un processo di partecipazione – non sono indicati. Quindi non ci sono o sono puramente discrezionali.

I cittadini possono pubblicare le proprie idee, possono discuterle con altri cittadini, possono condividerle sui social e guadagnarsi dei like. Ma non possono fare altro. Non è previsto che quelle idee ottengano risposta pubblica né che i loro autori siano coinvolti nelle discussioni istituzionali.

Un’altra caratteristica bizzarra di questa consultazione senza regole è che, per partecipare, bisogna registrarsi sulla piattaforma indicando dei dati, non necessariamente veri, o fare login con i propri account social. Non vengono richiesti documenti di identità. Può insomma partecipare chiunque, un cittadino russo come uno cinese.

Una consultazione dedicata ai cittadini europei diventa quindi una bacheca di scambio tra non si sa chi. La prima regola delle consultazioni, invece, è definire chi ha diritto a partecipare. Già oggi la sottoscrizione online delle Iniziative dei Cittadini Europei (ICE) prevede che ci si registri con la Carta di Identità elettronica o indicando un documento di identità cartaceo, perché il diritto di firmare una ICE è giustamente riservato ai cittadini europei, non indiscriminatamente a tutti gli iscritti a Instagram.

Non è la piattaforma che fa un processo di partecipazione democratica. Sono le regole che fanno la democrazia, anche quella “dal basso”. Niente regole vuol dire niente diritti, vuol dire discrezionalità. E a questo infatti siamo.

Un peccato, perché tra le idee pubblicate nelle prime 24 ore si toccano tutti i nodi cruciali di questa Europa ipocrita e pavida, le questioni di cui si deve parlare e partecipare, e che invece i decisori non hanno alcuna intenzione di affrontare. Dalle ambiguità europee sui Diritti Umani nei paesi terzi, allo Stato di Diritto violato negli stessi stati membri, al modello istituzionale fondato sul Consiglio – cioè su 27 capi di governo nazionale – invece che sulle istituzioni democratiche comuni – cioè sul Parlamento e la Commissione.

Queste idee “dal basso”, tuttavia, non verranno discusse dai decision-maker istituzionali, perché implicherebbero una riscrittura dei Trattati, mentre la Cofoe si è data come missione di non modificare i testi giuridici vigenti. Quindi niente democrazia nel futuro dell’Europa!

Dunque che significato ha questa pseudo-consultazione? Marketing. Si crea nei cittadini europei l’illusione di essere coinvolti. Si crea l’aspettativa di essere pure ascoltati, ma questo non avverrà se non in maniera strumentale.

Per Enrico Letta, l’avvio di questa specie di bacheca facebook multilingue è addirittura un ”giorno storico”. Un entusiasmo così puerile da lasciare di stucco. Riflettesse, il segretario del Partito Democratico sui requisiti che deve avere un processo democratico, anche online, per poter essere considerato tale. Le esperienze di vera partecipazione non mancano, neppure in Italia. E a contraddistinguerle non è la piattaforma tecnologica ma le regole che vengono date al processo, perché ne siano chiari gli esiti, i ruoli, gli scopi, i tempi.

L’esito più probabile di questa “consultazione” saranno svariate card da spammare sui social e un report trasmesso agli atti della Conferenza per rimanerci, inerte. Il problema per coloro che stanno in alto sarà allora gestire le aspettative create nell’Europa dal basso.

@kuliscioff

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