UE
Boris Johnson e i bei tempi in cui il nemico era l’Unione Europea
(SkypeEuropa Weekly, rubrica settimanale sull’Europa raccontata dai giornali internazionali: 1-5 giugno 2020)
I governi europei? Superata la Fase 1, tutti i governi europei, di ogni colore politico, sono finiti sotto attacco da parte di movimenti di protesta. È successo da subito in Germania, con movimenti molto simili a quelli nati in USA per la libertà di circolazione, contro le regole anti-coronavirus, e poi a cascata in tutti gli altri paesi europei; tutti con una matrice di estrema destra.
Le cause di questo malessere sono varie: si va dalle semplici critiche per le restrizioni imposte ai cittadini al mal funzionamento dei meccanismi burocratici, dai ritardi nei sostegni economici alle aziende poco supportate, dalle troppe regole che appesantiscono (anche se giustificate) molte attività economiche fino ai complottisti pronti a urlare che il virus non esiste. E queste critiche ormai si presentano in tutti i paesi europei; o meglio, in tutti i paesi democratici del mondo. Da Stoccolma ad Atene, da Madrid a Londra, passando per Parigi, Bruxelles e Amsterdam. La pandemia, insomma, oltre ad aver unito nel terrore del virus oggi unisce nella frustrazione sobillata dall’estrema destra. In Italia, i timidi e maldestri tentativi di manifestare di Casapound in occasione della Pasqua sono rimasti isolati per settimane. Fino a sabato scorso, fino alla protesta organizzata dall’ex generale Pappalardo e da altre, già note, frange dell’estrema destra italiana. L’obiettivo di questi gruppi è quello di accalappiare il malessere e le frustrazioni accresciute per ricavarne consenso politico ed elettorale.
Tra i paesi europei però c’è chi a questa contingenza ha aggiunto azioni disastrose. Un esempio? Proviamo a immaginare se nel mese di aprile uno degli assistenti più importanti del Presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte, avesse preso la macchina insieme al figlio e alla moglie, che presentava sintomi da covid-19, e avesse percorso 260 miglia per raggiungere l’agriturismo dei propri genitori, in barba a tutte le regole e ai divieti del governo. Ecco, questo è ciò che sta capitando a Boris Johnson, investito dallo scandalo del suo braccio destro, Dominic Cummings, e finito nell’occhio del ciclone. A questo proposito sul New York Times si può leggere:
“Il signor Johnson ha lottato per il suo uomo, affermando che stava solo cercando precauzioni per il figlio, lodandolo per essere così premuroso, illuminando l’intero paese sostenendo che c’erano clausole nei regolamenti invisibili che ci permettevano di fare come pensavamo meglio per le nostre famiglie.
Gli elettori non gli credono. I sondaggi mostrano il prezzo che (Boris Johnson) sta pagando per difendere il signor Cummings. Due terzi del paese pensano che il signor Johnson abbia sbagliato a sostenerlo, e quattro quinti sostengono che il signor Cummings abbia infranto le regole. La valutazione di approvazione di Mr. Johnson è scesa di 20 punti. […]
In questa scommessa, credo che il signor Johnson stia facendo un grave errore. Gli elettori ricorderanno questo episodio, non dimenticheranno come questo governo li abbia fatti credere sciocchi e illusi per aver sopportato volentieri la separazione, mentre quelli al vertice hanno fatto a loro piacimento.”
(Jenni Russel, 5 giugno 2020, New York Times, columnist for The Times of London)
Mentre Johnson è alle prese con lo scandalo Cummings, i paesi europei, con cui sta negoziando la Brexit, hanno assistito ad una nuova mossa della BCE. Ne parla El Pais, giovedì 4 giugno, che apre con un’analisi sul piano di acquisto di debito della Banca Centrale Europea (PEPP): 1.350 miliardi di euro, 600 in più del previsto fino a giugno 2021, anche, o soprattutto, debito italiano. Non sarà la stessa cosa che stampare moneta ma ci si avvicina molto. Un segnale, quello della Lagarde, forte, che intende mostrare il pugno duro sia nei confronti della speculazione dei mercati, sia (indirettamente) nei confronti della Corte Costituzionale Tedesca. Nello specifico, scrive El Pais, analizzando le percentuali di debito acquistate dalla BCE:
“La BCE ha investito 37 miliardi di euro acquistando debito spagnolo (titola il giornale). L’Italia è il paese che più ha beneficiato (sottotitolo). Con questo acquisto, la Banca Centrale Europea, diretta da Christine Lagarde, evita che salga il tasso di rischio della Spagna. […] Il volume di debito italiano acquistato dalla BCE tra marzo e maggio rappresenta il 24,4% attraverso i vari programmi, quando la quota italiana nella BCE è del 17%. Per contro, l’acquisto di debito della Germania ammonta a 56 miliardi di euro nello stesso periodo, il 21,7%, rispetto a una quota tedesca del 26%.”
(Inigo De Barron, 3 giugno 2020, El Pais)
Centrato sull’attività della Commissione Europea è invece un articolo del Financial Times che sottolinea come sia alto il rischio che aziende europee vengano acquisite in periodi di crisi da aziende straniere e il lavoro in atto a Bruxelles:
“Bruxelles è alla ricerca di nuovi poteri per rivedere e potenzialmente bloccare acquisizioni di società europee da parte di rivali che si ritiene abbiano ricevuto un sostegno ingiusto da un governo straniero (secondo i piani visti dal Financial Times). I piani, che saranno pubblicati questo mese, rischiano di provocare tensioni in un momento delicato delle relazioni dell’UE con la Cina. […] La Commissione pubblicherà la sua proposta politica il 17 giugno. Le idee saranno sottoposte a consultazione pubblica prima dell’esame da parte del Parlamento europeo e del Consiglio dei governi degli stati membri.
Margrethe Vestager, vice Presidente esecutivo della Commissione che sovrintende alla concorrenza, ha recentemente invitato gli Stati membri a comprare partecipazioni in società sotto la minaccia di acquisizioni straniere. I membri influenti dell’UE si sono lamentati della presunta mancanza di reciprocità che rende molto più facile per le aziende cinesi fare affari in Europa che viceversa.”(Martin Wolf, 3 giugno 2020, Financial Times)
Per quanto riguarda la politica estera dell’Unione Europea si registrano due fatti importanti. Il primo, riportato da Politico.eu, riguarda il reintegro della Russia nel G7, come chiesto da Trump. Esclusione che avvenne nel 2014 a causa dell’annessione della Crimea:
“L’Unione Europea (sostiene l’Alto Commissario per la politica estera europea Josep Borrell) considera il G7 un quadro multilaterale di Paesi che condividono gli stessi valori e interessi, e l’eventuale reintegro della Russia va valutato in maniera approfondita”.
(Jacopo Barigazzi, 3 giugno 2020, Politico.eu, articolo selezionato e tradotto da Federico Pompei)
Il secondo riguarda la delicata situazione libica:
“L’ultima iniziativa Europea, lanciata il 31 Marzo, è chiamata “Operazione Irini”, la parola Greca che indica la pace. Apparentemente, lo scopo è di rafforzare l’embargo sulle armi del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
L’Operazione Irini è una missione marittima che, inavvertitamente o meno, rischia di danneggiare una parte del conflitto: il governo di Tripoli, il quale riceve le sue armi dal mare, principalmente dalla Turchia. Al contrario, le forze del Generale Haftar sono rifornite per via aerea e per via terra lungo i confini Libici-Egiziani. […] L’operazione dell’Unione Europea potrebbe finire per aiutare il generale, sostenuto dalla Russia, dall’Egitto e dagli Emirati Arabi Uniti e non il governo istituzionale sostenuto delle Nazioni Unite, e ufficialmente supportato dalla stessa Unione Europea”.
(2 giugno 2020, Financial Times, articolo selezionato e tradotto da Federico Pompei)
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