Russia

Tirannosauri fuori tempo massimo

3 Marzo 2022

Tommaso d’Aquino: «Colui che allo scopo di liberare la patria uccide il tiranno viene lodato e premiato quando il tiranno stesso usurpa il potere con la forza contro il volere dei sudditi, oppure quando i sudditi sono costretti al consenso.»

Se lo diceva perfino Tommaso d’Aquino un fondo di ragionevolezza il tirannicidio dovrebbe avercelo. Ma come si arriva a tanto?

007 saprebbe arrivarci benissimo, pur senza aver letto nulla di Thomas of Aquino or Aquinas, anche perché James Bond non è mai dipinto come un grande intellettuale, non fa mai citazioni colte, nemmeno dai bigliettini dei Baci Perugina. Però sa come s’indossa lo smoking, perfino sotto una tuta da subacqueo, sa giocare alla roulette e sa come vincere, perfino conquistando il cuore e anche altro della bellona di turno. E poi dalla Russia con amore, troverà sempre una spia che lo amava oppure una cascata di diamanti e una piovra in agguato. Si potrebbe mandare a uccidere il tiranno una Pussy Galore, immune al fascino dell’uomo di potere, che spara missili letali dalla pussy in questione, oppure un veleno nel caffè a effetto ritardato in modo che anche l’assaggiatore ufficiale non dia subito segni d’intossicazione e il tiranno beva il suo caffè espresso, what else?, almeno con gusto.

Una lettera d’amore all’antrace? Magari dalla sua olgettina amante segreta, contattata per l’occasione e corrotta, convinta ad agire per il bene dell’umanità e il proprio, dopo che il Caligola del XXI secolo ha perso il capo e vorrebbe desertificare il pianeta, costringendola a vivere con lui in un bunker fino a tempo indeterminato. Lei invece si era fatta tutt’altri progetti, bevendo un daiquiri distesa su una chaise longue sulle coste delle isole greche o alle Baleari, che, invece, contaminate dalle esplosioni nucleari risultano momentaneamente inagibili. No, no, si è detta, è l’amante sbagliato, una lettera d’amore all’antrace forse è la soluzione migliore.

Un virus? Pericoloso, può sfuggire di mano, abbiamo visto in questi ultimi due anni come può andare a finire.

Una trappola. Forse. Bisognerebbe anche trovare un Bruto, figlio suo, magari adottivo, che fosse disposto a sacrificare con ventitré coltellate, ai piedi della statua di Pompeo (Mike?) il suddetto padre tirannico in nome della libertà.

Forse, in questi tempi in cui le fiction fanno parte integrante della nostra vita e che crediamo che poi così finte non siano, si potrebbe attingere alla Storia e agli aneddoti che ci facevano studiare già alla scuola elementare.

Visto che Attila veniva proprio da quelle parti e che era il flagello di Dio, e dove passava lui non cresceva manco più l’erba, si potrebbe mandare il papa su un carro, con corteo interminabile di preti e suore (anche guardie svizzere travestite e col cordone da frate o da suora che si trasforma in lanciarazzi, sempre in stile James Bond), con una gran croce luminosa a fermare la strage e a far tornare il tiranno sui suoi passi. E poi, forse, anche farlo trucidare da qualcuno, così giusto per evitare ripensamenti inopportuni.

Si potrebbe tradurre in russo e spammare su tutti i siti in cirillico la riflessione di Tommy D’Aquino?

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