Russia
Non ci sono più i morti di una volta
Anche a Putin piacerebbe avere la carne da cannone tanto gradita dal nostro macellaio nostrano, il generale Cadorna, a cui sono ancora intestate vie e piazze in Italia.
Cadorna aveva decine di migliaia di soldati senza nome da mandare a morire in battaglia, che si rifiutarono per l’appunto di farsi macellare a Caporetto (e Cadorna dovette cedere il posto a Diaz).
Cent’anni fa, la morte di centinaia di migliaia di contadini (tali erano i soldati) non preoccupava gli ufficiali, impegnati a pasteggiare nelle retrovie con gli stivali lucidati dall’attendente.
Oggi i soldati di Putin hanno tutti un profilo social su almeno un paio delle piattaforme russe come Vk.com, Moi Mir ma anche Facebook. Anche solo un centinaio di morti nella possibile guerra contro l’Ucraina non passerebbe inosservato: morirebbero giovani uomini che fino a un’ora prima avevano postato selfie e scritto messaggi d’amore alla fidanzata su Telegram, e magari videochiamato la mamma per dirle: “Mamma sto bene, stai tranquilla”.
La morte 2.0 (anche se adesso siamo arrivati al 4.0, boh…) è molto più reale e soprattutto COMUNICATA di quanto non sia mai stato finora. I soldati russi morti in Afghanistan e Cecenia erano molto più simili a quelli del generale Cadorna di quanto non lo siano i ragazzi delle truppe schierate sul fronte ucraino. Quale soldato che videochiama la fidanzata e la sente vicina, presente, come solo la comunicazione digitale riesce a fare, può farsi ammazzare per le ossessioni geopolitiche di un vecchio prepotente come Putin, ossessionato anche lui dalla mortalità del suo corpo, al punto di apparire gonfio di botulino che manco il Big Jim?
E dopo quanti soldati morti SCOMPARSI dai social network (dove sembri vivo per sempre, rendendo ancora più difficile accettare che sei morto per una cosa stupida come la guerra), i russi perderebbero testa, scendendo in piazza a chiedere la fine di una guerra che sembra per davvero una guerra fratricida, viste le origini comuni di russi e ucraini tanto declamate anche da Putin?
L’Ucraina diventerebbe in frettissima il Vietnam della Russia: il fronte interno dell’opinione pubblica farebbe crollare il consenso già vacillante di Putin.
Non c’è nulla di più pacifista di mettere in connessione le persone sulla rete: chi mai vorrebbe vedere morire i vicini di casa, giovani osservati e rimirati nelle foto postate dalle mamme, e scomparsi per una guerra stupida, mai così stupida come può sembrare oggi?
Solo in Corea del Nord lo psicodittatore può far morire di fame i suoi cittadini: morti anonimi, scomparsi senza clamore come si scompariva prima che tutti avessero uno smartphone. Anche la guerra in Yemen approfitta della medesima condizione di anonimità dei poveri: se sei povero, se non hai un computer o uno smartphone, nessuno (se non i tuoi stretti familiari) si accorgerà della tua scomparsa.
Oggi le guerre si fanno solo nei paesi poveri, dove si riesce ancora a tenere nascosta la morte, dove non si muore dopo aver fatto una videochiamata alla fidanzata che sta mangiando con le amiche al ristorante. Biden ha ritirato i suoi soldati dall’Afghanistan, perchè oggi NEANCHE UN SOLDATO dei paesi ricchi (o benestanti) può morire. Gli americani si ritirarono dal Vietnam dopo 58.000 morti, oggi la soglia di tolleranza arriva alle poche decine di morti.
Putin sa che il benessere, ancora molto relativo in Russia, ma non al punto di non potersi comprare uno smartphone, porta a mal tollerare la morte? Secondo me, sì.
Quanti uomini sarebbe disposto a perdere, se è ancora sano di mente, ovvero se vuole restare al potere senza il rischio di contestazioni e manifestazioni di piazza (e altri possibili morti)?
Una guerra tra paesi ricchi (o benestanti) avrebbe un costo COMUNICATIVO altissimo: la morte dei soldati russi diventerebbe in fretta intollerabile.
Non si scherza con i social network: sono la prova documentata della nostra esistenza. Vogliamo postare ancora un’altra foto, non vogliamo morire mai più…
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