Russia
Mogherini, where are you? Il ‘film’ sul fallimento delle Istituzioni Ue
Un fallimento su tutta la linea. Le Istituzioni dell’Unione europea sulla crisi in Ucraina hanno dimostrato, per l’ennesima volta, la loro inconsistenza. Se non la totale inutilità. A Mosca da Putin ci sono andati la cancelliera tedesca, Angela Merkel, e il presidente francese, Francois Hollande: non è stata inviata Federica Mogherini, che pure si fregia del titolo di Alto Rappresentante per gli Affari Esteri dell’Ue. Una nomina per cui abbiamo tanto gioito, pur temendo che si trattasse di un qualcosa di effimero. Ora che va in onda “il film” Mogherini, where are you? si esplica un fallimento su due piani: uno esclusivamente europeo e l’altro più marcatamente italiano.
L’esautorazione dalla mediazione di “Lady Pesc”, Mrs Federica Mogherini, segna l’assenza di un’unità di azione in ambito europeo. Merkel e Hollande hanno proposto un piano di pace, superando i passaggi diplomatici in sede unitaria. Hanno sostanzialmente agito da padroni dell’Ue, un ruolo in cui evidentemente si sentono a proprio agio. Ma lo scenario dell’Unione dovrebbe essere ben diverso: le Istituzioni non dovrebbero esistere pro-forma, bensì assolvere a mansioni fondamentali, di effettiva rappresentanza dell’Europa. Dunque, all’egoismo sul piano economico – espresso sullo scacchiere in Grecia – si somma anche una disarmante disomogeneità in materia diplomatica.
Inoltre c’è un livello tutto italiano del fallimento. Matteo Renzi, nella furia rottamatrice, ha spinto per il nome di Federica Mogherini, gioendo per il segnale di rinnovamento. Le accuse di inesperienza non hanno scalfito il presidente del Consiglio, che mai avrebbe potuto proporre “vecchi nomi” come Enrico Letta o addirittura Massimo D’Alema. Ecco magari questi due profili non rispondono alla figura di rinnovamento a tutti i costi, tanto cara al pensiero renziano. Ma d’altra parte avrebbero potuto rafforzare quell’incarico, in virtù di un carisma personale e di una rete di relazioni molto solide.
Con tutto il rispetto per Federica Mogherini, per svolgere un ruolo del genere occorre un’adeguata esperienza nel campo internazionale. Del resto Catherine Ashton, che vanta un curriculum più prestigioso rispetto all’ex ministra degli Esteri italiana, non ha lasciato un gran segno come Lady Pesc. Perché mai aspettarsi di più dalla meno esperta Mogherini?
Infine, c’è un cosa che lascia ulteriormente interdetti: la candidata di Renzi per l’Alto Rappresentata degli Affari Esteri dell’Ue era stata velatamente criticata per le sue presunte posizioni filorusse. Che sarebbero state utili da mettere sul tavolo della trattativa. E invece a quel tavolo non si è nemmeno seduta.
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