Partiti e politici

Graecia capta ferum victorem cepit

29 Giugno 2015

Grecia

La frase di Orazio si riferiva alla cultura Greca che aveva permeato quella Romana dopo la conquista territoriale ma una traduzione più allargata e moderna della frase potrebbe voler dire che la Grecia ha fregato i suoi creditori. Infatti la posizione di Tsipras e del suo partito Syriza (coalizione della sinistra radicale) è semplice e chiara per i cittadini greci: non si vogliono pagare i debiti. Su questa base Syriza ha conquistato i voti di una parte degli elettori, non della maggioranza assoluta perchè c’è stato un 30% di elettori che si sono astenuti dal voto, e non della maggioranza del parlamento perchè ha dovuto allearsi con un partito minoritario di Destra espressione della Polizia e degli ambienti militari, quelli stessi che compravano sottomarini dalla Germania.

A questo punto Syriza si affida ad un referendum popolare che dovrebbe stabilire se accettare o no le proposte della commissione europea. La sostanza del referendum sta nella copertura politica per l’eventualità di uscire dall’Euro e forse dall’Europa.

Sono due carte che Tsipras gioca con spregiudicatezza poichè pensa che un’uscita dall’Euro può mettere in difficoltà finanziaria una serie di paesi Europei tra cui l’Italia e l’uscita dall’Europa, con la naturale inclinazione a quel punto verso la Russia, può mettere in difficoltà gli Stati Uniti. Dunque, forte di questo ricatto, il governo greco spera di ridurre o addirittura azzerare il suo debito quindi ricominciare da capo a spendere molto di più di quello che i suoi bilanci consentirebbero e ovviamente applaudire Tsipras che è arrivato a questo splendido risultato. Cosa può fare l’Europa?

Alla fine dell’800 si delineò una posizione simile da parte del Venezuela che non voleva più pagare i suoi debiti. Si formò una coalizione internazionale che compose una flotta di navi da guerra, tra cui anche un incrociatore italiano, che si diresse su Caracas ma non erano ancora arrivati in vista delle spiagge Venezuelane che il Venezuela pagò il debito. Ovviamente erano altri tempi e oggi non sarebbe possibile far nulla, non dico di simile, ma neanche di lontanamente somigliante. Però in tutta Europa in paesi come l’Irlanda, la Slovenia, la Polonia o altri, che hanno fatto grandi sacrifici per mettere i conti in ordine si sviluppa un forte risentimento verso la Grecia e questo sostiene l’azione dei politici che sono più rigidi nei confronti del paese ellenico. D’altra parte Tsipras che, come si è detto, è a capo di una coalizione di sinistra radicale, non teme le reazioni della Destra perchè gli armatori, per esempio, che sono i grandi capitalisti della Grecia, non pagano tasse su tutti gli utili, che fanno fuori del mercato interno. Oppure il caso della Chiesa Ortodossa Greca “intestataria” di poco meno della metà dei beni immobiliari greci non paga un Euro di tasse. Quelli che ci rimettono sono i poveracci che fino ad oggi tra pensioni, sussidi e impieghi di stato se la sono cavata in qualche modo ma che, se funzionassero le richieste dell’Europa, dovrebbero tornare ad una vita stentata e misera com’è necessario in una società poco industrializzata e socialmente controllata dai grossi detentori di ricchezza (spesso elettori di Syriza).

Sembrerebbe una situazione il cui unico sbocco potrebbe essere quello, voluto appunto da Syriza, di lasciare la Grecia, v0lare via dall’Euro e dall’Europa tenuto conto che la frase di Orazio, nella sua interezza continua così: Graecia capta ferum victorem cepit, et artes intulit agresti Latio. Cioè la grande cultura greca dovrebbe essere ormai completamente assorbita da noi che sempre possiamo, per commuovere i nostri cuori, fare un viaggio nelle isole greche dove riposano i nostri ricordi liceali e se le cose vanno in un certo modo, saranno intasate da folle di turisti russi.

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