Russia

Cara sinistra, no, Putin non è un “compagno che sbaglia”

7 Marzo 2022

AVVERTENZA: questo articolo è stato scritto a Bologna e tiene conto della situazione in città.

L’innominato

In questi ultimi otto giorni, siccome seguo il nutrito microcosmo delle formazioni politiche definibili ascrivibili alla sinistra radicale, mi sono apparsi sulla bacheca di Facebook numerosi post sulla questione ucraina: il contenuto di questi è così riassumibile: le tensioni che sono sfociate nella guerra sono colpa della NATO, degli Stati Uniti e dell’Europa, che sono imperialisti e hanno per troppo tempo provocato la Russia. Basta. Questo sia prima che dopo l’invasione. Non solo non si muove la benché minima critica alla Russia e a Putin, ma queste due parole, “Russia” e “Putin” non appaiono quasi mai. Fanno fisicamente fatica a scriverle. Sono un gigantesco rimosso. È sensato scrivere post sull’invasione di un paese da parte di un altro e non parlare mai di quest’ultimo? Evidentemente no. A questo punto, visto che probabilmente non sono le capacità analitiche a mancare, è evidente che siamo davanti a una precisa scelta linguistica dovuta a una devastante miscela di ideologia e malafede.

Con questi post i massimalisti sostengono l’azione di Putin. Nemmeno della Russia, il che sarebbe forse comprensibile con contorte acrobazie mentali e ignorando buona parte della realtà, proprio di Putin. Lo ripetiamo, per sottolinearne la gravità, la sinistra radicale italiana sostiene un autocrate fascista, un mafioso, un criminale e un assassino, che governa con una cricca corrotta di oligarchi e ha silenziato le opposizioni, ucciso e imprigionato giornalisti, finanziato le destre estreme per destabilizzare l’Europa e messo sotto il suo controllo tutti i mezzi d’informazione del suo paese. Tutto ciò è sinceramente incomprensibile e sconcertante. O meglio, è spiegabile solo pensando che queste forze vedano la realtà attraverso le lenti dogmatiche e semplicistiche dell’ideologia, in un mondo in cui gli americani sono sempre gli yankee cattivi e chiunque si opponga a loro, fosse anche Mengele, è automaticamente il “buono”. Intendiamoci, non c’è nulla di male a criticare la NATO. Ciò è legittimo. Ciò che non è legittimo è schierarsi invece con un dittatore. I post sono scritti con un linguaggio così retorico e paranoico che sembrano uno di quegli articoli che scriveva l’Unità negli anni ’60 traducendo la Pravda.

Ferro di cavallo

La loro posizione appare granitica, inscalfibile nella sua ottusa sicurezza, immune da qualsiasi tentativo di auto-critica, quindi estremamente conservatrice, basata su alcuni concetti e parole ripetuti ossessivamente come mantra. Il punto non è tanto che essa sia sbagliata, è che è irragionevole, perché considera la situazione da un unico punto di vista, da cui non è permesso deviare. La visione d’insieme che ne deriva, quindi, è viziata e parziale. Del resto, è normale che sia così. Questo entità si dipingono come rivoluzionarie, e non si è mai visto un rivoluzionario mettere in dubbio il proprio credo. Forse vale la pena ribadirlo, la Russia non è l’Urss e Putin non è comunista, nessun ideale di giustizia sociale la anima, coi sovietici ha in comune solo i metodi da regime.

Il sostegno a Putin (o la non condanna, che è diverso nella forma, uguale nei contenuti) certifica purtroppo che, pur essendo ancora antitetiche e mantenendo differenze sostanziali, la galassia dei partitini comunisti che va Da Rizzo a Potere al Popolo si è ormai saldata alla destra estrema, almeno per quanto riguarda alcuni temi. Entrambe adottano un linguaggio iper-retorico, entrambe sono contro il blocco occidentale e anti-europeiste, entrambe subiscono la fascinazione dell’uomo forte, entrambe non accettano pareri divergenti.  Tutto ciò è decisamente inquietante, considerando che chi condivide le tue idee fa capire chi sei.  È un vero peccato, perché la posizione illogica e fondamentalista sulla questione ucraina cancella tutte le giuste battaglie che la sinistra radicale ha svolto e svolge in questo paese di cui l’Italia ha un disperato bisogno. A questo punto dobbiamo porci seriamente la domanda se queste forze possano ancora, o siano mai potute essere considerate di sinistra, se non addirittura democratiche.

Ci auguriamo un generale rinsavimento.

 

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