Germania

Angela Merkel: Nostra signora dei No

15 Febbraio 2020

Il terremoto politico tedesco è stato interpretato come la carenza di leadership da parte di Annegret Kramp-Karrenbauer, appena dimessasi da presidente dei Cristiani democratici (CDU) di Angela Merkel, rea di aver designato una figura troppo debole alla successione. Al contrario, la crisi della Turingia è tragico specchio della complessità della fase politica attuale.

Dopo l’ottimo risultato sia degli ex comunisti di Die Linke che dell’estrema destra di Alternative für Deutschland (AfD) alle elezioni nel Land orientale della Turingia, il parlamento regionale non disponeva della maggioranza necessaria a eleggere il presidente. Mentre la cancelliera propendeva per un accordo con gli ex comunisti, il parlamento di Erfurt ha eletto il liberale Thomas Kemmerich con l’aiuto di AfD. Ingresso di fatto nella maggioranza di un partito giudicato filonazista, capitanato in Turingia da Björn Höcke, controverso leader della corrente di estrema destra Der Flügel.

Leader di altri partiti di centrodestra, di fronte ad una situazione analoga, avrebbero pianto pubblicamente lacrime di coccodrillo per poi sogghignare in privato. Questa occasione sarebbe stata utilizzata in primis per pacificare la parte più reazionaria del proprio partito e poi per istituzionalizzare l’estrema destra. Tentativo di responsabilizzare i populisti portandoli al governo e facendone emergere le contraddizioni.

Contraddizioni tangibili nel caso di Höcke, visto che durante la manifestazione anti migranti di Chemnitz vestiva le rose bianche dell’eroina antinazista Sophie Scholl, mentre parte della folla inneggiava a Adolf Hitler. Ma Angela Merkel, coerentemente con la sua storia politica, ha rispolverato una delle sue linee invalicabili. Nobile scelta con cui ha evitato che sedesse al governo un partito che, sebbene non possa essere identificato come neonazista, appare ambiguo sulla storia tedesca.

In altri casi, le linee invalicabili della cancelliera sono apparse meno nobili. Ad esempio, quando, insieme all’ex ministro delle finanze Wolfgang Schäuble, contribuì all’avvitarsi della crisi greca. L’intransigenza dimostrata sull’impossibilità di cancellare il debito greco appare oggi come la palla di neve che si trasforma in valanga. Il protrarsi della crisi ellenica ha infatti inevitabilmente contagiato gli altri paesi, inficiando la qualità delle democrazie europee e finendo per travolgere la Germania stessa.

Malgrado le lusinghe dell’opinione pubblica internazionale, la demarcazione netta con i populisti di destra potrebbe produrre effetti similari. I sondaggi affermano che i due opposti partiti anti-establishment veleggiano insieme ben al di sopra del 50% dei voti nelle nuove elezioni convocate in Turingia. Segnale che la crisi della Germania Est è talmente profonda che non può essere meramente riferita alle capacità di leadership.

L’identità del popolo tedesco appare come il problema principale. La cancelliera ribadisce ai cittadini dell’est che, crollato il muro, vivono nel migliore dei mondi possibili. La stessa figlia di un pastore protestante dell’ex Repubblica Democratica Tedesca sembra insegnare loro che, malgrado colpevoli prima di nazismo e poi di comunismo, possono ora beneficiare del capitalismo occidentale. I sondaggi tendono a dimostrare che i cittadini dei Länder orientali non comprendono perché, già vessati dalla crisi economica, debbano sobbarcarsi le colpe del nazismo e comunismo.

La crisi politica, sebbene consolidi momentaneamente la posizione della cancelliera, nel medio periodo potrebbe aggravare la decadenza del suo partito, lasciando esplodere le contraddizioni tra la sua linea intransigente e quella possibilista di Friedrich Merz e degli alleati bavaresi. Un partito così balcanizzato che potrebbe essere da una parte attratto da un fronte europeista sempre più a trazione verde, e dall’altra dai populisti che si scagliano contro i migranti e contro la finanza allegra dei popoli latini. Inoltre, Die Linke potrebbe accrescere i consensi anche a occidente.

L’ultimo no della cancelliera, per quanto nobile, avvicina a una maggiore lacerazione del suo partito e della società tedesca, la quale sembra necessitare l’avvio di un serio dibattito interno che, superando la visione manichea del passato, aiuti a comprendere i limiti del presente.

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