Germania

Marcia di 10.000 a Monaco: è un segnale per l’Europa?

23 Luglio 2018

All’inizio erano in duemila, poi la gente si è via via aggiunta lungo il percorso nonostante la pioggia battente ed alla conclusione del corteo nella Königsplatz sono stati da 10 a 25 mila, a seconda delle diverse stime, coloro che a Monaco di Baviera hanno aderito domenica 22 luglio 2018 alla manifestazione lanciata col tag “corri fuori” contro la “politica della paura” per prendere posizione contro il nuovo corso politico della CSU. Il Partito del Ministro degli Interni tedesco Horst Seehofer aveva risposto con manifesti lungo il percorso con lo slogan “SI al decoro politico! No al tag “corri fuori” la Baviera non si lascia muovere all’odio!” che sono in parte stati strappati, dando luogo ad alcune denunce per danneggiamenti. La manifestazione era stata indetta inizialmente da uno spettro di 50 organizzazioni diverse tra cui spiccavano i Verdi e la SPD, (la Süddeutsche Zeitung riporta che il loro numero sia diventato addirittura di 130), e vi hanno partecipato anche il sindaco Dieter Reiter (SPD) e gli intendenti dei due principali teatri cittadini. Sul podio è intervenuto anche Claus Peter Reisch il capitano della nave “Lifeline” citato in giudizio a Malta, ed i cronisti hanno riportato che le sue descrizioni dei salvataggi in mare sono stati ascoltati dalla piazza in quasi assoluto silenzio.

L’eco della manifestazione assume ora un significato particolare non solo a livello locale, nella campagna elettorale per le prossime elezioni bavaresi del 14 ottobre, ma anche nell’alveo del dibattito scatenato in tutta la Germania dall’addio alla maglia nazionale del giocatore di origini turche Mesut Özil in polemica agli attacchi che aveva subito per essersi fatto fotografare con il Presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, ed avere anche riflessi nelle elezioni europee del 2019.

Özil ha infatti rivendicato il suo diritto di sentirsi sia turco che tedesco e se si considera che nello scorso referendum presidenzialista tra coloro che risiedono in Germania due cittadini di origini turche su tre hanno dichiarato di avere votato per la modifica costituzionale che ha accentuato i poteri nelle mani di Erdogan, la rivendicazione all’orgoglio nazionale turco di un simbolo per la comunità turco-tedesca come il giocatore, potrebbe alimentare una nuova spaccatura nella società nazionale. Una frattura tanto più pericolosa quanto parte dell’opinione pubblica del Paese è contestualmente tirata nella direzione opposta dalla campagna nazionalista della AfD. La AfD per bocca del suo portavoce nazionale Jörg Meuthen infatti plaude alle iniziative del Ministro degli Interni italiano Matteo Salvini di chiudere i porti, così come alla creazione di centri al di fuori della UE che regolino gli accessi dei rifugiati in Europa. Centri che indica costerebbero all’UE molto meno di quanto essa spende per gestire oggi l’immigrazione irregolare, anche se rischierebbero di essere fatti in Paesi che non danno alcuna garanzia sulla tutela dei diritti umani. Meuthen non nasconde che la AfD mira a stipulare un’alleanza strategica a livello europeo con forze politiche come la Lega del Ministro Salvini, che ristabiliscano il primato di quelle che indica essere “politiche patriottiche che tutelino gli interessi nazionali”. In una recente intervista concessa a Tina Hassel della ARD egli ha pronunciato delle titubanze solo verso il ruolo che vorrebbe tagliarsi Steve Bannon, che ha preannunciato di voler movimentare le elezioni UE con una propria organizzazione di coordinamento delle forze populiste di destra, in quanto elemento estraneo alla scena europea.

Il segnale quindi lanciato ieri da una vasta parte dell’opinione pubblica monacense, volto all’inclusione ed alla solidarietà,  potrebbe essere in questo momento politico più significativo rispetto al mero ambito locale anche nella sua proiezione verso le elezioni europee, soprattutto se non rimarrà isolato, proprio in quanto in contro-tendenza ed aperta discordanza dalle politiche attualmente svolte dai Governi nazionali che assecondano forze politiche che in ultima istanza vorrebbero il ritorno ai nazionalismi.

 

Immagine di copertina: Pixabay, https://pixabay.com/it/integrazione-benvenuti-1777536/

 

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