Germania
Lo scenario tedesco: crisi dei partiti di massa o delle larghe intese?
Le europee in Germania hanno visto il tracollo della SPD e la discesa dei cristiano-democratici fare da sfondo all’esplosione dei Verdi, che con il loro 20,5% ottengono un record storico.
Sulla scala nazionale, quindi, il voto tedesco per il Parlamento Europeo ha certificato una serie di dinamiche visibili già negli scorsi mesi, ad esempio con le elezioni federali in Assia e Baviera.
Prima di tutto, scendono i partiti che da sei anni danno vita alle larghe intese. La CDU si ferma al 28,9%, rimanendo primo partito ma con un risultato ben lontano dal 35,3% delle scorse europee e dal 32,9% delle politiche del 2017. I socialdemocratici crollano al 15,5%, una percentuale che conferma e accentua il trend molto negativo del partito reso chiaro già dalle scorse politiche, quando presero il 20%.
In effetti, il secondo aspetto da notare è che la crisi dei partiti di governo è prima di tutto crisi della SPD: è la sinistra ad aver perso più credibilità e autorevolezza dalle larghe intese, e oggi fatica a mantenere un rapporto con il proprio elettorato di riferimento a favore di altri partiti, soprattutto i Verdi.
Proprio l’ascesa dei Verdi autorizza la terza considerazione immediata dopo il voto: in Germania sta sorgendo un nuovo bipolarismo, che vede i Grüne diventare un partito di primo piano in grado di contrapporsi alla CDU.
Non è ancora chiaro, tuttavia, se questo nuovo bipolarismo sia indice di qualcosa di nuovo nella società tedesca, che sta diventando lentamente strutturale, o se invece sia una fase transitoria dovuta anche (o soprattutto?) all’irrilevanza politica della SPD degli ultimi tempi. In effetti, anche nei giorni seguenti il voto i sondaggi hanno continuato a mostrare una discesa della SPD e una crescita dei Verdi, che oggi sarebbero ben oltre il 20% e per alcuni istituti (come Forsa e Infratest Dimap) supererebbero addirittura la CDU diventando primo partito.
Secondo un recente sondaggio di YouGov, però, in caso di fine delle larghe intese la maggior parte dei tedeschi preferirebbe una maggioranza rot-rot-gruen, vale a dire un governo che vedesse Verdi, SPD e la sinistra della Linke insieme.
Il sondaggio ha certo dei limiti: è effettuato su di un campione di 2042 intervistati, e l’ipotesi vincente si afferma con una maggioranza relativa del 25% (contro il 15% di chi vuole un governo di Verdi, cristiano-democratici e liberali e il 14% di chi preferisce Verdi e CDU), ma è significativo che l’opzione maggioritaria coinvolga proprio un partito dato per morto. Inoltre, tra gli intervistati che hanno dichiarato di votare per i Verdi, ben il 54% propende per una coalizione di sinistra invece che per un’alleanza con la CDU.
Questi dati autorizzano forse una serie di considerazioni: innanzitutto, la crisi di CDU e SPD non è crisi dei partiti di massa in quanto tali. I Verdi sono un partito storico sulla scena tedesca, con un’impostazione social-liberale e una struttura ben radicata nei territori. Hanno una cultura di governo, e infatti sono in maggioranza in alcune realtà federali (ad esempio con la CDU in Baden-Württemberg e con socialdemocratici e Linke in Turingia). La loro ascesa si deve anche al loro essere riusciti a uscire dall’elettorato tradizionale, colto e radicato nelle città, per giungere a settori sociali tradizionalmente non vicini.
Forse quello che vediamo in Germania non è tanto una crisi dei partiti di massa, ma una crisi delle larghe intese che coinvolge soprattutto il partito che a cause di esse ha dovuto rinunciare di più ad alcuni punti della sua agenda politica. A causa di ciò, molti elettori hanno trovato nuovi spazi di rappresentanza. I partiti di massa non muoiono: cambiano.
E’ difficile prevedere gli sviluppi di questo scenario: i Verdi hanno avuto una crescita troppo corposa per essere un trend passeggero, e molto dipenderà da se la SPD deciderà di far crollare il governo e porre fine alle larghe intese, una situazione resa complessa dalla necessità di una sfiducia costruttiva. La SPD potrebbe tornare a crescere, i Verdi dovrebbero sostenerne la concorrenza e la CDU potrebbe dover tornare a camminare da sola. Di sicuro, la lettura che vede i Grüne torreggiare sulle macerie dei partiti tradizionali è fuorviante verso la storia degli stessi Verdi e verso una serie di segnali che vengono dalla società tedesca.
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