Germania

Germania: impegno a legge 2.0 su internet e certificato di sicurezza dei router

8 Gennaio 2019

G0d@orbit, così si chiamava uno degli account Twitter dal quale uno studente ventenne dell’Assia che viveva ancora con i genitori ha diffuso i dati personali di oltre 1.000 tra politici e persone della vita pubblica tedesca a partire da dicembre dell’anno scorso. Il giovane fermato è ora stato rimesso in libertà non ritenendo più sussistente il pericolo di inquinamento delle prove.

In una conferenza stampa congiunta con i presidenti del BKA Holger Münch e del BSI Arne Schönbohm -la polizia criminale e l’agenzia per la sicurezza della rete informatica statale tedesche- il Ministro degli Interni della Germania Horst Seehofer (CSU) l’8 gennaio 2019 ha fornito le prime mosse che il suo dicastero intende prendere per migliorare il livello di sicurezza delle comunicazioni in rete. Innanzitutto, una nuova legge sulla scurezza in internet 2.0 che egli conta di potere presentare entro il primo semestre dell’anno, evidenziando peraltro che essa in effetti è già in corso di preparazione dal 2018. In diretta risposta al recente attacco -la cui sistematicità pare sia apparsa per prima all’ufficio della Vice Cancelliera Andrea Nahles (SPD)- il titolare del dicastero degli Interni ha poi ipotizzato l’implementazione di un certificato di sicurezza per tutti i router, fermo restando, ha sottolineato, che resterà sempre compito dei singoli funzionari tutelare le proprie comunicazioni private ed il BSI (Bundesamt für Sicherheit in der Informationstechnik) potrà solo fornire loro consulenza.

Il Presidente del BSI Schönbohm per parte sua ha reso noto che Twitter una volta tanto ha risposto sollecitamente alle richieste della sua Agenzia di bloccare gli account da cui erano diffusi i dati e che i suoi funzionari avrebbero anche riscontrato la disponibilità a collaborare da parte della maggior parte degli host providers sui quali erano stati salvati i dati rubati. Al momento l’autorità pubblica resta peraltro legata alla collaborazione volontaria dei gestori dei social networks, ha tenuto a sottolineare, e non resta escluso che i dati cancellati ricompaiano in futuro.

Forse in sede legislativa si potranno prevedere anche strumenti coercitivi più penetranti verso i social networks. Tanto più se si considera quanto sia già stato efficace un attacco sferrato in effetti da un singolo hacker ventenne, raccogliendo da solo le informazioni nell’arco di anni senza diffusione di software spia e poi diffondendole da dicembre sotto forma di porte da aprire giorno per giorno come in un calendario dell’avvento, e non da una agguerrita rete di hackers di uno Stato straniero.

Gli inquirenti sono giunti ad identificare l’autore dopo avere svolto venerdì una prima perquisizione ad Heilbronn presso l’abitazione di un pirata informatico 19enne. Questi ha poi collaborato con la polizia permettendo di individuare e perquisire domenica la casa del sospetto, ora indicato essere reo confesso.

Non è peraltro ancora del tutto chiaro la motivazione della sua azione. Il ragazzo avrebbe dichiarato di aver agito solo per frustrazione verso le esternazioni dei personaggi colpiti. Resta tuttavia da verificare se lo studente ricercasse in qualche modo solo notorietà, o non abbia anche avuto una motivazione più specificatamente politica, stante che tra le persone delle quali ha diffuso illecitamente i dati non appare al momento esserci stato alcun rappresentante della AfD.

 

Immagine di copertina: sito BSI, https://www.bsi.bund.de/DE/Home/home_node.html.

© Riproduzione riservata

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