Germania
L’ombra della corruzione sulla gestione dei rifugiati in Germania
All’indomani dell’incontro fra la cancelliera Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron, da cui è emersa l’idea di un piano congiunto per la riforma del diritto d’asilo europeo, un’inchiesta delle testate tedesche Radio Brema, Süddeutsche Zeitung e NDR ha scoperchiato un caso di corruzione relativo proprio alla gestione dell’immigrazione in Germania.
I tre media hanno portato alla luce che tra il 2013 ed il 2017 la dirigente dell’Ufficio di Brema dell’Autorità Federale tedesca per i rifugiati (BAMF) sarebbe stata in combutta con un trio di avvocati per dare il via libera, senza averne titolo, a circa 2.000 pratiche per lo più di yazidi, in maggioranza ospitati in Bassa Sassonia e Nord-Reno Vestfalia. I migranti sarebbero stati trasportati a Brema con autobus predisposti da uno dei legali giusto il tempo necessario per vedere accolte le loro pratiche, trattate con priorità secondo liste prestabilite ricevute dalla dirigente, per poi rientrare nei Länder di provenienza.
Tra mercoledì e giovedì 18 e 19 aprile sono state fatte otto perquisizioni negli appartamenti dei sospetti e nei loro studi legali. La dirigente pubblica, immediatamente sospesa dal servizio nel perdurare dell’inchiesta, avrebbe quantomeno fruito di inviti al ristorante. L’ipotesi accusatoria è di corruzione e di costituzione di un’associazione a delinquere per l’illegittima distribuzione delle richieste di asilo.
L’esistenza delle irregolarità sarebbe emersa allorché una famiglia in Bassa Sassonia, poco prima della pianificata espulsione, aveva ottenuto un certificato di asilo da Brema, poi annullato dal tribunale amministrativo di Hannover, facendo sì che il ministro degli Interni del Land Boris Pistorius scrivesse una lettera di protesta al BAMF lamentando le irregolarità. D’altronde, ha notato la tedesca ARD nel dare la notizia dell’inchiesta, a Brema si registrava una quota di concessioni di tutela pari al 96%, mentre la media nazionale tedesca è del 62 per cento. Questo dato, secondo l’Eurostat, nel 2017 si è invece attestato al 50% per le domande decise positivamente in prima istanza e al 40% per le richieste accolte in appello.
La Germania è il paese europeo che nel 2017 ha garantito più di ogni altro il diritto d’asilo a migranti, in assoluto e anche in rapporto alla popolazione. Il dato emerge dalle statistiche Eurostat sui 28 Stati dell’Unione Europea. La Germania ha dato accoglienza a 325.370 rifugiati: il 60% delle 538.120 persone cui è stata riconosciuta tutela in tutta l’UE; 271.630 hanno fruito pienamente del diritto d’asilo, 188.960 di tutela sussidiaria limitata e 77.530 di un permesso di soggiorno per motivi umanitari. La classifica dei benefattori vede poi molto distaccate Francia (40.575), Italia (35.130), Austria (33.925) e Svezia (31.245). Dai dati emerge una riduzione del 25% delle richieste rispetto al 2016.
Fanalino di coda sono invece i Paesi dell’Est: se la Germania ha dato tutela a 3.945 persone per ogni milione di abitanti, la Slovacchia l’ha concessa in tutto e per tutto solo a 10 persone per milione, Cechia e Polonia a 15, meno dell’Ungheria che è il Paese che più si oppone ad una distribuzione dei rifugiati nell’UE e che ha pur sempre ammesso 130 richiedenti protezione per milione.
Il 33% delle domande di tutela accolte nel 2017 è stato presentato da cittadini siriani, il 19% da afghani, il 12% da iracheni, il 5% da eritrei ed iraniani, il 4% da somali ed il 2% da nigeriani, oltre un restante 19% di nazionalità diverse. Tra gli assistiti ci sono anche molti yazidi, una minoranza curda originaria della Siria, Iraq, Turchia ed Iran, che si stima annoveri in tutto il mondo tra i 500 e gli 800 mila individui. Molti sono scappati per sfuggire agli eccidi nella città nord-irachena di Mossul, abbandonando la regione montana dello Sindschar. Maggiori chances di tutela hanno avuto le domande presentate da cittadini siriani, il 94% dei quali hanno avuto un primo esito positivo; seguono gli eritrei con il 92% delle domande accolte (ma gli eritrei costituiscono solo il 5% di tutti coloro che hanno ottenuto tutela in UE nel 2017), poi i somali (69% delle domande accolte). Appena il 5% delle domande sono state, poi, presentate da richiedenti albanesi.
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Immagine di copertina: Pixabay, https://pixabay.com/it/migrazione-integrazione-migranti-3129299/
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