Germania

Deportato in Germania l’ex ausiliario delle SS 95enne Jakiw Palij

21 Agosto 2018

Dopo anni di investigazioni ed ormai 95enne Jakiw Palij ex ausiliario del Terzo Reich, di origini polacco-ucraine, in servizio di guardia nel campo nazista di Trawniki in Polonia, è stato deportato oggi dagli USA, dalla sua casa di New York, in Germania dove è giunto all’aeroporto di Düsseldorf. Si tratta dell’ultimo criminale di guerra scovato negli USA ad essere espulso in Germania dopo che John Iwan Demjanjuk, anch’egli un ex Trawniki, fu deportato nel 2009 per esservi processato a Monaco di Baviera ed essere condannato in primo grado per concorso in 28.060 casi di omicidio nel lager di Sobibor.

Palij venne scovato perché un commilitone lo identificò nel 1989 di fronte all’autorità canadese. Gli investigatori statunitensi a partire dal 1990 richiesero quindi documenti su di lui a vari Stati tra cui la Russia -riporta la Associated Press– e nel 1993 lo confrontarono con le risultanze. Jakiw Palij ammise di avere prestato servizio nel lager di Trawniki nel 1943, dove furono massacrate circa 6.000 persone, negando però di avere avuto però alcun ruolo attivo in crimini di guerra. È noto tuttavia che i circa 5.000 ausiliari ucraini che, prendendo il nome dal campo, costituirono l’unità dei Trawniki che fu impiegata dai nazisti per servizi di guardia in diversi campi di annientamento nel territorio polacco. Nel 2003 la magistratura statunitense lo privò della cittadinanza ed un anno dopo ne fu disposta l’espulsione, finora però né la Germania, né la Polonia, né l’Ucraina l’avevano accettato.

Alla base del decreto di deportazione l’aver mentito alle autorità di immigrazione sul suo passato nazista. Per entrare negli Stati Uniti nel 1949 sotto il Displaced Person Act Palij infatti mentì dicendo di essere stato un agricoltore ed un operaio; potendo così vivere impunito sino alla pensione a Queens con la moglie Maria, oggi 86enne. Dopo che il suo passato era diventato noto la sua presenza scatenò forti proteste, esacerbate, secondo le risultanze della citata agenzia stampa statunitense, anche dal fatto che per schiaffo del destino Palij acquistò la sua casa vicino all’aeroporto La Guardia nel 1996 proprio da un ebreo polacco sopravvissuto alla Shoà ignaro del passato dell’acquirente.

Non sussisterebbero tuttavia prove sufficienti per un rinvio a giudizio per crimini di guerra ed anche per le sue condizioni di salute è improbabile che sarà processato. Un nuovo incartamento su Palji è stato aperto con protocollo AR-Z 10/15 in forma di “indagini preliminari” avanti all’Autorità centrale tedesca per le investigazioni dei crimini nazionalsocialisti di Ludwisburg, riporta l’emittente nazionale ARD, ma l’inchiesta in precedenza era stata già archiviata. L’agenzia Associated Press indica poi che l’ex Trawniki è stato trasportato con un’ambulanza in un istituto nella città di Ahlen. Come indica la Frankfürter Allgemeine Zeitung la Germania ha ammesso Palij applicando l’articolo 22 della legge sul diritto di permanenza sul territorio tedesco che prevede che in via straordinaria il Ministero degli Interni possa consentire l’ingresso di uno straniero per “salvaguardare gli interessi politici della Repubblica Federale tedesca”. Il Ministro degli esteri tedesco Heiko Maas, che lunedì 20 agosto aveva visitato l’ex campo di concentramento di Auschwitz depositandovi una corona, ha infatti dichiarato che con l’accettazione di Palij “la Germania fa fede ai suoi obblighi morali verso le vittime e le generazioni future”. Nonostante la sua storia una interrogazione parlamentare dei Linke ha evidenziato che tra il 2001 ed il 2017 sono stati ancora registrati ben 52 attentati e 16 omicidi attribuibili all’estrema destra.

Si stima che ne dopoguerra qualcosa come diecimila ex aguzzini nazisti abbiano potuto aggirare i controlli ed entrare negli USA. Il dipartimento legale statunitense a partire dagli anni ’70 ha avviato procedimenti nei confronti di 137 sospetti nazisti e ha disposto la deportazione o fuoriuscita spontanea di 67 di loro -riporta la AP– altri 28 sono deceduti in pendenza della decisione del loro caso, come l’ex guardiano di Auschwitz Johann Breyer, e 9 sono morti negli USA perché, pur essendone stata decretata l’espulsione, nessun Paese volle accoglierli.  La Associated Press indica peraltro che dal 2017 la Polonia cerca di ottenere invano la consegna di Michael Karkoc, ex comandante ucraino di un’unità delle SS che fece rastrellamenti di civili polacchi bruciando interi villaggi al suo passaggio che oggi ha 99 anni e vive a Minneapolis.

 

 

 

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Immagine di copertina: Pixabay, https://pixabay.com/it/cartello-alt-prigione-1036877/

 

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