Germania
Bonn reagisce ad attacco antisemita/Berlino triplica risarcimenti per terrorismo
In centinaia hanno manifestato a Bonn giovedì portando una kippah in esito all’ulteriore aggressione antisemita registrata una settimana fa in Germania. Gli attacchi contro ebrei od istituzioni ebraiche d’altronde continuano ad emergere nelle statistiche e secondo dati del Ministero degli Interni tedesco nel 2017 sono stati oltre 1.500. Al Bundestag pende un’interrogazione dei Linke per sapere quante siano le pagine internet che fomentano l’odio razziale, sono apertamente antisemite, omofobe o discriminatorie, ad essere state note al Governo tedesco nel 2017.
Il caso che ha mosso molti a scendere in piazza, secondo le ricostruzioni è tuttavia particolarmente imbarazzante per le stesse autorità tedesche. Un professore israelo-americano, Jitzchak Jochanan Melamed, a Bonn per assolvere un periodo di insegnamento all’Università, stava passeggiando negli Hofgarten di Bonn quando è stato preso di mira da un giovane tedesco di origini palestinesi che gli avrebbe ripetutamente fatto cadere la kippah che portava sul capo. Allorché il professor Melamed ha chiamato la polizia, i 4 agenti intervenuti lo avrebbero tuttavia preso per l’aggressore, colpendolo una dozzina di volte al volto. Il professor Melamed ha sostenuto di non avere prestato alcuna resistenza ai poliziotti ed ha insistito per presentare denuncia. Nel presidio di polizia i funzionari avrebbero cercato tuttavia di dissuaderlo se non addirittura minacciarlo -secondo quanto ha riferito ai media- asserendo che gli agenti avrebbero reagito al fatto che il docente avrebbe toccato la mano di uno dei membri della pattuglia. Il professore nonostante le pressioni ha insistito nella sua versione ed i 4 agenti sono ora stati sospesi in attesa dell’esito dell’inchiesta.
Narrando l’episodio alle telecamere del secondo canale pubblico tedesco il professor Melamed appariva effettivamente avere dei lividi sotto un occhio. Il Ministro degli Interni del Nord Reno-Vestfalia, Herbert Reul (CDU), ha voluto subito fare le scuse al docente per l’accaduto. Oltre a tutto le cronache hanno registrato che lo studente tedesco-palestinese è stato arrestato solo il giorno dopo, non per l’aggressione, bensì perché avrebbe minacciato dei passanti con un coltello dicendo loro che se avesse voluto avrebbe potuto ucciderli tutti.
È appena il caso di rimarcare che uno dei temi che sono stati messi in luce dal processo al gruppo terroristico neonazista ed antisemita NSU, chiuso da appena tre settimane circa, è l’esistenza di forme di razzismo istituzionale nel modo in cui gli agenti di polizia avevano condotto le indagini, ritenendo come unica ipotesi di lavoro che gli assassini dovessero ricercarsi nell’ambito della sfera familiare o lavorativa delle stesse vittime. L’accaduto a Bonn dimostrerebbe quanto sia sempre importante la sensibilità delle forze dell’ordine e la loro capacità di valutare la situazione senza pregiudizi agendo sul campo.
Anche perché poi non si può rimettere tutto a posto solo con risarcimenti pubblici, come in effetti si è fatto per le vittime degli omicidi dello NSU ed in esito all’approvazione della legge di bilancio la Germania farà ancora più fattivamente, triplicando con effetto retroattivo le somme accordate ai familiari di quanti sono deceduti per mano di terroristi. La disposizione è in effetti scaturita dal malcontento registrato all’indomani delle liquidazioni ai parenti dei morti nell’attentato nella Breitscheidplatz di Berlino del 19 dicembre 2016. Genitori, coniugi e figli riceveranno ora 30.000 euro, i fratelli 15.000. In futuro inoltre chi rimanesse orfano per effetto di un attacco terroristico potrà avere diritto fino ad altri 45.000 euro per il proprio sostentamento. Si stima che approfitteranno retroattivamente del provvedimento circa 300 persone, inclusi peraltro anche i parenti di cittadini tedeschi deceduti in attentati all’estero, come alla sinagoga di Djerba nel 2002. Nel bilancio 2018 sono stati accantonati 8 milioni di euro per questa voce, ha riportato la tedesca ARD citando Edgar Franke (SPD) l’incaricato del Governo per problematiche attinenti le vittime di attentati terroristici ed i loro familiari.
Ai molti che osservano che così si crea una disparità per i tanti morti in occasioni diverse sfugge che evidentemente nella disposizione oltre ad un atto di solidarietà c’è anche una tacita dichiarazione di colpa che lo Stato tedesco si sobbarca per non aver saputo prevedere ed evitare i piani terroristici, e sia nel caso di Anis Amri che in quello dello NSU è emerso in modo evidente che incurie ci siano state anche se non ci sono state condanne. Le indagini promosse nel maggio 2017 dal Senatore agli interni di Berlino Andreas Geisel (SPD) contro due poliziotti di Berlino per manipolazione degli atti legati ad un mancato arresto per traffico di droga di Anis Amri, sono state archiviate nell’aprile di quest’anno. Anche se c’è stata alterazione dei verbali non si poteva provare che i funzionari avessero agito per coprire i loro errori, né che un eventuale fermo del tunisino avrebbe poi evitato l’attentato. Il procedimento penale contro il funzionario dei servizi del Verfassungschutz Axel M., nome in codice Lothar Lingen, che aveva distrutto illegittimamente i fascicoli di diversi informatori di estrema destra, appena pochi giorni dopo che era venuta alla luce l’esistenza del gruppo terroristico, è stato parimenti archiviato quest’anno, per quanto infliggendogli una multa di 3.000 euro in favore di un ente di utilità sociale di Colonia che combatte l’estremismo di destra ed ancor prima dovette subire lo spostamento ad altro incarico nell’Amministrazione.
Immagine di copertina: Pixabay, https://pixabay.com/it/bonn-reno-vestfalia-del-nord-209505/
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