Germania

Allontanata, ma non ancora scongiurata, una crisi di Governo in Germania

3 Luglio 2018

Il Ministro tedesco degli interni Horst Seehofer ha annunciato nella tarda serata del 2 luglio di avere raggiunto un compromesso su tre punti con la Cancelliera Angela Merkel. L’accordo non è stato approvato dalla SPD che ha chiesto nuovi incontri di Gabinetto; non è ancora del tutto scongiurata la temuta crisi di Governo in Germania. Per raggiungere la “quadratura de cerchio” si è mosso anche il vecchio candidato cancelliere della CSU Edmund Stoiber. L’intesa raggiunta in tre punti chiave prevede:

  • un nuovo regime frontaliero con l’erezione di centri di transito ai confini austriaco-tedeschi dove siano fermati tutti i nuovi migranti privi dei requisiti per il riconoscimento del diritto d’asilo in Germania ivi compresi coloro che siano già stati registrati in un’altra Nazione;
  • la stipulazione di accordi bilaterali per il re instradamento dei migranti già registrati in altri Paesi dell’UE in modo da evitare un’azione unilaterale e non coordinata con i partner europei;
  • un patto con l’Austria perché nel caso non si possano stipulare accordi bilaterali ed effettuare un respingimento diretto nel Paese di prima registrazione, i migranti trattenuti nei centri di transito siano comunque smistati per l’espulsione.

Nel 2015 però la SPD si era già detta contraria a dei centri di questo tipo al confine ed ora si riserva di discutere ancora coi partners. Non è neppure chiaro se l’Austria intenda sottoscrivere un accordo di questo tipo, anche se si deve supporre che sia già stato discusso prima di essere stato annunciato così categoricamente.

È innegabile che esista l’estremismo islamico; per restare alla Germania, il 29 giugno è stato disposto l’arresto per la prima volta anche di una cittadina tedesca 27enne che in Siria faceva pattuglie sull’osservanza dei costumi morali per l’IS. Ma non si può fare a meno di osservare che per quanto manifestata da larghe fette della popolazione, l’insofferenza per gli immigrati sia anche acuita dalla politica più di quanto non giustificherebbe la loro attuale consistenza numerica reale sul territorio. In Germania la AfD dal congresso del partito ad Augusta di fine giugno ha strizzato l’occhio alle mosse di Matteo Salvini (proprio lui non Giuseppe Conte) e Victor Orban, dichiarandosi il vero partito della Patria tedesca contro il multiculturalismo dell’Europa. Parole non poi molto diverse nella sostanza in effetti da quelle del Ministro degli Interni italiano a Pontida che aveva detto che la sua Lega farà cadere Bruxelles come è caduto il Muro di Berlino. Se si usano però questi toni nazionalisti ci si muove direttamente nello stesso solco di partiti come la NPD. I Verdi ed i Linke tedeschi non hanno risparmiato critiche alla Cancelliera per le concessioni fatte a Seehofer spostando l’asse politico più a destra.

Se non si vuole cedere invece agli estremismi si deve convenire che l’immigrazione debba essere regolata, ma non si possano chiudere semplicemente le frontiere come pretende Orban e come vogliono in Germania i capi della AfD Galuand, Höcke e pure il più “moderato” Meuthen. È vero che lo si doveva fare già da tempo, ma anche se si è in ritardo si deve procedere con respiro di lunga durata. Horst Seehofer ha indicato che il compromesso raggiunto con Angela Merkel dopo ore di trattative e la minaccia di recedere dall’incarico, praticamente un aut aut, è su basi realmente sostenibili. Ma in effetti l’Europa da decenni doveva fare molto di più per lo sviluppo dei Paesi di provenienza dei molti migranti economici: invece ha arricchito satrapi locali e sfruttato il più possibile le riserve minerarie del continente africano. Oggi i costi per rimediare sono molto più alti. I controlli alle frontiere sono solo una misura d’ordine pubblico, ma non la risposta al problema.

 

Si consideri poi che l’UE pianifica di avviare dal 2019 trattative per l’allargamento dell’Unione ad Albania e Macedonia, nazioni con popolazioni in buona parte mussulmane, profilando un allargamento delle frontiere dell’UE proprio quando si dovrà votare per il rinnovo del Parlamento Europeo. Se prima non si toglierà fiato ai nazionalisti regolando i flussi migratori extra UE, senza fermarli, ma governandoli, potrebbe rivelarsi un pretesto per nuove controversie.

 

 

Immagine di copertina: Horst Seehofer, dall’archivio de Gli Stati Generali

 

© Riproduzione riservata

 

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