Medio Oriente
Sparatoria in Turchia, muore capo avvocati curdi
Nuova spirale di violenza in Turchia, già al centro del dibattito per l’abbattimento di un jet militare russo. Questa volta è di nuovo la minoranza curda a farne le spese.
Il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Diyarbakir, Tahir Elçi, è stato ucciso in un attacco armato proprio nella città di Diyarbakir al termine di un incontro pubblico. Insieme a Tahir Elçi, le autorità turche hanno confermato che anche un poliziotto è rimasto ucciso. Altri tre agenti e diversi giornalisti sono rimasti feriti.
Tahir Elçi era noto in Turchia per le sue posizioni a favore del Partito dei lavoratori Kurdistan (Pkk), il quale sosteneva in un’intervista rilasciata a CNNTürk che non fosse da considerare come un’organizzazione terroristica, bensì «un movimento politico che ha importanti rivendicazioni e che dispone di un ampio sostegno, anche se alcune sue azioni sono di carattere terroristico». Per Erdogan la posizione ufficiale è quella di considerare il Pkk come una «organizzazione terroristica».
Le circostanze della sparatoria non sono ancora chiare. Tuttavia, l’agenzia ufficiale turca Anadolu ha già detto che la responsabilità degli omicidi è dei ribelli curdi del Pkk.
Tahir Elçi, 49 anni, era avvocato per i diritti umani, noto per il suo impegno verso la causa curda. Era stato arrestato il mese scorso per “propaganda di un’organizzazione terroristica” a Diyarbakir il 19 ottobre e rimesso in libertà su cauzione il 20, con la proibizione di uscire dalla Turchia.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha immediatamente rilasciato una dichiarazione confermando che «questo incidente mostra quanto sia nel giusto la Turchia nella sua determinazione di combattere il terrorismo», dichiarando un coprifuoco nel centro storico di Sur a Diyarbakir.
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