Medio Oriente

Nuova pianificazione familiare in Iran: più figli meno contraccettivi

13 Marzo 2015

Ci sono paesi in cui c’è ancora qualcuno che stabilisce quanti figli debba mettere al mondo una famiglia. Il più delle volte ponendo delle restrizioni con rigorose politiche di controllo delle nascite per limitare i problemi di sovrappopolazione.

In Iran sta per accadere l’esatto contrario. Il Paese sta cercando di invertire le leggi progressiste in materia di pianificazione familiare vietando la sterilizzazione volontaria e limitando l’accesso ai contraccettivi. Il leader del Paese, l’Ayatollah Ali Khamenei, vuole in questo modo ispirarsi allo stile di vita occidentale ed incrementare la popolazione.

Per decenni l’Iran ha perseguito un programma che agevolava il controllo delle nascite per le famiglie. Comprendeva delle sovvenzioni per la vasectomia, contraccettivi a prezzi accessibili o talvolta gratuiti,  ed anche l’educazione nazionale sulla salute sessuale.  Adesso si vogliono invece vietare tutti gli interventi chirurgici destinati alla contraccezione permanente, salvo i casi in cui ci siano minacce per la salute fisica, e puniti coloro coinvolti in tali operazioni. La nuova legislazione dovrebbe effettivamente porre fine al famoso slogan del Paese “due figli è sufficiente”.

Le associazioni per i diritti umani dicono che questo porterebbe le donne iraniane indietro di decenni. Amnesty International ha pubblicato un rapporto intitolato “Tu dovrai partorire. Attacchi ai diritti sessuali e riproduttivi delle donne in Iran”, descrivendo cosa sono disposte a fare le autorità iraniane per incoraggiare un maggior numero di gravidanze per ovviare al problema del declino della popolazione, nonostante però i dati non siano così allarmanti.  Amnesty International sostiene che la proposta sia fuorviante e, qualora fosse approvata, esporrebbe la donna a gravidanze indesiderate e rischi per la salute perché tenterebbero la via degli aborti illegali e spesso non sicuri. Inoltre l’impossibilità di usufruire gratuitamente dei preservativi che prima venivano distribuiti negli ambulatori delle città e nei centri rurali per la salute finanziati dal programma di pianificazione familiare, rischia di portare ad un aumento delle malattie sessualmente trasmissibili, HIV compreso.

Il Vice direttore di Amnesty per il Medio Oriente e Nord Africa, Hassiba Hadj Sahraoui, ha dichiarato: “Le autorità stanno promuovendo una cultura pericolosa in cui le donne sono spogliate dei diritti fondamentali e visti come mere macchine da riproduzione piuttosto che come esseri umani con diritti fondamentali di fare scelte circa il proprio corpo e la vita”. Il disegno di legge potrebbe avere “conseguenze devastanti per le donne intrappolate in relazioni violente”. “Nel loro zelante tentativo di proiettare un’immagine di potenza militare e di forza geopolitica aumentando i tassi di natalità, neanche il letto coniugale resta fuori dalla loro portata”- ha affermato Sahraoui.

È prevista anche l’esclusione dal mercato del lavoro alle donne che non avranno figli. Tutto questo porterà ad una discriminazione contro le donne e ad interferire nelle loro vite matrimoniali e private.  La parità di genere verrà meno. Addio alla possibilità di scegliere cosa fare della propria vita sessuale e familiare. Nessun diritto a tal proposito.

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