Medio Oriente
L’ignoranza di chi usa le bandiere a sproposito
Acque agitate in vista del 25 aprile. Pochi giorni fa la Brigata Ebraica e l’ Aned, l’associazione degli ex-deportati, hanno annunciato la loro assenza dal corteo di Roma per evitare tensioni con i militanti filopalestinesi. La tumultuosa riunione in preparazione del corteo del 25, infatti, è apparsa come un inquietante presagio: gli spintoni e gli insulti tra le due “fazioni” si sarebbero ripetuti anche quest’anno? La querelle e il comunicato hanno attirato l’attenzione dei quotidiani nazionali e parecchie voci han voluto dire la propria in questo dibattito: chi ha più diritto a partecipare al corteo del 25 aprile? La comunità ebraica o i filopalestinesi? Alcuni hanno messo in evidenza come, nella manifestazione antifascista, le più fuori luogo siano le bandiere palestinesi poiché “avevano anche loro una brigata che combatteva, però dalla parte dei nazisti poiché il Gran Mufti di Gerusalemme stava a Berlino a fianco di Hitler”. Lo stesso articolo da cui ho tratto queste parole è coronato, inspiegabilmente, dalla bandiera di Israele: due strisce blu e una bianca orizzontali con al centro, in blu, la stella di David.
Lo stesso vessillo che, contraddistingue lo spezzone della Brigata Ebraica nei cortei del 25 aprile. Ma che ci azzecca la bandiera di Israele nelle manifestazioni della Liberazione italiana? La Brigata Ebraica aveva forse risalito la Penisola sotto le insegne di uno stato, quello di Israele, che sarebbe nato ufficialmente solo nel 1948? Basta una veloce ricerca su internet per scoprire che la Brigata Ebraica disponeva di una propria bandiera: ai lati due strisce blu verticali e al centro una stella di David, gialla, su sfondo bianco. Seppur apparentemente simili, quindi, il senso, verticale o orizzontale, delle strisce e i colori della Stella di David, gialla in quella della Brigata Ebraica e blu nelle insegne israeliane, rendono le due bandiere diverse. E in questi anni, in cui le condotte di Israele sono al centro di polemiche e di critiche internazionali, mischiare, confondere le due insegne non può far altro che inasprire le polemiche. Nonostante molti dei suoi membri, verosimilmente, abbiano partecipato alla fondazione di Israele e abbiano intrecciato le proprie biografie con la storia dello stato di Israele, sovrapporre le bandiere della Brigata Ebraica con quelle dello stato nato il 14 maggio 1948 può essere fuorviante. E allo stesso tempo cercare di escludere quella palestinese in base a una connivenza con i nazisti, seppure storicamente fondata, almeno per il Gran Muftì, oggi appare politicamente irrilevante, non riuscendo a nascondere la realtà in Medio Oriente di uno stato- quello palestinese- non ancora nato e di un muro di divisione difficilmente conciliabile con gli ideali di libertà del 25 aprile.
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