Medio Oriente

La suocera polacca e la sua versione mediorientale

5 Ottobre 2018

From: Fiammetta Martegani

To: Susan Dabbous

Carissima Susan,

Come stai?

Mio marito è partito di nuovo per lavoro e io mi ritrovo di nuovo sola con il pupo.

Sola perché purtroppo i miei vivono in Italia, il padre di mio marito non c’è più e mia suocera è polacca, che è molto peggio che errore soli.

Sulla suocera polacca artisti ebrei hanno scritto interi libri, film e commedie teatrali.

Io pensavo che si trattasse solo di uno stereotipo fino a quando ho conosciuto la mia.

E le chiacchierate al parco con altre madri dell’asilo di Enrico che hanno sfortunatamente sposato il figlio di una madre polacca non hanno fatto che confermare che l’unica cosa peggio di avere una madre polacca è quella di avere una suocera polacca.

Ma la tua di suocera che origini ha? Anche lei ha la grandissima dote di predicare bene ma razzolare malissimo e avere sempre una parola pronta per tutti?

O forse semplicemente lo fanno tutte le suocere, polacche e non?

From: Susan Dabbous

To: Fiammetta Martegani

Cara Fiammetta

Io ho un’amabile suocera inglese, che rientra anche lei nel bene e nel male in molti degli stereotipi del caso. È affidabile, puntuale, precisa e beve molto tè. Cordiale nella conversazione ma assolutamente rispettosa degli spazi altrui. E quando dico “altrui” mi riferisco anche ai nostri, che facciamo parte della sua famiglia. Il che corrisponde per me che sono italiana, e ancora più a sud, anche un po’ siriana, ad una cortina di freddezza che ho avuto spesso il desiderio di scongelare con un asciugacapelli. Ma a parte questo è davvero carina e impeccabile. Quando c’è.

Dimmi piuttosto della suocera ebrea polacca perché il tema mi interessa. Le uniche signore polacche che ho conosciuto non erano ebree e non rientravano negli stereotipi che accennavi. A proposito, potresti elencarli?

From: Fiammetta Martegani

To: Susan Dabbous

La mamma polacca, nella cultura ebraica, rappresenta la quintessenza della “Yiddishe Mame” (Y.M.) come quella descritta nella celebre opera di Lew Pollack.

La Y.M. è quella che quando chiami la prima cosa che ti chiede è: “di che cosa hai bisogno questa volta?” e che se per caso ha freddo (lei) ti obbliga a indossare un golf anche in pieno agosto.

Per riassumere, una delle attività principale della Y.M. è quella di cominciare a preoccuparsi  di qualsiasi cosa anche quando non ce n’è alcun bisogno e di essere anziché una “problem solver” una “problem maker”. Alcune mie amiche chiamano la propria suocera polacca “monster in law”.

Ma dimmi, Susan, anche nella cultura araba/musulmana/siriana esiste l’equivalente della suocera polacca?

From: Susan Dabbous

To: Fiammetta Martegani

Cara Fiammetta,

più che suocera polacca, nella cultura araba esiste la “suocera-piovra”, che coi suoi tentacoli manovra tutti a suo piacimento come delle marionette. Difficile che una donna di fronte alla madre di suo marito possa ribellarsi o rispondere a tono. C’è una cultura di totale sottomissione e anche per questo le donne tendono a rivolgersi per l’aiuto domestico alle proprie madri. E ti dirò, vista l’età precoce dei matrimoni, le nonne arabe sono tendenzialmente giovanissime e molto disponibili. Quanto alle suocere, hanno, per vocazione genetica, una naturale tendenza a vedere e sottolineare tutti i difetti delle nuore, estendibili ovviamente all’intero clan familiare della stessa. Quando la nuora è in perfetta forma fisica è “troppo magra”, se invece è in carne allora è “roppo grassa”. Se la nuora lavora “trascura la famiglia”, se non lavora “è una che spende facilmente i soldi perché non sono frutto della sua fatica”. Se la nuora non sa cucinare bene (e parliamo di piatti della cucina araba che richiedono un impegno minimo di 6 ore di preparazione) è una pasticciona. Se invece è brava ai fornelli, allora ha solo ricevuto “un dono da Dio” che nulla a che vedere con il merito personale. La suocera araba può ovviamente essere la più dolce e disponibile delle nonne, tendenzialmente poco incline alle regole, una donna del Novecento, che non ha ancora dichiarato guerra agli zuccheri raffinati e rimpinza i propri nipoti con ogni genere di snack che noi trentenni di oggi chiameremmo “veleno”. Devo dire però che al di là di questo non creano danni psicologici sul lungo periodo. Dimmi invece, le YM sono più impegnative?

From: Fiammetta Martegani

To: Susan Dabbous

Carissima Susan,

a parte il fatto che la Y.M. solitamente o non sa cucinare o cucina malissimo e per altro pietanze dal gusto assai discutibile come il Gefilte Fish, per il resto non mi sembra che sia poi così differente dalla “mamma-polipo” medio orientale.

Quanto ai danni psicologici, per riassumere un secolo di piscanalisi che comincia con Sigmund Freud fino ad arrivare Woody Allen la maggior parte di tutti i nostri problemi psicologici deriverebbe da loro: “è sempre colpa di tua madre”.

Detto questo, considerando che il concetto di “senso di colpa” è di matrice fortemente ebraica, in questo caso risulta davvero difficile risolvere il paradosso dell’uovo e la gallina.

Ma “di mamma ce n’è una sola” dice un vecchio adagio.

“Per fortuna!” aggiunge un celeberrimo proverbio ebraico.

 

 

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