Governo
Con Teheran contratti miliardari ma Renzi fa di nuovo una gaffe con gli iraniani
Nuova gaffe italiana: siamo succubi di Teheran anche a Teheran. Dopo lo scandalo delle statue capitoline che ha messo in ridicolo il governo Renzi su scala mondiale, un altro gesto di sottomissione ha caratterizzato la visita della mega delegazione italiana a Teheran.
Questa volta a cercare di compiacere gli iraniani non è stato un dirigente che decide di coprire le nude statue, bensì uno degli industriali presenti. Il premier stesso, alla guida della delegazione, ha dichiarato in conferenza stampa: «Ho visto l’amministratore delegato di Danieli, l’ingegner Benedetti, che ha anche la camicia iraniana, senza cravatta, segno evidente di un’amicizia storica che prosegue».
Peccato che Renzi non sapesse che non esiste alcuna “camicia iraniana”. La “tradizione’’ goffamente citata dal premier consiste semplicemente nel mettersi la camicia senza la cravatta. Anche sul fatto che si tratti di una tradizione ci sarebbe da discutere. La mancata cravatta è frutto di un divieto del regime iraniano che ha bandito la cravatta quale simbolo occidentale che rappresenta la croce.
Estratto della conferenza stampa di Matteo Renzi
Naturalmente, tutti i cittadini iraniani, che siano d’accordo o meno con questa visione, devono adeguarsi: nelle sedi ufficiali è, infatti, vietato portare la cravatta e chi la mette, anche se in occasioni private, nel migliore dei casi rischia una multa, per «comportamento anti-rivoluzionario, decadente e filo-occidentale».
Ecco perché il gesto dell’ing. Benedetti,non può essere interpretato come semplice cortesia diplomatica nei confronti del popolo iraniano ma, semmai, come l’accondiscendenza sartoriale verso un regime che, in questo come altri ambiti, opprime il suo popolo. E visto che Teheran, a torto o a ragione, considera la cravatta un simbolo occidentale, il fatto che un membro della delegazione occidentale se la tolga è ancor più fuori luogo. È la triste ironia che simboleggia il crescente deficit di dignità nei rapporti tra gli stati occidentali e la dittatura teocratica che apertamente promuove e sottolinea il declino dell’Occidentale.
Dopo lo scandalo delle statue romane, in molti hanno ricordato che le italiane, come del resto tutte le straniere presenti in Iran, si mettono il velo in ossequio alla legge iraniana. Un governo dotato di spina dorsale che ha veramente a cuore i diritti umani dovrebbe quanto meno sollevare qualche critica all’idea del velo obbligatorio. Non è il caso del governo Renzi che, oltre a velare le sue delegate, si è privato di un elemento identitario, prodigandosi in un ridicolo eccesso di riverenza, non pretesa, non richiesta e, probabilmente, neanche apprezzata.
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