Africa

Per questo ho dovuto interrompere la mia ROAD TO N’DJAMENA

12 Dicembre 2014

Gentili amici che mi avete sostenuto in questo viaggio, in questo progetto di cui parlavo qui sotto, mi tocca purtroppo, a malincuore, rinunciare e disfare le valigie. Le ragioni le spiego qui, a tutti voi va il mio grazie per l’attenzione e la fiducia.

 

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Signore e signori, si parte. La piattaforma di crowdfunding Eppela.com ha attivato il canale di raccolta fondi per sostenere il progetto Road to N’Djamena. Ora mi affido totalmente, completamente e ciecamente alla vostra straordinaria generosità che, specie ora che siamo sotto le festività Natalizie, quando si è tutti più buoni, sono sicuro non si farà attendere.

Sì, ok, ma cos’è Road to N’Djamena, e perché vale la pena sostenere il progetto? Facciamo il punto della situazione.

N’Djamena è la capitale del Ciad, nazione di quasi 11 milioni e mezzo di abitanti nel bel mezzo dell’Africa subsahariana.
Oggi il Paese è governato da Idriss Déby, salito al potere nel 1990 con un colpo di stato militare, e poi eletto nel 1996 e nel 2001 a suffragio universale, nonostante gli osservatori internazionali abbiano espresso forti dubbi sulla regolarità nello svolgimento delle votazioni. Secondo il Ministero degli Affari Esteri, «la situazione nel Paese rimane instabile».

È qui che la Croce Rossa Internazionale conduce una delle sue missioni più delicate nel Continente Nero.

Chi vi scrive, e chi, fisicamente, partirà per N’Djamena per raccontarvi tutto per filo è per segno, si chiama Luca Pautasso. Sono giornalista professionista, classe 1984, torinese di nascita, romano d’adozione, e in procinto di intraprendere presto una nuova avventura di vita negli Stati Uniti d’America. Ma questa è un’altra storia, quindi torniamo a noi. Sono stato redattore e social media manager del programma di approfondimento politico L’aria che tira, su La7, ho scritto per Il Riformista, Il Giornale, l’Opinione, Il Punto, Notapolitica, Gli Stati Generali e collaboro con Linkiesta. Sono stato reporter embedded con l’Esercito Italiano nei teatri operativi internazionali di Libano, Kosovo e Uganda e a metà gennaio ho in programma di recarmi a N’Djamena per documentare attraverso un reportage l’attività della Croce Rossa Internazionale in favore della popolazione locale, soprattutto nei confronti dei bambini, per i quali ICRC ha attivato anche un centro medico di riabilitazione.

I miei strumenti saranno un blog-diario (questo) e una pagina Facebook, attraverso i quali verranno raccontate per parole e immagini tutte le tappe di questo viaggio, dai preparativi alle voci dei protagonisti. Sul blog, e di qui sulla pagina, verranno caricati testi, foto e brevi video per documentare passo dopo passo il mio viaggio.

Ho inoltre già ottenuto l’interesse e la disponibilità da parte di due importanti testate on-line, Gli Stati Generali e East, a riprendere e ripubblicare i contenuti più interessanti del blog. I contenuti saranno comunque messi a disposizione anche di altre testate o piattaforme che volessero usufruirne e darne diffusione.

Ma la vera novità, e, a mio modestissimo avviso, è che il bello di questo progetto è un altro: ovvero, che gli editori di questo reportage sarete voi lettori, contribuendo con una piccola donazione ad affrontare le spese del viaggio, della logistica, più un simbolico compenso quantificato in 60 euro giornalieri (la spedizione dovrebbe durare tra i 5 e i 7 giorni) per chi scrive. Perché il lavoro è sempre retribuito, o non è lavoro. Ogni singolo euro speso verrà fedelmente rendicontato, e qualsiasi cifra raccolta in eccedenza rispetto alle necessità del viaggio verrà devoluta in favore della Croce Rossa Internazionale (Cliccate sulla pagina del progetto per saperne di più). Qualora le donazioni non fossero sufficienti a raggiungere il traguardo, invito comunque lettori e sostenitori dell’iniziativa ad effettuare autonomamente una donazione in favore delle attività benefiche messe in campo da ICRC.

Sono consapevole del fatto che, a prescindere dal tipo di contributo che intenderete dare, vi sto chiedendo un grande sforzo e una grande manifestazione di fiducia. Anche perché, secondo la filosofia di Eppela, “tutto o niente”, per ottenere effettivamente i fondi sarà necessario raggiungere la quota prefissata, altrimenti tutte le donazioni fin lì raccolte torneranno ai generosissimi mittenti. Per questo vi ringrazio in anticipo. Ma, sempre per questo, ho previsto una serie di piccoli riconoscimenti, una forma di ringraziamento, da conferire a chi deciderà di dare una mano. E lascio a voi scoprire quali,cliccando qui.

Mi sembra sia tutto, almeno per il momento. Poi, presto, molto presto, comincerò a raccontarvi come procedono i preparativi per la partenza che, ve lo assicuro, fervono già ora.

Nel frattempo, ecco un po’ di coordinate utili per seguirmi passo dopo passo e restare sempre aggiornati:

Il blog ufficiale lo conoscete, e se state leggendo queste righe molto probabilmente è perché ci siete sopra:roadtondjamena.wordpress.com

Questa invece è la pagina ufficiale su Facebook

Qui trovate il video di presentazione e lancio del progetto. Sono telegenico? Vabbè, sorvoliamo…

Questo è il mio profilo personale su Twitter, che utilizzerò a più non posso per sostenere Road to N’Djamena. Ah, se volete interagire con me nei giorni del reportage, ma anche per saperne di più sui preparativi, usate senza remore l’hashtag #roadtondjamena

E qui, last but not least at all, la pagina su Eppela.com per i contributi e le donazioni, INDISPENSABILE perché il progetto possa vedere fisicamente la luce.

Ci siamo, dunque! Aiutatemi a percorrere la lunga strada per N’Djamena. E lasciate che vi porti con me. Sarete sicuramente il bagaglio più leggero, utile e piacevole che possa scarrozzare.

 

 

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