India
INDIA-USA: “LA PARTNERSHIP DEL SECOLO”
Mai stati migliori i rapporti tra gli Stati Uniti e l’India. I leader dei due Paesi, Barack Obama e Narendra Modi, si sono incontrati nei giorni scorsi mostrando grande affetto reciproco davanti ai media. Un approccio geopolitico cambiato da parte di Obama, considerando che fino a poco tempo fa quasi ignorava il leader indiano. Nel 2005 il Dipartimento di Stato aveva persino revocato il visto a Modi per il suo trascorso con i diritti umani. Quando non fece abbastanza per fermare le rivolte indù-musulmane nel 2002, e oltre mille persone rimasero uccise.
Ora però “i Due” hanno certamente degli interessi comuni che li rendono così affettuosi reciprocamente. Gli Stati Uniti non vogliono perdere i contatti con un Paese che può aiutarli a trovare una comune strategia per limitare l’influenza cinese in Asia. E vedono l’India come una forza stabile e democratica nella regione dell’Asia-Pacifico che potrebbe aiutare anche gli altri paesi limitrofi quali la Birmania e lo Sri Lanka. Obama stesso ha definito il rapporto tra l’India e gli Stati Uniti una “delle partnership di questo secolo”.
Tra gli accordi venuti fuori da questo incontro di tre giorni tra i leader: un importante passo avanti sulle questioni nucleari, nuovi investimenti delle imprese e un accordo sulla produzione di armi. Obama ha voluto anche enfatizzare la sua visita in India spendendo delle parole per promuovere i diritti umani, tra cui la tolleranza per le minoranze religiose presenti in India, la tratta degli esseri umani, la libertà di espressione. Ma una parte consistente del suo intervento, durante una conferenza a New Delhi, l’ha dedicato in particolar modo all’importanza di emancipazione delle donne indiane nella società affermando che “le nazioni hanno più successo quando le loro donne hanno successo”. Aggiungendo poi che “se le nazioni vogliono davvero avere un buon esito nell’economia globale di oggi, non possono semplicemente ignorare i talenti di metà del loro popolo. Ogni figlia merita le stesse possibilità come i nostri figli, e ogni donna dovrebbe essere in grado di essere al sicuro ed essere trattata con il rispetto e la dignità che si merita”. Riferendosi alle numerose violenze sessuali nei confronti delle donne indiane, di cui molte giovanissime, avvenute negli ultimi tempi.
C’è ora da augurarsi che la visita che farà Obama nei prossimi giorni in Arabia Saudita, sia un occasione per promuovere anche in quel Paese i diritti umani e la libertà d’espressione. Ad esempio chiedendo il rilascio del blogger Raif Badawi, condannato a dieci anni di prigione e mille frustate, cinquanta delle quali già subite lo scorso 9 gennaio. O promuovendo l’emancipazione delle donne anche lì. Ne avrebbero un gran bisogno.
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