Geopolitica
Vita e miracoli di un mercenario nella guerra dei media
Forse siamo stati troppo pessimisti. Forse, nell’oceano di informazioni che affogano la rete, oltre ad informazioni volutamente false ci sono verità che, con fatica, vengono alla luce e poi finalmente si affermano – come quella che, nel corso degli ultimi tre anni, ha portato all’identificazione dei nomi più importanti dei grandi manovratori globali delle macchine del fango che, per soldi, rovinano la reputazione di politici, religiosi, militari e soprattutto intellettuali, in modo da permettere a dei regimi totalitari di colpire queste vittime sacrificali e toglierle dalla circolazione. Il loro decano, ancora in attività, è Mario Brero, a Ginevra. Ma il suo è un metodo già ampiamente utilizzato da Herman Göring negli anni del nazionalsocialismo, e perfezionato oggi grazie al web ed ai social networks.
Già. Perché la disinformazione usata come arma non è una novità. La manipolazione delle informazioni sponsorizzata dal potere politico è vecchia di secoli, ma nell’era digitale l’argomento assume forme radicalmente diverse. Soprattutto l’avvento dei social media alimenta meccanismi nella circolazione delle informazioni del tutto singolari: abitati da milioni di individui che l’hanno scelti come fonte primaria di informazione e di scambio di opinioni, tali spazi digitali sono diventati efficacissimi veicoli per una mole enorme di notizie, la cui paternità e genuinità è impossibile da verificare.
La peculiarità dei social è quella di donare – per dirla con le parole di Umberto Eco – “diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli”. I social divengono quindi camere d’eco formidabili che amplificano, distorcono, replicano disordinatamente e a dismisura, ed il risultato è un rumore assordante. Ed ecco che, se in questo meccanismo perverso, si insinuano sapienti maestri d’orchestra, la rete assume un ruolo straordinariamente pericoloso, trasformandosi in un efficace quanto potente strumento di manipolazione delle masse, in grado di modificare i destini dei popoli.
Le incredibili potenzialità di questo strumento sono state comprese da anni dai governi e dai movimenti di interesse di tutto il mondo: secondo uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Oxford[1], vasti eserciti informatici vengono utilizzati, soprattutto dai governi mediorientali, per condurre una guerra di propaganda con l’uso di troll, bot e falsi account di social media. Al primo posto ci sono gli Emirati Arabi Uniti – vicenda di cui abbiamo parlato molte volte[2] – che da anni usano tutte le armi di distrazione di massa possibili, comprese sofisticate tecniche di hacking anche con l’appoggio di cyber-spie statunitensi[3], per screditare i suoi più acerrimi nemici, il Qatar[4] e i movimenti legati ai Fratelli Musulmani, o per rifarsi un look da paese paradisiaco, meravigliosamente democratico e amico dell’occidente.
Ne nasce una vera e propria industria della disinformazione dove i professionisti della menzogna spopolano. Abu Dhabi lo scopre prima di chiunque altro, già alla fine degli anni ’90, e sceglie di affidarsi ad una agenzia di intelligence svizzera il cui capo, un vecchio imprenditore classe 1946[5], è il capostipite della categoria: il suo nome è Mario Brero.
Come un fantasma
Mario Brero, prima di intraprendere la carriera da investigatore, nel 1986 esporta computer e apparecchiature per la produzione di semiconduttori dagli Stati Uniti all’Europa: viene però incriminato dai magistrati di San Francisco per violazione delle leggi contro l’esportazione di tecnologie americane d’interesse militare verso il blocco orientale: i suoi sono acquirenti fantasma, utili per nascondere i reali compratori[7]. Fonda subito dopo, nel 1989 a Ginevra, la ALP Services SA, una società che impiega una ventina di persone – tra cui ingegneri informatici, specialisti di geopolitica ed ex agenti di polizia[8] – e che è ufficialmente specializzata in “investigazioni internazionali”, nella lotta alla criminalità economica, nelle indagini patrimoniali e nell’intelligence economica; sul suo sito web, che attualmente sta subendo un restyling, specifica che le indagini vengono svolte con tutte le tecniche tipiche dell’intelligence e “con l’utilizzo di strumenti informatici all’avanguardia”[9]. Lui ne è presidente, mentre sua moglie, Muriel Cavin, vice presidente[10].
Racconta di essere stato introdotto alla nuova attività da Jules Kroll, il veterano americano della business investigation (che fonda la sua attività nel 1972): Kroll lo avrebbe convinto ad iniziare come investigatore nel settore bancario di Ginevra, anche se quest’ultimo dice di non avere alcuna memoria di Brero[11]. La scelta elvetica è strategica: in quegli anni la Svizzera è già un vivace fulcro per le attività di business intelligence[12]. Il segreto bancario attira grandi società straniere ed il lavoro di due diligence è richiestissimo, per risolvere contenziosi, controllare soci o per difendersi dagli stessi controlli: il lavoro abbonda, gli affari vanno a gonfie vele e nel 2007 ALP Service incorpora una società britannica, Diligence SARL[13], acquisendo altri clienti e rendendo la propria attività ancora più redditizia.
Malgrado Brero si presenti come laureato all’Ecole Polytechnique de Lausanne, i documenti indicano che abbia abbandonato gli studi dopo appena un semestre (l’ateneo rifiuta di discutere il suo curriculum accademico)[14]; oltre ad un particolare carisma ed un appeal considerato molto rassicurante dai suoi clienti, possiede una fama di persona molto riservata: è una “tomba”, quel tipo di investigatore che sa tenere per se informazioni delicate, ma che conosce bene l’arte di saper far parlare i propri interlocutori[15]: Anne Lauvergeon, dirigente di Areva dal 2001 al 2011, con cui avrà molto a che fare, descrive Mario Brero come un “barbouze” (che in lingua francese sta ad indicare un fantasma)[16].
Mario Brero lavora per diversi anni nell’ombra, servendo clienti in tutta l’Europa centrale e in Russia, anche se le sue attività sembrano prediligere la Francia, paese in cui svolge numerose missioni, soprattutto con diversi gruppi quotati nella Borsa francese nei settori dei servizi e dell’energia, ma anche per finanziatori come Romain Zaleski, azionista del gruppo multinazionale francese mineraria e metallurgica Eramet[17]. Mantenere un profilo basso è necessario, viste la peculiarità delle sue attività, ma sarà proprio la Francia a regalargli una sgradevole visibilità: nel 2012 viene travolto da uno scandalo che lo costringe, suo malgrado, a finire sulle prime pagine dei giornali.
Lo scandalo AREVA
Nel 2007 Areva.PA, il gruppo multinazionale francese (allora appartenente per l’87% allo Stato[19]) nel settore nucleare, con sede a Courbevoie, con una operazione da 2,5 miliardi di dollari acquisisce la Startup UraMin[20], una società mineraria specializzata in esplorazione dell’uranio con sede nelle Isole Vergini[21]. UraMIn, quotata nel giugno 2007 dopo l’eccezionale aumento di domanda dell’uranio ed il suo conseguente aumento del prezzo avvenuto l’anno precedente, vanta giacimenti minerari in Sudafrica, Namibia e Repubblica Centrafricana dal valore stimato di oltre 7’000 tonnellate di uranio[22]: ma gli annunci si rivelano un bluff e le richieste di uranio di Areva rimangono inevase[23]. Inoltre, nel 2011, il prezzo dell’uranio precipita e UraMin, già in difficolta, perde gran parte del suo valore: l’operazione di acquisizione per Areva si rivela un totale fallimento[24].
L’operazione di acquisizione, apparentemente sfortunata o poco accorta, alimenta sospetti di irregolarità negli organi inquirenti: nel 2006 Olivier Fric, consulente specializzato in questioni energetiche e marito di Anne Lauvergeon, amministratore delegato di Areva, introduce come intermediario nell’operazione il suo vecchio amico Daniel Wouters, un ex banchiere belga finanziariamente legato a James Mellon e Stephen Dattels, azionisti di UraMin, con i quali Wouters negozia in pieno conflitto di interessi[25]: il loro legame è rappresentato dalla società Swala (ex Arc Mining) di Lussemburgo, fondata nel 2003 da Daniel Wouters: specializzata nell’esplorazione di miniere d’oro, Swala ha permessi di sfruttamento minerario in Gabon, Burkina Faso, Mozambico e Repubblica Democratica del Congo; James Mellon e Stephen Dattels ne sono azionisti[26].
Lo scandalo inizia a mietere le prime vittime, Anne Lauvergeon viene licenziata, le indagini scoperchiano un vaso di Pandora fatto di insider trading, corruzione, riciclaggio di denaro sporco: ad Anne Luvergeon viene recapitato anonimamente un rapporto di 43 pagine, denominato “Pomerol 4”, realizzato dalla ALP Services, nel quale vi sono descritte le attività di spionaggio effettuate nei confronti di suo marito Olivier Fric per indagare se abbia personalmente beneficiato dell’accordo con UraMin: sono informazioni strettamente riservate e raccolte illegalmente presso l’ufficio del fisco, in tre aziende telefoniche, in alberghi e uffici amministrativi. Le indagini svelano che ALP Services è stata ingaggiata dal capo del settore minerario di Areva, Sebastien de Montessus[27], con lo scopo di far luce sulla vicenda, mentre Anne Luvergeon sostiene si tratti di un complotto di cui sarebbe responsabile anche l’allora Presidente Nicolas Sarkozy[28].
Nel rapporto si menziona un budget iniziale di 50’000 euro per lo svolgimento di una “due diligence esaustiva di qualsiasi persona, fisica o giuridica, coinvolta o sospettata di aver svolto un ruolo e beneficiato illegittimamente dell’acquisizione di UraMin da parte di Areva”, poi i vari compensi per le quattro missioni che la ALP Service avrebbe dovuto svolgere: la prima riguarda una “vigilanza strategica sulle attività minerarie di Areva”, per un budget da 40’000 a 50’000 euro al mese; la seconda riguarda il “monitoraggio preventivo e l’infiltrazione” delle organizzazioni non governative, da 40’000 a 60’000 euro al mese, per un importo da 120’000 a 160’000 euro; la terza missione riguarda Trade Tech e The Ux Consulting Company, due società di consulenza specializzate nei prezzi dell’uranio; l’ultima missione riguarda Kazatomprom, partner kazako di Areva[29].
Le indagini proseguono per anni e coinvolgono molti personaggi a vario titolo, alcuni di questi indicati anche nel rapporto “Pomerol 4”[30]. Nel 2019 Anne Lauvergeon, assieme a Gérard Arbola (vice amministratore delegato del Gruppo Areva), Alain-Pierre Raynaud (direttore finanziario di Areva[31]) e Thierry Noircler (ex capo dell’audit del gruppo), vengono incriminati per “ostruzione”, “diffusione di informazioni fuorvianti” e “presentazione di conti infedeli”[32]. Mario Brero viene accusato dal Pubblico Ministero per complicità, occultamento e violazione del segreto professionale. Lui stesso ammette di aver commesso “qualche violazione” ottenendo informazioni riservate attraverso la complicità di persone di cui non rivela il nome: “Quando sono in gioco diversi miliardi di euro del contribuente, forse ci concediamo qualche piccolo scostamento”[33].
Vengono arrestati: l’agente investigativo Andre Nicolet (della Iris Label di Losanna)[34], tre dipendenti degli operatori telefonici Swisscom, Orange e Sunrise, che avrebbero fornito illegalmente a Brero bollette dettagliate sul traffico di chiamate avvenute sul cellulare di Olivier Fric [35]. Al termine di uno dei procedimenti, nel luglio del 2014, il tribunale francese infligge a Brero una sanzione pecuniaria simbolica[36], ma che gli costa comunque la reputazione, fatto che allontana da lui clienti privati, banche e grandi società investigative, come Kroll. Eppure, più che una sconfitta, la vicenda sembra rappresentare una svolta che cambierà per sempre il volto della sua nuova clientela: arrivano nuovi clienti come oligarchi dell’ex Unione Sovietica, politici e uomini d’affari di piccoli stati africani, sceicchi e magnati del Medio Oriente, gente per cui la reputazione macchiata di Brero non rappresenta certo un ostacolo[37].
Il suo raggio d’azione si estende al Kazakistan, al Montenegro, al Congo, alla Nigeria, al Gabon, al Principato di Monaco, all’Angola, all’Uzbekistan ed all’Arabia Saudita; tra i suoi clienti ci sono nomi altisonanti come il regista hollywoodiano Bryan Singer, il magnate della moda francese Bernard Arnault, il barone minerario israeliano Beny Steinmetz, e poi il kazako Bulat Utemuratov, i russi Oleg Deripaska, Dmitry Rybolovlev, Vladimir Smirnov[38], Gennadi Timtchenko[39]. Le sue attività assumono un altro volto: dalla pura investigazione alla diffusione di campagne propagandistiche, fino ad arrivare alle campagne diffamatorie su commissione. A proposito: la disputa giudiziaria Areva-UraMin, tra appelli e rinvii, è ancora in corso[40].
Rybolovlev e il pessimo “Affare Bouvier”
Siamo nel 2015: dopo la bufera del caso Areva, Mario Brero cerca di mantenere un profilo “basso”, ma non lo ottiene: la ALP Service ancora una volta finisce sulle pagine dei giornali. Gli attori della vicenda sono il mercante d’arte svizzero Yves Bouvier e l’oligarca russo Dmitry Rybolovlev. I due hanno un lungo rapporto d’affari (almeno 2 miliardi di franchi[42]): dal 2003 al 2014 il russo acquista dipinti di Van Gogh, Modigliani, Klimt – tutte opere d’arte che Bouvier, con grande spregiudicatezza, gli rivende a prezzi gonfiatissimi, ricavandone importi stellari: secondo Rybolovlev, durante questi anni Bouvier avrebbe intascato almeno un miliardo di dollari[43], finché Rybolovlev capisce di essere stato truffato e lo denuncia[44].
Alle 10 di mattina del 25 febbraio 2015 Yves Bouvier viene arrestato dalla polizia di Montecarlo; la stessa mattina l’avvocato Alexandre Camoletti, amico e socio di Bouvier, contatta Mario Brero: ha bisogno di una urgente controffensiva per distruggere Rybolovlev. Brero conosce molto bene Yves Bouvier e gli è amico, ha lavorato per lui diverse volte già dalla fine degli anni ’90. Conosce bene anche l’oligarca russo, sul quale ha già indagato per conto dell’avvocato Marc Bonnant (coinvolto sia nello scandalo sulla morte del banchiere ebreo Edmond Safra, sia nello scandalo sui finanziamenti occulti ad Osama Bin Laden[45]) nel caso del divorzio del russo con Elena Rybolovleva, considerato il divorzio più costoso della storia: l’oligarca è stato costretto a versare alla ex moglie ben 4,5 miliardi dollari[46]. Brero è però spaventato: la ribalta vissuta con Areva lo ha segnato, rimettersi a lavorare per un altro caso che occupa già le prime pagine dei giornali è un rischio altissimo, ma Yves Bouvier è un amico e non può dirgli di no[47].
Viene messa in piedi una complessa macchina legale che ottiene il rilascio di Bouvier dietro il pagamento di una cauzione di 10 milioni di euro, ma il folto staff di 27 importanti avvocati pretende parcelle che vanno dai 700 ai 1’000 franchi svizzeri l’ora: solo un incontro svoltosi all’Hotel Beau-Rivage di Ginevra il 13-14 gennaio 2015, con 25 dei 27 rappresentanti legali di Yves Bouvier, tra spese di viaggio e onorari dei partecipanti arriva a costare quasi un milione di franchi. Bouvier è circondato da sanguisughe che, unite ai feroci attacchi legali scagliati dall’offensiva di Rybolovlev che ottengono il blocco di tutti i suoi beni sparsi per il mondo, lo lasceranno presto sul lastrico: è Brero a doversi occupare dei suoi debiti[48].
Lo spione lavora alacremente al caso, impegnando quasi totalmente il tempo della propria agenzia: l’onorario della ALP Service, che comprende subappaltatori, informatori in Svizzera e all’estero, investigatori privati, traduttori e autisti, più gli anticipi versati a Bouvier, in un paio di anni costa circa 6 milioni di franchi svizzeri. Dal canto suo, Rybolovlev mette in campo una controffensiva incredibile, pagando tre importanti agenzie investigative ed altri personaggi legati all’intelligence. L’investigatore ginevrino risponde sferrando un pesante attacco “mediatico”: tra settembre e ottobre 2016 riesce a far pubblicare tre lunghi articoli sul quotidiano russo Novaya Gazeta, ostile a Dmitry Rybolovlev – articoli che ripercorrono il suo discutibile stile di vita e le sue feste con Leonardo Di Caprio, la sua influenza a Cipro e Monaco, la sua storia passata a Perm (l’omicidio di Evgeny Panteleymonov per il quale Rybolovlev sconta 11 mesi di carcere prima di essere assolto), il crollo della sua miniera di Berezniki[49]. Gli articoli vengono tradotti e copiati su molti blog e siti Web in diverse lingue e ottengono una grande influenza. Nella primavera del 2016, tutti i consiglieri, avvocati e consulenti di Yves Bouvier vengono colpiti da un attacco informatico su larga scala[50]. È un’aspra guerra senza esclusione di colpi.
Nel frattempo Bouvier, che sempre più con fatica onora le parcelle, accumula 2 milioni di franchi svizzeri di debito nei confronti di Brero e ALP Service inizia ad avere seri problemi di liquidità: malgrado ciò Brero decide di continuare a lavorare per lui, ridimensionando le attività, anche se il debito persistente deteriora i loro rapporti – nel 2017 inizia tra loro una battaglia legale che dura fino all’ottobre 2018, data in cui i due raggiungono un accordo[51]. Nel settembre 2021 Yves Bouvier viene assolto dalle accuse di frode, cattiva gestione, violazione della fiducia e riciclaggio di denaro, ma chiede a Rybolovlev 1 miliardo di dollari come risarcimento danni. Se Rybolovlev e Bouvier ne escono annientati, per Brero non va meglio.
Indagare per diffamare: un affare redditizio
Negli anni successivi ALP Service compare solo in qualche lancio di agenzia, come nel grave caso di corruzione che coinvolge il gigante petrolifero Gunvor in Congo[53], caso in cui l’agenzia indaga[54]. Ma i fatti che trapelano fanno presagire che le attività investigative stiano man mano lasciando il posto ad attività di diversa natura, più redditizie: la diffamazione su commissione. Come nel caso Corinna Larsen, l’ex amante di Re Juan Carlos I[55]; oppure come nel caso del promotore immobiliare Eric Arnoux, anch’egli bersaglio assieme alle sue due figlie di diffamazione da parte della ALP Service – effetto: reputazione distrutta per sempre[56].
Tutte storie rese note nei dettagli dopo che la ALP Service, nel 29 marzo 2021, subisce un hackeraggio – forse per mano di un dipendente infedele – e diversi documenti riservati contenuti nei suoi server vengono spediti per email ad una quarantina di destinatari, tra cui il finanziere franco-svizzero Olivier Couriol e colui che lo stesso Mario Brero definisce il suo “peggior nemico”, Charles Poncet (uno degli avvocati svizzeri più famosi, coinvolto nel crack del Banco Ambrosiano, nelle indagini sulla morte di Roberto Calvi ed inquisito per estorsione ai tempi della Loggia P2, in una situazione in cui suo fratello Dominique era l’avvocato di Licio Gelli[57]), ma soprattutto al procuratore Yves Bertossa[58]. Nella stessa fuga di documenti compaiono anche le evidenze (una registrazione audio) di una tentata vendita, da parte di Brero, di un dossier di Yves Bouvier sull’oligarca russo Dmitry Rybolovlev, con lo scopo di organizzare una campagna di diffamazione[59].
Alcuni di questi documenti fanno luce sul caso legato a Corinna Larsen, al centro di un’indagine per riciclaggio a seguito di una donazione di 65 milioni ricevuti nel 2012 dallo stesso Re Juan Carlos I, il quale li riceve a sua volta l’8 agosto 2008 come donazione dal Ministero delle Finanze dell’Arabia Saudita. La donna incarica ALP Service di indagare su 14 uomini d’affari amici di Juan Carlos I[60]. L’incarico prevede anche di svolgere accertamenti personali su Yves Bertossa, il procuratore svizzero che dal 2018 indaga sul presunto reato di riciclaggio relativo alla donazione di 65 milioni di euro. Il compito assegnato da Larsen a Brero è semplice: “rovinare” la reputazione del procuratore, compito che Brero assolve egregiamente. Alla fine Larsen si complimenta con l’investigatore per l’ottimo lavoro svolto e lo ricompensa col pagamento di 130’000 franchi svizzeri[61].
Il quadro sulla reale attività di Brero è quindi sempre più evidente: la definitiva conferma arriva attraverso un dossier pubblicato il 1° marzo 2023 sulla testata francese Mediapart[62] che svela l’esistenza di una potente rete di disinformazione che opera in Francia per opera degli Emirati Arabi Uniti. Le attività di lobbying da parte degli Emirati e del Qatar, in una sorta di guerra fredda da diversi anni, sono cosa già nota[63], per entrambi il loro ricorso a gruppi di pressione, organizzazioni non governative, consulenti politici, think-tank ed altre strategie meno “soft” come la corruzione è stato ampiamente descritto soprattutto nelle cronache recenti, in occasione dello scandalo “Qatargate”[64].
Nel dossier di Mediapart viene evidenziato il pesante coinvolgimento di ALP Service alla quale viene attribuita la regia di una fitta rete di attività di influenze, supervisionate direttamente dai servizi segreti degli Emirati; nei documenti si fa il nome – che Mediapart conosce ma non rivela – di un alto ufficiale dei servizi segreti di Abu Dhabi e di un suo superiore all’interno dei servizi, soprannominato “sua eccellenza il pugile”, che in quattro anni assegnano ad ALP Service almeno tre incarichi per un controvalore di un milione di euro, più un quarto incarico ricompensato con 1,2 milioni di franchi svizzeri ogni sei mesi, cifre stellari: uno dei contratti prevede che ALP Service svolga indagini su “reti di influenza” e “lobbisti, influencer e giornalisti” del Qatar nell’Unione Europea: l’ordine primario è arrecare mediaticamente più danno possibile al Qatar e ai Fratelli Musulmani[65].
Distruggete Hazim Nada
Hazim Nada è un imprenditore statunitense con un master in fisica all’Università di Cambridge, un dottorato in matematica applicata all’Imperial College di Londra e fondatore dell’azienda di commercio di materie prime Lord Energy[67] con sede a Lugano, con un ufficio satellite a Singapore, uno a Houston e un fatturato annuo prossimo ai due miliardi di dollari[68]. È descritto come un uomo sereno, soddisfatto del suo successo, un raro esempio di sobrietà e correttezza, dedito alla famiglia, ai suoi hobbies e allo sport; eppure la sua vita è in procinto di cambiare radicalmente, finendo in un vero e proprio incubo kafkiano: la sua unica colpa è quella di essere figlio di Youssef Nada, un uomo d’affari egiziano di successo che, nel 1947, diciassettenne, si unisce ai Fratelli Musulmani[69].
Yussef, pur non sostenendo mai la violenza, negli anni si vede costretto a pagare un prezzo altissimo per questa sua affiliazione: sconta due anni di carcere dopo il colpo di Stato in Egitto del 1952 e, dopo essere fuggito negli Stati Uniti per evitare le persecuzioni ed aver costruito la sua fortuna imprenditoriale, attorno agli anni 2000 è vittima di una guerra mediatica; la stampa, con in mano documenti preparati dalle autorità federali americane, arriva a definirlo “uno dei principali finanziatori di reti terroristiche in tutto il mondo”[70]. Nel 2004 le Nazioni Unite lo inseriscono nella lista dei terroristi con l’accusa di fiancheggiare i Fratelli Musulmani e di aver finanziato Al-Qaeda e gli attentati dell’11 settembre 2001 con la sua Bank Al-Taqwa, ed anche il presidente Hosni Mubarak lo accusa di finanziare organizzazioni terroristiche con 100 milioni di dollari[71].
La Svizzera lo obbliga agli arresti domiciliari a Campione d’Italia, dove vive, i suoi beni vengono congelati e, da ricco imprenditore, finisce presto sul lastrico[72]. Per anni lotta per la riabilitazione fino a quando, nel 2008, viene cancellato dalle liste dei terroristi dalle Nazioni Unite[73]. Qualche anno dopo, chi ha voluto la sua rovina tenta di distruggere suo figlio, Hazim, ma stavolta il nome dell’esecutore viene alla luce: è Mario Brero con la sua ALP Service, ormai una riconosciuta officina del killeraggio mediatico[74].
Già dal 2008, quando avvia il suo business, Hazim è costretto ad estenuanti trattative con le banche per convincerle della totale estraneità della sua impresa con suo padre[75], ma è nel 2017 che inizia a capire di trovarsi al centro di sospette attenzioni, ricevendo strani messaggi sul suo cellulare e telefonate da finti consulenti bancari che chiedono dettagli sulla sua situazione finanziaria. In quel periodo il giornalista Sylvain Besson pubblica un articolo affermando che Lord Energy è una società di copertura dei Fratelli Musulmani[76]; Wikipedia, nella descrizione di “Lord Energy”, riporta presunti legami col terrorismo[77].
Nel 2018, Hazim Nada e la sua azienda vengono inseriti nella categoria a rischio “Terrorismo” nel database World-Check, diverse banche rifiutano di concedere prestiti alla Lord Energy, UBS chiude il suo conto bancario assieme a quello di sua madre. Hazim scopre la verità grazie ad un gruppo di hacker che gli consegnano informazioni rubate alla ALP Service, dove tutto è documentato: è questa l’agenzia investigativa che si occupa di danneggiarlo, l’obiettivo è paralizzare Lord Energy, fare pressione perché nessuno faccia più affari con la compagnia, distruggere Hazim Nada[79].
Ci si chiede perché agenzie investigative, giornalisti, scrittori, accademici si sforzano così tanto di colpire persone quasi sconosciute: Hazim Nada è considerato una “estensione” di suo padre, ovvero un amico storicamente rilevante dei Fratelli Musulmani[80]. La verità è che non importa quale sia la reale identità di un obiettivo, la si inventa. Esiste una fitta rete di esecutori che guadagna bene (solo per colpire Hazim Nada Brero riceve 200’000 euro mensili[81]): i mandanti, gli Emirati Arabi Uniti e, secondo le rivelazioni, lo sceicco lo sceicco Mohammed bin Zayed Al-Nahyan in persona[82], sono disposti a pagare milioni di euro per far credere all’Occidente di essere loro i musulmani “buoni”, e che i cattivi siano i qatarioti e i Fratelli Musulmani[83]. Hazim Nada sostiene di aver perso, a causa degli attacchi ricevuti, oltre cento milioni di dollari, senza tener conto “dei milioni che avrebbe potuto guadagnare durante gli anni del boom del business petrolifero nel 2020 e nel 2021″[84]. Oggi Hazim, cofondatore e presidente di AEHRA[85], una azienda italiana produttrice di veicoli elettrici di fascia alta, è di nuovo caparbiamente in pista.
Tutti gli uomini di Mario Brero
Il blocco imposto da Bahrain, Egitto, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti nei confronti del Qatar viene sciolto formalmente col vertice del Consiglio di Cooperazione del Golfo del 2021[87], suggellato dalla visita da parte del Presidente degli Emirati Mohammed bin Zayed Al Nahyan in Qatar, che incontra l’emiro Sheikh Tamim bin Hamad Al Thani[88]. L’incontro è cordiale e promette, dopo anni di tensioni, il rafforzamento delle relazioni bilaterali, anche se alcuni temi cruciali rimangono irrisolti: il Qatar continua a mantenere stretti legami con l’Iran e vicinanza ai Fratelli Musulmani, organizzazione che gli Emirati Arabi Uniti considerano terroristica[89]. Ma se da un lato gli Emirati agli occhi del mondo mostrano un riavvicinamento al Qatar, attraverso la ALP Service usano tutti gli strumenti possibili per colpirlo: hackeraggio, pubblicazioni in ogni tipo di canale, dai giornali ai social, di articoli diffamatori indirizzati contro il Qatar e la rete dei Fratelli Musulmani in Francia, utilizzando account falsi[90].
ALP Service si avvale di collaboratori chiave come Lorenzo Vidino, direttore del programma sull’estremismo religioso alla George Washington University[91], un italo-americano che dedica la propria vita a cercare di convincere il mondo che i palestinesi ed i loro alleati fanno parte di un complotto gigantesco per rovesciare il mondo cristiano[92]. Il ricercatore firma con Mario Brero, nel 2018, un contratto per diverse migliaia di euro[93]: Vidino, intervistato in merito, sostiene di non sapere affatto cosa ALP Service ne faccia delle sue ricerche fornite[94]. Eppure la campagna contro Islamic Relief Worldwide, un’importante organizzazione di beneficenza internazionale, è ispirata proprio da Vidino: Brero tenta di collegare Heshmat Khalifa – un membro del consiglio di amministrazione di IRW – al terrorismo, a causa del suo lavoro con un’organizzazione umanitaria egiziana in Bosnia durante gli anni ’90[95].
Nell’aprile 2023 alcuni docenti della George Washington University, tra cui Hilary Matfess e Cynthia Miller-Idriss, decidono di ritirare la loro collaborazione col programma sull’estremismo[96] poiché si accorgono del fatto che Vidino è artefice di gravi violazioni etiche: le defezioni arrivano dopo la rivelazione, da parte del New Yorker[97] – che conferma ciò che contiene il rapporto pubblicato da Mediapart – che Lorenzo Vidino è pagato da ALP Service di Mario Brero per svolgere attività di diffamazione nei confronti dell’organizzazione dei Fratelli Musulmani[98].
Dai documenti traspare un altro a dir poco ambiguo collaboratore, il giornalista francese Roland Jacquard[99], che si presenta, grazie al suo ruolo vantato di Presidente dell’Osservatorio Internazionale sul Terrorismo, come “esperto” di radicalismo islamista: in realtà l’Osservatorio, di cui l’unico membro è lo stesso giornalista, secondo Le Monde è “senza pubblicazioni, senza sito web, senza indirizzo postale e senza alcuna esistenza giuridica”[100] – praticamente non esiste. Jacquard ha un passato costellato di scoop altisonanti in gran parte rivelatisi poi imbarazzanti bluff ma, malgrado ciò, gode di rapporti politici, militari e diplomatici importanti: è lui il gancio tra Mario Brero e gli Emirati Arabi Uniti ma anche per altre missioni in Angola o Monaco; malgrado Jacquard sia da anni ampiamente riconosciuto come un seriale millantatore[101], ALP Service inciampa comunque nell’inconsistenza di questo individuo, pagandogli profumatamente clamorose panzane spacciate da lui come preziose informazioni e poi rivelatesi imbarazzanti bugie[102].
Anche Alexandre Benalla, ex vicecapo di gabinetto del presidente Macron, dal 2018 inizia a collaborare con Brero, ma nega di aver mai percepito compensi. Afferma di fare tutto questo “per amicizia”, per Brero ha grandi parole di apprezzamento: “È una persona molto affascinante, carismatica, professionale […] Questo resta il papa, il riferimento, nell’Europa continentale”[103]. Benalla è coinvolto nel caso delle violenze del 1° maggio 2018 a Parigi nella Place de la Contrescarpe[104] e al Jardin des Plantes[105], viene accusato di ben 12 reati che vanno dalla “violenza intenzionale in assemblea” all'”ingerenza illecita nell’esercizio di una pubblica funzione”, passando per “il porto di un’arma” illegale e “la contraffazione e l’uso di falsificazione”: rischia sette anni di carcere[106]. Il processo a suo carico è ancora in corso[107].
Benalla afferma di lavorare nell’Organizzazione Mondiale per la Resilienza e la Gestione delle Crisi (OMRGC) con sede in Svizzera, quella che lui ritiene essere una ONG, ma che in realtà è una rete misteriosa nella quale operano personaggi come un certo Grégory M., ex agente di polizia del Gruppo di Sicurezza del Presidente della Repubblica (GSPR) sotto Nicolas Sarkozy e poi sotto François Hollande; Grégory M. ha una condanna a tre anni di reclusione per furto con raggiro, scasso e violazione di domicilio aggravato, alterazione fraudolenta di dati contenuti in un sistema di trattamento automatizzato e detenzione non autorizzata di dispositivi atti all’intercettazione di comunicazioni per telerilevazione di conversazioni[109].
Segretario generale e tesoriere della OMRGC è Yacine Y. che, assieme a Grégory M., nell’estate del 2021 viene mobilitato da Benalla per garantire la protezione dell’ambasciatrice degli Emirati Arabi Uniti a Parigi, Hend al-Otaiba, e della sua famiglia; Hend al-Otaiba è sorella di Youssef al-Otaiba, ambasciatore negli Stati Uniti dal 2008, coinvolto nell’inchiesta giudiziaria sui rapporti dei funzionari degli Emirati con l’entourage di Donald Trump[110]. Nella squadra di Benalla compare anche Reynald C., ex agente di sicurezza de La République en Marche (LREM) che in passato lavora per garantire la sicurezza dell’oligarca russo Iskandar Makhmoudov, ed il cui contratto d’ingaggio, negoziato da Macron, finisce al centro di un’inchiesta per presunti atti di corruzione[111].
Il mercato fiorente dell’islamofobia
Verso la fine 2019, Brero ha nella sua agenda più di cinquanta obiettivi europei e, tra il 21 agosto 2017 e giugno 2020, incassa dagli Emirati almeno 5,7 milioni di euro per colpirli[113]: la ALP Service è una macchina da guerra inarrestabile. Lo schema ormai consolidato vede cadere vittime per un loro passato quasi sempre inventato, come nel caso di Kamel Jendoubi, un ammirato avvocato franco-tunisino sostenitore dei diritti umani, che trascorre 17 anni in esilio come oppositore alla dittatura in Tunisia: Brero, per 150’000 euro, lo trasforma pubblicamente in uno strumento del Qatar, un uomo d’affari fallito e, naturalmente, legato al terrorismo[114].
Un’altra vittima è un ex ufficiale di polizia francese, Sihem Souid, lobbysta che opera per conto del Qatar e che sostiene di essere stata sottoposta anche lei a spionaggio, diffamazione e hackeraggio: nell’aprile del 2023 deposita una denuncia ai pubblici ministeri parigini e, sebbene sia contro ignoti, non manca nelle sue dichiarazioni di prendere esplicitamente di mira il governo degli Emirati e ALP Services[115]. Soldi e potere rendono questa rete di influenze difficile da colpire, al punto che i responsabili, sia mandanti che esecutori, sembrano non preoccuparsi più nemmeno di nascondere le loro pratiche. Brero scrive in una email: “Siamo dei mercenari ma abbiamo la nostra etica e lavoriamo solo con clienti che condividono i nostri valori”[116].
È una frase che sembra altisonante, e non è altro che l’ennesima bugia. L’etica è l’insieme dei comportamenti dell’essere umano che si conformano ad un principio iniziale che, nella storia dell’umanità, è sempre giustificato dal suo accostamento alla divinità o, in sua assenza, a ciò che è percettivamente “utile” e “giusto” per la collettività. Il XX secolo ha di fatto mostrato a tutti che la veridicità, fondamentale caratteristica di ogni etica, è dimostrabile. Da quel momento in poi, specie dopo la pubblicazione degli scritti del filosofo John Locke, la verità non è più un atto di fede, ma il risultato di una ricerca.
Il relativismo ha messo in crisi questa definizione. Prima di ciò si credeva che solo quel che fosse vero funzionasse e fosse utile. Dopo il bolscevismo ed il nazionalsocialismo l’esperienza dimostra il contrario: se una bugia è creduta, essa, nel breve periodo, ha gli stessi effetti di una verità. Nel post-nazismo, che continua a crescere nella società, un’affermazione non viene più valutata in base alla veridicità, ma in base al successo. In una situazione in cui il successo può essere manipolato, l’orrore e la violenza si mischiano al bene ed al giusto. È lì che vive un decano come Brero: nel luogo del pensiero in cui l’umanità chiama etica il contrario di ciò che è etico, e tenta di far credere che la stragrande maggioranza dell’umanità ne sia convinta. Difatti, nessun tribunale si perita di fermarlo.
[1] https://demtech.oii.ox.ac.uk/wp-content/uploads/sites/12/2019/09/CyberTroop-Report19.pdf
[2] https://ibiworld.eu/wp-content/uploads/2020/09/Le-Lobby-Anti-Qatar-1.pdf ; CAMBRIDGE ANALYTICA: I CRIMINALI CHE CI CONVINCONO A VOTARE TRUMP | IBI World Italia ; SE ABU DHABI PENSA DI “PILOTARE” DONALD TRUMP | IBI World Italia ; QUANDO LA CHAMPIONS LEAGUE LA PERDE ABU DHABI | IBI World Italia ; DA PHILIP MORRIS AGLI ARTIGIANI LOCALI, GRAZIE AGLI EMIRATI IL CONTRABBANDO È DIVENUTO GLOBALE | IBI World Italia ; TRA ARMI E CALCIO, IL REGISTA CHE VIENE DA ABU DHABI | IBI World Italia
[3] https://www.reuters.com/investigates/special-report/usa-raven-whitehouse/
[4] https://www.france24.com/en/20170717-uae-planted-fake-news-story-trigger-qatar-crisis-claims-us-report-hacking
[5] https://www.newyorker.com/magazine/2023/04/03/the-dirty-secrets-of-a-smear-campaign
[6] https://alpservices.com/
[7] https://www.newyorker.com/magazine/2023/04/03/the-dirty-secrets-of-a-smear-campaign
[8] https://medium.com/the-fox-and-the-oligarch-the-unbelievable-case-of/episode-5-a-war-of-detectives-59ef5c425caa
[9] https://alpservices.com/EN_V4_20220926.pdf
[10] https://ge.ch/hrcintapp/externalCompanyReport.action?companyOfrcId13=CH-660-0152994-5&ofrcLanguage=1
[11] https://www.newyorker.com/magazine/2023/04/03/the-dirty-secrets-of-a-smear-campaign
[12] https://www.letemps.ch/suisse/paradis-suisse-investigateurs-prives
[13] https://signin.lexisnexis.com/lnaccess/app/signin?back=https%3A%2F%2Fadvance.lexis.com%3A443%2Furl-api%2Flaapi%2Fdocument%3Fcollection%3Dcompany-financial%26id%3Durn%253AcontentItem%253A538X-MT40-DNY7-N0GN-00000-00%26context%3D1519360&aci=ndc
[14] https://www.newyorker.com/magazine/2023/04/03/the-dirty-secrets-of-a-smear-campaign
[15] https://www.lemonde.fr/economie/article/2012/01/21/mario-brero-profession-intelligence-economique_1632745_3234.html
[16] https://www.swissinfo.ch/fre/economie/les–barbouzes–suisses-sortent-de-l-ombre/32086122
[17] https://www.intelligenceonline.com/corporate-intelligence_consultants/2012/01/12/all-roads-lead-to-alp,96554136-art
[18] https://www.liberation.fr/societe/2013/05/15/espionnage-de-lauvergeon-l-espion-suisse-renvoye-en-correctionnelle-a-l-automne_903033/
[19] https://www.reuters.com/article/frabce-areva-espionnage-idFRL6N0O24UF20140516
[20] https://www.world-nuclear-news.org/Articles/Areva-completes-acquisition-of-UraMin
[21] https://www.sedar.com/DisplayProfile.do?lang=EN&issuerType=03&issuerNo=00024719
[22] https://www.world-nuclear-news.org/Articles/Areva-completes-acquisition-of-UraMin
[23] https://www.reuters.com/article/areva-idUSL6E8CD2R520120113
[24] https://financialpost.com/commodities/mining/uramin-assets-a-nearly-2-billion-drag-on-areva
[25] https://www.liberation.fr/france/2016/02/10/affaire-areva-uramin-swala-un-exploitant-d-or-au-coeur-des-operations_1432506/
[26] https://www.liberation.fr/france/2016/02/10/affaire-areva-uramin-swala-un-exploitant-d-or-au-coeur-des-operations_1432506/
[27] https://www.ft.com/content/442bfac4-4382-11e1-9f28-00144feab49a
[28] https://www.reuters.com/article/areva-idUSL6E8CG4C620120116
[29] https://www.lesechos.fr/2011/12/espionnage-les-soupcons-danne-lauvergeon-405574
[30] https://www.namibiansun.com/news/state-house-rocked-by-areva-arrests2018-04-09
[31] https://www.challenges.fr/entreprise/energie/alain-pierre-raynaud-l-ancien-directeur-financier-d-areva-est-mis-en-examen_432543
[32] https://www.latribune.fr/entreprises-finance/industrie/energie-environnement/affaire-areva-uranim-la-cour-de-cassation-annule-une-partie-des-poursuites-contre-anne-lauvergeon-899600.html
[33] https://www.reuters.com/article/frabce-areva-espionnage-idFRL6N0O24UF20140516
[34] https://www.intelligenceonline.com/corporate-intelligence/2012/06/07/private-investigators-nervous,102821930-art ; https://www.lemonde.fr/international/article/2012/05/25/l-enquete-sur-l-affaire-areva-provoque-une-panique-chez-les-detectives-prives-suisses_1707461_3210.html
[35] https://www.newyorker.com/magazine/2023/04/03/the-dirty-secrets-of-a-smear-campaign
[36] https://www.lesechos.fr/2014/06/areva-le-tribunal-refuse-de-rentrer-dans-le-scenario-305233
[37] https://www.newyorker.com/magazine/2023/04/03/the-dirty-secrets-of-a-smear-campaign
[38] https://www.newyorker.com/magazine/2023/04/03/the-dirty-secrets-of-a-smear-campaign
[39] https://s.rfi.fr/media/display/75bc081e-a376-11eb-bcec-005056a99247/gunvor_au_congo_public_eye.pdf
[40] https://www.lemondedelenergie.com/rachat-uramin-par-areva-rejet-pourvois-pour-annuler-partie-poursuites/2023/02/22/
[41] https://www.heidi.news/explorations/the-fox-and-the-oligarch-the-incredible-bouvier-vs-rybolovlev-case/the-final-sale-and-the-first-doubts
[42] https://www.heidi.news/explorations/the-fox-and-the-oligarch-the-incredible-bouvier-vs-rybolovlev-case/a-war-of-detectives
[43] https://ibiworld.eu/2022/06/06/lopera-darte-la-valuta-della-ricettazione-globale/
[44] https://ibiworld.eu/2022/06/06/lopera-darte-la-valuta-della-ricettazione-globale/
[45] http://www.worldcorruption.info/eng/swissleaks-hsbc.htm ; https://www.swissinfo.ch/fre/mise-en-cause–la-financi%C3%A8re-sba–suisse–d%C3%A9ment/2286264
[46] https://www.forbes.com/sites/afontevecchia/2015/10/20/the-saga-of-russian-billionaire-dmitry-rybolovlevs-4-5b-divorce-comes-to-an-end/?sh=6fa2dbd52cfc
[47] https://medium.com/the-fox-and-the-oligarch-the-unbelievable-case-of/episode-5-a-war-of-detectives-59ef5c425caa
[48] https://medium.com/the-fox-and-the-oligarch-the-unbelievable-case-of/episode-5-a-war-of-detectives-59ef5c425caa
[49] https://medium.com/the-fox-and-the-oligarch-the-unbelievable-case-of/episode-5-a-war-of-detectives-59ef5c425caa
[50] https://www.intelligenceonline.fr/renseignement-d-affaires/2016/11/16/episode-4—dmitri-rybolovlev–missions-de-reconnaissance-pour-oligarque-procedurier,108189614-art
[51] https://medium.com/the-fox-and-the-oligarch-the-unbelievable-case-of/episode-10-asymmetric-loyalties-1e0c30675fac
[52] https://www.es24.com.es/entretenimiento/2022/5/24/el-pleito-judicial-de-corinna-larsen-contra-el-rey-juan-carlos-podria-extenderse-por-esta-razon-13137.html
[53] https://s.rfi.fr/media/display/75bc081e-a376-11eb-bcec-005056a99247/gunvor_au_congo_public_eye.pdf
[54] https://www.letemps.ch/economie/2017/09/12/une-video-volee-accuse-gunvor-corruption-congo-1
[55] https://newsrnd.com/news/2021-04-10-corinna-larsen-hired-a-detective-agency-to-%22ruin%22-the-reputation-of-the-swiss-prosecutor-investigating-her.rJeARbsArO.html
[56] https://www.heidi.news/solutions/exclusif-a-geneve-le-roi-des-detectives-piege-par-un-hackeur
[57] https://www.ilgiornale.it/news/margherita-agnelli-indagati-ex-legali.html ; https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/10/06/frode-processuale-biondi-teste.html ; https://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2004/06/17/Esteri/SVIZZERA-MORTO-LAVVOCATO-DOMINIQUE-PONCET-2_175000.php
[58] https://www.heidi.news/solutions/exclusif-a-geneve-le-roi-des-detectives-piege-par-un-hackeur
[59] https://www.mediapart.fr/journal/france/010323/une-fuite-de-donnees-revele-l-ingerence-des-emirats-en-france
[60] https://www.elespanol.com/espana/tribunales/20220424/corinna-larsen-contrato-detective-investigar-amigos-emerito/667433277_0.html
[61] https://www.elplural.com/politica/internacional/corinna-larsen-contratar-agencia-detectives-arruinar-reputacion-fiscal-investiga_263835102
[62] https://www.mediapart.fr/journal/france/010323/une-fuite-de-donnees-revele-l-ingerence-des-emirats-en-france
[63] Le-Lobby-Anti-Qatar-1.pdf (ibiworld.eu)
[64] PANZERI AND THOSE FRIENDS FROM THE OTHER SIDE | IBI World UK
[65] https://www.mediapart.fr/journal/france/010323/une-fuite-de-donnees-revele-l-ingerence-des-emirats-en-france
[66] https://insideevs.com/news/596031/aehra-premium-ev-startup-2025/
[67] https://find-and-update.company-information.service.gov.uk/company/10417087/officers
[68] https://www.newyorker.com/magazine/2023/04/03/the-dirty-secrets-of-a-smear-campaign
[69] https://www.newyorker.com/magazine/2023/04/03/the-dirty-secrets-of-a-smear-campaign
[70] https://qatarileaks.com/en/leak/the-brotherhoods-shadow-ambassador-youssef-nada
[71] https://www.swissinfo.ch/fre/economie/les-ann%C3%A9es-de-la-col%C3%A8re/47088018
[72] https://www.swissinfo.ch/fre/economie/les-ann%C3%A9es-de-la-col%C3%A8re/47088018
[73] https://www.voltairenet.org/article157823.html
[74] https://insideevs.com/news/596031/aehra-premium-ev-startup-2025/
[75] https://www.laluce.news/2023/03/29/gli-emirati-contro-hazim-nada-svelate-unampia-operazione-di-spionaggio/
[76] https://www.laluce.news/2023/03/29/gli-emirati-contro-hazim-nada-svelate-unampia-operazione-di-spionaggio/
[77] https://www.newyorker.com/magazine/2023/04/03/the-dirty-secrets-of-a-smear-campaign
[78] https://www.german-architects.com/de/architecture-news/hauptbeitrag/mihrab-und-moderne ; https://de.wikibrief.org/wiki/Islamic_Community_of_Germany ; https://www.amazon.de/Die-vierte-Moschee-islamische-Fundamentalismus-ebook/dp/B006P0NS9Y ; https://de.qantara.de/inhalt/stefan-meining-eine-moschee-in-deutschland-zentrum-des-deutschen-islamismus
[79] https://www.usuli.org/2023/03/31/the-dirty-secrets-of-a-smear-campaign-and-a-predator-leading-prayer/
[80] https://www.middleeastmonitor.com/20230329-the-dark-islamophobic-world-of-a-uae-dirty-smear-campaign/
[81] https://www.middleeastmonitor.com/20230329-the-dark-islamophobic-world-of-a-uae-dirty-smear-campaign/
[82] https://www.newyorker.com/magazine/2023/04/03/the-dirty-secrets-of-a-smear-campaign
[83] https://ibiworld.eu/wp-content/uploads/2020/09/Le-Lobby-Anti-Qatar-1.pdf
[84] https://www.middleeastmonitor.com/20230329-the-dark-islamophobic-world-of-a-uae-dirty-smear-campaign/
[85] https://www.aehra.com/it
[86] https://amwaj.media/media-monitor/emirati-influence-campaign-in-france-reported-to-target-rivals
[87] GOLFO PERSICO: LA GUERRA DOPO L’ARMISTIZIO | IBI World Italia
[88] https://amwaj.media/media-monitor/uae-president-visits-qatar-for-first-time-since-2017-21-blockade
[89] https://www.reuters.com/article/us-emirates-politics-brotherhood-idUSKCN0IZ0OM20141115
[90] https://www.mediapart.fr/journal/france/010323/une-fuite-de-donnees-revele-l-ingerence-des-emirats-en-france
[91] https://extremism.gwu.edu/
[92] https://ibiworld.eu/en/the-pen-that-kills-more-than-the-sword/
[93] https://www.mediapart.fr/journal/france/010323/une-fuite-de-donnees-revele-l-ingerence-des-emirats-en-france
[94] https://www.mediapart.fr/journal/france/010323/une-fuite-de-donnees-revele-l-ingerence-des-emirats-en-france
[95] https://islamic-relief.org/news/statement-from-islamic-relief-worldwide/ ; https://icmglt.org/professors-cut-ties-with-us-university-citing-directors-reported-role-targeting-muslim-groups/ ; https://www.middleeasteye.net/news/uae-backed-attack-campaign-against-islamic-relief-charity-report-says
[96] https://icmglt.org/professors-cut-ties-with-us-university-citing-directors-reported-role-targeting-muslim-groups/
[97] https://www.newyorker.com/magazine/2023/04/03/the-dirty-secrets-of-a-smear-campaign
[98] https://icmglt.org/professors-cut-ties-with-us-university-citing-directors-reported-role-targeting-muslim-groups/
[99] Le-Lobby-Anti-Qatar-1.pdf (ibiworld.eu), pages 112-115
[100] https://www.lemonde.fr/m-le-mag/article/2015/12/04/qui-sont-vraiment-les-experts-en-terrorisme-que-l-on-voit-partout_4823903_4500055.html
[101] https://lmsi.net/L-anti-terrorisme-et-ses-experts
[102] https://www.mediapart.fr/journal/france/010323/une-fuite-de-donnees-revele-l-ingerence-des-emirats-en-france
[103] https://www.mediapart.fr/journal/france/131021/le-mysterieux-reseau-derriere-l-ong-qui-emploie-benalla
[104] https://www.mediapart.fr/journal/france/210718/benalla-place-de-la-contrescarpe-une-nouvelle-video-accablante
[105] https://www.mediapart.fr/journal/france/270718/deux-nouvelles-plaintes-ciblent-benalla-pour-le-1er-mai
[106] https://www.mediapart.fr/journal/france/120921/le-proces-d-alexandre-benalla-l-ombre-d-emmanuel-macron
[107] https://www.europe1.fr/politique/justice-le-proces-en-appel-dalexandre-benalla-reporte-pour-raison-medicale-4163935
[108] https://www.meinbezirk.at/baden/c-regionauten-community/christian-chesnot-und-georges-malbrunot-im-herzen-von-alp-services-network_a5971765
[109] https://www.mediapart.fr/journal/france/131021/le-mysterieux-reseau-derriere-l-ong-qui-emploie-benalla
[110] https://www.middleeasteye.net/fr/actu-et-enquetes/emirats-arabes-unis-mbz-tom-barrack-lobbying-trump-politique-etrangere
[111] https://www.mediapart.fr/journal/france/290119/un-nouveau-lien-apparait-entre-alexandre-benalla-et-l-affaire-du-contrat-russe?onglet=full
[112] https://www.middleeastmonitor.com/20230329-the-dark-islamophobic-world-of-a-uae-dirty-smear-campaign/
[113] https://360radio.com.co/campana-jeque-socio-gilinski-quebro-empresas/
[114] https://www.newyorker.com/magazine/2023/04/03/the-dirty-secrets-of-a-smear-campaign
[115] https://www.mediapart.fr/en/journal/international/030423/qatari-lobbyist-takes-legal-action-after-revelations-alleged-uae-meddling-france?_locale=en
[116] https://360radio.com.co/campana-jeque-socio-gilinski-quebro-empresas/
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