Geopolitica
Venti di guerra
La storia non è mai stata parca di sensazionali colpi di scena. Appena un quindicennio fa ci stavamo mettendo belli comodi per goderci l’Era dell’Acquario, la strameritata epoca di pace e prosperità che avrebbe dovuto cancellare con un colpo di spugna gli errori e gli orrori del terribile Novecento, quand’ecco che due aerei si schiantano sulle Torri Gemelle, e un terzo sul Pentagono, sconvolgendo per sempre le nostre vite e il nostro concetto di sicurezza. A seguire guerra in Afghanistan, seconda guerra del Golfo, primavera araba, guerra in Siria, lotta all’ISIS, attentati terroristici sparsi per tutti il mondo. Nemmeno la più pessimista delle cassandre avrebbe pronosticato una serie così terribile di eventi, e in effetti se diamo uno sguardo dallo specchietto retrovisore a questo quindicennio appena passato c’è davvero da impallidire.
Scurdammuce ‘o passato, recita una allegra e famosa canzone partenopea, ma per quanto la tentazione sia forte non possiamo e non dobbiamo farlo, anzi al giorno d’oggi è obbligatorio tenere spalancati gli occhi per cogliere segnali utili a decifrare il prossimo futuro. Dando uno sguardo più in profondità, il terrorismo è solo uno – e forse nemmeno il più grave – dei problemi che devono impensierire l’Occidente. Le relazioni tra le potenze sono sempre più tese, e l’Europa – complice anche la Brexit e l’assenza cronica di un sistema comune di difesa – si sta rivelando l’anello debole della catena geopolitica. Il comportamento degli USA è controverso: è come se Obama avesse voluto imprimere una forza centripeta alla sua presidenza (specie nel secondo mandato), tentando di risolvere uno ad uno i problemi che gli si paravano in politica estera. Agli occhi del mondo e dei suoi stessi connazionali l’impressione complessiva è stata di una cronica debolezza.
Al contrario, Putin ha fatto in modo che la Russia tenesse fede al ruolo di superpotenza mondiale, risultando più coerente e decisionista degli storici rivali a stelle e strisce. Non solo, ha guadagnato terreno sia in senso fisico (annettendo la Crimea) sia in senso ideologico, riuscendo ad esercitare un’influenza sempre maggiore su paesi come Ungheria, Romania, Polonia, Lettonia e Grecia. Last but not least, all’indomani del fallito colpo di stato ha fatto la pace con Recep Erdogan, aprendo un pericoloso varco verso l’Europa anche in virtù del fatto che l’Unione ha letteralmente dato in outsourcing alla Turchia la gestione dei migranti.
Il Comando delle Forze Armate USA in Europa (EUCOM) ha diramato nel 2015 un rapporto di dodici pagine nel quale illustra la strategia militare dei prossimi anni. Nel documento la Russia viene definita “revanscista” e causa di “crescente preoccupazione per via del comportamento aggressivo nell’Europa Orientale e della militarizzazione dell’Artico”. Impedire l’aggressione russa viene definita la “priorità numero uno”.
La situazione è talmente tesa che il settimanale americano The Nation se l’è sentita di sbilanciarsi e ha titolato poco più di un mese fa The United States and NATO Are Preparing for a Major War With Russia, suggerendo che il meeting di Varsavia dello scorso 8/9 luglio sarebbe servito a discutere un rinforzo del “fianco orientale”. La rivista cita la colossale esercitazione Anakonda-2016, che ha coinvolto oltre trentamila soldati per dieci giorni, come preludio a possibili operazioni militari.
Non è dato sapere se ciò avverrà nel prossimo futuro. Il dato di fatto è che il livello di tensione sta lentamente ma inesorabilmente salendo e, come in una partita a scacchi, si sta in attesa della prossima mossa dell’avversario. Sebbene non ci siano commenti ufficiali da parte di fonti governative, pare che la Germania stia pianificando di avvisare la popolazione di fare rifornimento di cibo e acqua sufficienti per dieci giorni in caso di attacco, come riporta Reuters citando il Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung.
Nel suo discorso di rielezione Barack Obama aveva promesso che il meglio sarebbe ancora dovuto venire. L’ottimismo nulla può contro la saggezza degli antichi: mala tempora currunt sed peiora parantur. Speriamo solo che stavolta Cassandra si sbagli.
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