Geopolitica
L’ostilità di Trump è una grande opportunità per l’Europa (ma bisogna capirlo)
L’UE può sfruttare le scelte di Trump per rafforzare la propria leadership su regolamentazione, energia pulita, inclusione e difesa, colmando il vuoto lasciato dagli USA
A quanto pare, ci stiamo preparando a uno scontro tra Trump e l’Unione Europea per due motivi fondamentali. Da un lato, il metodo di lavoro dell’UE – caratterizzato da lentezza, ricerca del consenso e aderenza alle regole – è diametralmente opposto all’approccio di Trump, il quale lo percepisce come inefficace e poco spettacolare dal punto di vista mediatico. Dall’altro, l’UE ha la possibilità e il dovere di occupare lo spazio che gli Stati Uniti stanno lasciando libero a causa del desiderio di Trump di riportare il Paese a un passato idealizzato.
Analizziamo questi due aspetti più nel dettaglio. Anzitutto, Trump è un imprenditore di scarso successo, il cui limitato riscontro positivo è dipeso dall’elusione delle regole. Un simile atteggiamento può funzionare in una piccola impresa, ma risulta inadatto quando si tratta di governare un’unione di 50 Stati americani o di 27 Paesi europei. Il processo decisionale dell’UE, più lento per la necessità di raggiungere un consenso, garantisce tuttavia risultati più solidi e duraturi, proprio perché le idee richiedono tempo per essere pienamente accettate. In secondo luogo, voltando le spalle a energia pulita, diversità, equità, inclusione, efficienza e relazioni internazionali, Trump sta creando un vuoto che l’UE può colmare, acquisendo un vantaggio duraturo sugli Stati Uniti. Una “città splendente sulla collina”, se vogliamo.
L’importanza della regolamentazione
L’Europa è spesso derisa per la sua attenzione maniacale alle regolamentazioni. Tuttavia, vi sono due aspetti fondamentali da considerare. Primo, le regolamentazioni e gli standard rappresentano il presupposto indispensabile per consentire il commercio tra Stati che vogliono competere su basi eque. Ogni Paese dell’UE rinuncia a una parte della propria sovranità affinché il sistema funzioni per tutti. Si noti la differenza rispetto alla visione di Trump, che mira a imporre le regole statunitensi al resto del mondo.
Il secondo vantaggio degli standard regolamentari è che, finché si può avere fiducia nell’ente preposto, si può confidare nella qualità delle decisioni prese e acquistare prodotti con la certezza che siano sicuri ed efficienti. Quando questa fiducia viene meno, il sistema crolla.
Si consideri, ad esempio, la vicenda Boeing/Airbus: l’ente regolatore statunitense, la FAA, ha perso gran parte della sua credibilità al punto che oggi molti eviterebbero di volare o acquistare un Boeing, se avessero scelta. Dopo gli scandali legati al 737 MAX, numerosi regolatori nazionali hanno smesso di accettare automaticamente le certificazioni della FAA. Ecco un possibile scenario futuro: cosa farà RFK Jr alla FDA? Se dovesse renderla inefficace, al punto da far perdere fiducia ai consumatori e ai governi nei farmaci approvati negli Stati Uniti, l’UE acquisirebbe automaticamente la supremazia normativa in questo settore. Le imprese farmaceutiche non cercherebbero più l’approvazione prima negli USA e poi nel resto del mondo, ma nell’UE, che diverrebbe il nuovo punto di riferimento globale per la regolamentazione. Lo stesso potrebbe accadere con il settore automobilistico: Trump sta allentando gli standard di efficienza negli Stati Uniti, una scelta che potrebbe sembrare vantaggiosa nel breve periodo, ma che nel giro di pochi anni potrebbe rendere le auto americane talmente obsolete da risultare invendibili sul mercato globale.
L’UE dovrebbe quindi ribadire con fermezza che non abbasserà i propri standard, in contrapposizione con la scarsa qualità dei prodotti che potrebbero emergere dagli USA. Seppur con un pizzico di esagerazione, la direzione è chiara. Quali settori ne sarebbero coinvolti? Aerei, automobili, alimentari e farmaceutici sono i primi che vengono in mente. Ma vi è anche la possibilità di sviluppare versioni europee “pulite” dei software americani. Perché limitarsi a proteggere i dati dei cittadini europei, quando si potrebbe creare un’alternativa ai prodotti di Google o Facebook, svincolata dalle pressioni commerciali che li rendono sempre più orientati alla pubblicità? Si potrebbe iniziare con versioni di base, ma con funzioni essenziali che semplicemente funzionano.
Energia pulita: l’occasione europea
Gli Stati Uniti dispongono di petrolio e gas, l’Europa no. Se Trump sceglie di non investire nelle energie rinnovabili, l’UE non può che trarne vantaggio: potrà sviluppare tecnologie più avanzate mentre l’America ristagnerà, priva di esperienza nella costruzione di infrastrutture rinnovabili. Nel frattempo, il Vecchio Continente potrà consolidare una base energetica più economica ed efficiente. L’Europa sta già avanzando in questa direzione: l’energia eolica e solare hanno superato carbone e gas nella produzione di elettricità. Ora è il momento di accelerare, per ridurre al più presto la dipendenza dalle fonti energetiche esterne.
Se si osserva la continua riduzione dei costi delle rinnovabili (IRENA Renewable Power Generation Costs in 2023, pagina 38), è chiaro che l’Europa deve sfruttare l’immobilismo americano e intensificare la costruzione di impianti di energia pulita.
Anche il settore automobilistico sta attraversando una transizione cruciale. Le auto elettriche non sono ancora economiche quanto quelle a combustione, ma il divario si sta riducendo rapidamente. Modelli di Renault, Fiat e Kia hanno ormai un prezzo superiore di soli 5.000-10.000 euro rispetto alle controparti tradizionali. Al ritmo attuale di riduzione dei costi delle batterie e miglioramento dell’efficienza, le auto elettriche raggiungeranno la parità con quelle a benzina entro pochi anni, e le supereranno entro la fine del decennio. Mentre l’America frena, l’Europa può cogliere l’opportunità.
Diversità, equità e inclusione
L’Europa è già un continente culturalmente diversificato, con 27 nazionalità e una ricchezza di patrimoni culturali. Tuttavia, deve diventare ancora più attrattiva per una forza lavoro internazionale, accogliendo l’immigrazione con un approccio strategico, necessario per compensare l’invecchiamento demografico. L’integrazione deve essere più coerente e, al tempo stesso, deve esserci una maggiore accettazione della diversità. Mezzo secolo fa, i meridionali italiani erano discriminati al Nord, oggi il bersaglio sono gli immigrati in generale. Ma con il tempo, si adatteranno e si integreranno, proprio come accaduto in altri paesi: basti pensare a come il curry sia diventato il piatto nazionale del Regno Unito.
NATO e difesa: una nuova industria europea
L’Ucraina è oggi il paese con la maggiore esperienza di guerra moderna. Si trova in Europa. Il conflitto in corso dimostra che l’UE può difendersi con le proprie armi e che queste sono competitive sul mercato internazionale. Creare una nuova industria bellica europea significa aprire un nuovo fronte di concorrenza con gli Stati Uniti in un settore che fino a oggi hanno dominato.
Guardare al futuro
Un’America fiduciosa e guidata da una leadership lungimirante avrebbe colto queste opportunità. Il fatto che non lo stia facendo lascia spazio a chi è pronto a investire nel futuro.
Prima di diventare presidente, Trump non ha realizzato nulla di significativo: casinò, immobili, università, tutto è fallito. Non è un uomo capace di amministrare un’organizzazione. Ignoratelo, sfidatelo, fatelo arretrare, ma soprattutto andate avanti con ciò che l’Europa sa fare meglio.
Tutti ascoltano Trump perché è rumoroso e potente. Ma ci siamo mai chiesti se abbia ragione e sia in grado di esercitare quel potere? Spoiler: no. E questo può essere usato contro di lui.
Devi fare login per commentare
Accedi